Il gusto dell'arte


IL BANCHETTO
AL TRAMONTO

di Ludovica Sebregondi

Un viaggio alla scoperta delle tradizioni culturali e sociali che legano arte e cucina in Europa Quarta tappa: Grecia

È una cucina semplice e frugale quella della più antica tradizione greca, legata da un lato ai prodotti agricoli e della pastorizia, dall’altra a quanto elargito dal mare. La somma tradizione figurativa e letteraria dell’antica Grecia ha immortalato sia il cibo che il vino restituendoceli con grande vivacità e immediatezza. Così il Giovane pescatore che trasporta i pesci appena pescati sembra quasi uscito dall’acqua: è raffigurato in un affresco rinvenuto intatto nel 1967 nella Casa occidentale nel corso degli scavi eseguiti nell’antichissima città portuale di Akrotiri nell’isola di Santorini. L’importante ritrovamento ha riportato alla luce un insediamento distrutto probabilmente da un’eruzione vulcanica, e i dipinti sono tra i più antichi esempi di pittura europea di grandi dimensioni. La scena del pescatore, staccata insieme alle altre, arricchisce dal 2015 il nuovo Museo archeologico della vicina Phirà. Il giovane afferra due corde in cui sono infilzati grandi pesci; è rappresentato di profilo e sfoggia un’acconciatura minoica, con una cuffia cui sono attaccati ciuffi di capelli composti in riccioli accurati. Si tratta della prima rappresentazione nota di una figura maschile adulta nuda di un mortale, e racconta la quotidianità di un centro abitato affacciato sul mare. 

Dalla materia prima al suo consumo, anche se l’ironia sulla semplicità del cibo greco è già presente negli Uccelli di Aristofane, in cui i volatili si lamentano non perché catturati, uccisi e portati al mercato dove chiunque li può palpeggiare, ma per la salsa poco appetitosa con cui vengono serviti: un insieme di aceto, olio, miele, silfio (succo resinoso proveniente dalla Cirenaica) e formaggio. Molta attenzione veniva invece riservata al vino, che Euripide nelle Baccanti definisce «umido succo che solleva i miseri d’ogni cordoglio» e di cui Aristofane elogia gli effetti: «Bevendo gli uomini migliorano: fanno buoni affari, vincono le case, son felici e sostengono gli amici». 

Il banchetto nella Grecia antica prevedeva che al tramonto si mangiasse e poi, nella seconda fase della serata che poteva durare fino all’alba, avesse luogo il “sympósion”, su cui ci informa Platone, durante il quale si beveva, si discuteva di filosofia, si giocava. Proprio un simposio viene raffigurato sul fondo di una coppa attribuita al Pittore di Colmar, ceramografo attico che desume il nome da una “xylyx” (coppa per bere vino) conservata nel museo della città francese. Nell’interno appare una scena di banchetto e sull’esterno degli atleti. La coppa in ceramica a figure rosse, prodotta ad Atene nel V secolo a.C., è stata rinvenuta nella città etrusca di Vulci: infatti l’artista dipinse quasi esclusivamente coppe, vendute poi soprattutto in Etruria. Il giaciglio (“kline”) accoglie, com’era consuetudine, due commensali che hanno il busto sollevato e le gambe distese: in questo caso sono giovani che riservano l’un l’altro gesti affettuosi. Il torso è nudo e hanno un mantello drappeggiato sulla parte inferiore del corpo. Per terra sono allineate le calzature che venivano tolte appena si entrava nella casa che ospitava il banchetto. 

Nei poemi omerici la carne veniva cotta arrostendola su una fiamma dopo averla inserita in grandi spiedi che col tempo si sono tramutati negli spiedini, i “souvlaki”, soprattutto di agnello. Nella cucina greca - che risente dell’influenza turca - sono fondamentali la qualità e il sapore intenso delle materie prime: olive, pistacchi, meloni, pomodori, la cui sapidità viene esaltata da preparazioni quali la salsa “tzatziki” preparata con yogurt, cetriolo e aglio, la “moussakà”, sformato di melanzane con carne tritata, ma anche una gran varietà di pescato. Diffusissima a livello internazionale l’insalata greca, arricchita da pezzetti di feta. Tra i vini, i greci amano molto la “retsina”, profumato dalla resina del pino d’Aleppo, già citata nei poemi omerici, mentre negli aperitivi domina l’“ouzo”, da ricondurre alla famiglia mediterranea delle anisette, da bere nelle splendide taverne affacciate sul mare.


Pittore di Colmar, coppa con Scena di simposio (V secolo a.C.), Parigi, Musée du Louvre.


Il giovane pescatore (1500 a.C. circa), Phirà, isola di Santorini, Nuovo museo archeologico.

ART E DOSSIER N. 356
ART E DOSSIER N. 356
LUGLIO-AGOSTO 2018
In questo numero: ESTATE AL MUSEO La Rubenshuis di Anversa, il Museo diocesano di Feltre. I RESTAURI E LE SCOPERTE Pisa: gli affreschi restaurati; Pontormo: un nome per un ritratto. IN MOSTRA Christo a Londra, W.E. Smith a Bologna, Matisse ad Aosta, Kupka a Parigi, La collezione Agrati a Milano, Traiano a Roma.Direttore: Philippe Daverio