Grandi mostre. 1
Christo a Londra

UN WATER PROJECTBIANCO, ROSSO E BLU

È ancora l’acqua che fa da sfondo all’ultima opera di Christo.
Dopo The Floating Piers sul lago di Iseo, ora è la volta della Mastaba, una piramide tronca che dalla seconda metà di giugno galleggia sul Serpentine Lake di Hyde Park.
Un tipo di installazione studiata dall’artista, insieme alla moglie Jeanne-Claude (scomparsa nel 2009), fin dagli anni Settanta.

Paola Testoni de Beaufort

Sono passati due anni dall’ultima installazione galleggiante di Christo, cioè da quando l’artista bulgaro interveniva sul lago di Iseo con The Floating Piers: circa settantamila metri quadrati di scintillante tessuto giallo dorato coprivano una luminosissima passerella galleggiante fatta da duecentomila cubi di polietilene in grado di creare un passaggio pedonale sull’acqua della lunghezza di tre chilometri. Ora, a Londra, è invece la volta della Mastaba, una piramide tronca costituita da 7.506 barili di petrolio disposti su una piattaforma di cubi di plastica che dalla seconda metà di giugno galleggia sul Serpentine Lake all’interno di Hyde Park, alle spalle di Kensington Palace, nel cuore della capitale inglese. 

L’artista bulgaro, celebre per le sue gigantesche installazioni, a volte permanenti - come quelle del Kröller-Müller Museum nei Paesi Bassi o del progetto per la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma - o, molto più frequentemente, temporanee, dopo l’approvazione da parte del Consiglio municipale di Westminster, ha affrontato l’impresa, che ha un costo stimato di 4,2 milioni di dollari; costo a totale carico di Christo stesso che da sempre finanzia questo tipo di opere con la vendita di schizzi, disegni e collage preparatori. Alta una ventina di metri, la mastodontica opera di Hyde Park ha un peso di cinquecento tonnellate e presenta i colori bianco, rosso e blu, con evidente riferimento alla bandiera inglese, con l’aggiunta della tinta malva, un colore che Christo considera molto regale.


Progetto della Mastaba realizzato con la tecnica del collage (Project for London, Hyde Park, Serpentine Lake) (2017).

La Mastaba fa riferimento alle panche di paglia e fango di epoca mesopotamica, risalenti a ottomila anni fa


La scelta di edificare una mastaba non contiene allusioni di carattere economico o sociopolitico, nonostante l’uso dei barili di petrolio come materiale di costruzione. L’artista lo spiega chiaramente nel suo libro The Mastaba. Project for Abu Dhabi (2012), dove cita le parole di Jeanne-Claude, moglie e partner artistica scomparsa nel 2009, che scriveva «We only do works of joy and beauty», facciamo solo lavori di gioia e bellezza. Il tema non è nuovo, comunque, nella produzione dell’artista bulgaro naturalizzato statunitense e l’opera inoltre non si riferisce la mastaba egizia, la tomba monumentale, tipica del periodo pre e protodinastico dell’antica civiltà egizia, ma piuttosto alle panche (il termine “mastaba” deriva appunto dalla parola araba che significa “panca”) di paglia e fango di epoca mesopotamica, risalenti a ottomila anni fa, costruite con due pareti verticali, due oblique e la parte superiore piatta, che venivano poste davanti alle abitazioni con lo scopo di far riposare i viandanti; struttura poi divenuta elemento radicato nella tradizione dell’architettura islamica. Non è la prima volta che Christo utilizza l’elemento primordiale dell’antica mastaba come fonte di ispirazione per le proprie installazioni. Era già accaduto infatti in Texas, precisamente nel 1975 - dove per costruirla vennero utilizzati cinquecentomila barili di petrolio - e, in tempi recentissimi, con il progetto di una seconda mastaba sul fiume Arkansas dal titolo Over the River, installazione interrotta a causa della mancanza di interesse da parte dell’artista a portare a termine il proprio lavoro sotto la presidenza di Donald Trump.

Un’altra mastaba è invece in via di realizzazione ad Abu Dhabi, precisamente a centosessanta chilometri dalla capitale dell’emirato, nel deserto di Al Gharbia, presso l’oasi di Liwa. Opera dalla lunghissima gestazione - il primo viaggio di Christo e Jeanne-Claude negli Emirati Arabi Uniti per individuarne la collocazione risale al 1979 - sarà la più grande scultura al mondo; e probabilmente anche la più costosa, superando, con i suoi centocinquanta metri di altezza, anche la gigantesca piramide egiziana di Giza.


Christo e Jeanne-Claude alla ricerca della location per la Mastaba, in via di realizzazione, nel deserto di Al Gharbia, a centosessanta chilometri da Abu Dhabi, ottobre 2007.


Il sito della Mastaba di Londra a Hyde Park.

un altro progetto realizzato con la tecnica del collage della Mastaba di Londra a Hyde Park (2018).

Costituita da quattrocentodiecimila barili multicolori a formare un mosaico dai richiami evidenti all’architettura islamica, la gigantesca opera, l’unica permanente su larga scala di Christo e Jeanne-Claude, ha finalmente trovato la sua location nel 2007 e, al momento, è la società di Stoccarda Schlaich Bergermann Partner che ne sta verificando la fattibilità dopo che quattro team, rispettivamente dell’Istituto tecnologico federale svizzero di Zurigo, dell’Università dell’Illinois, dell’Università di Cambridge nel Regno Unito e dell’Università di Hosei di Tokyo, hanno preparato studi strutturali lavorando in maniera indipendente. 

Christo e Jeanne-Claude, o più spesso semplicemente Christo, è il nome del progetto artistico dei due coniugi, nati entrambi il 13 giugno 1935, il primo come Christo Yavachev a Gabrovo, in Bulgaria, e la seconda come Jeanne-Claude Denat de Guillebon a Casablanca in Marocco. Tra i maggiori rappresentanti della Land Art, i due si incontrano per la prima volta nel 1958 a Parigi quando Jeanne-Claude commissiona a quello che sarebbe divenuto suo marito un ritratto della propria madre. Christo dopo essere fuggito dalla Bulgaria ed essere approdato prima in Austria e poi in Svizzera, si occupava in quel periodo di pittura ispirata al realismo sociale, per giungere poi all’impacchettamento, con fogli e teloni, di oggetti di uso quotidiano: dalle bottiglie alle sedie, a un bouquet di rose. Gradualmente iniziò a passare alla Land Art e ad aumentare le dimensioni delle installazioni: dalla copertura delle statue dei giardini di villa Borghese a Roma nel 1963 per arrivare a operazioni gigantesche come la sospensione di una tenda attraverso l’intera valle di Rifle, in Colorado, nel 1970- 1972 o alla velatura con quarantaduemila metri quadri di tessuto e tredici chilometri di corde del Pont Neuf di Parigi nel 1985. Sarà solo nel 1998 però che Christo e Jeanne-Claude ritorneranno ai primi tentativi di impacchettamento di alberi con l’installazione Wrapped Trees nel Berower Park a Riehen (Basilea), in Svizzera. 

L’inaugurazione della Mastaba di Hyde Park ha coinciso con l’inaugurazione di una mostra dedicata alle installazioni di Christo e Jeanne-Claude allestita nella vicina galleria d’arte Serpentine, la prima in un’istituzione pubblica londinese dal 1979. La mostra percorre le più ambiziose opere d’arte ambientale su larga scala prodotte dal duo artistico, create nell’ottica di intervenire nel mondo naturale e nell’ambiente urbano alterando sia la forma fisica che l’aspetto visivo dei luoghi. 

La natura perlopiù temporanea di queste opere ha dato origine a un vasto archivio di documentazione che raccoglie più di cinquant’anni di disegni preparatori, collage e lavori fotografici, materiali alla base dell’esposizione londinese.


Christo nel suo studio con un disegno preparatorio per la Mastaba, in via di realizzazione, nel deserto di Al Gharbia, a centossesanta chilometri da Abu Dhabi (2012).


Christo nel suo studio al lavoro su un collage preparatorio di una mastaba dal titolo Over The River sul fiume Arkansas, installazione non realizzata.

The Mastaba (Project for London, Hyde Park, Serpentine Lake)

Londra, Hyde Park, Sepentine Lake
fino al 18 settembre
www.christojeanneclaude.net
Christo and Jeanne-Claude: Barrels and the Mastaba 1958-2018
Serpentine Gallery a Kensington Gardens
fino al 9 settembre
www.serpentinegalleries.com

ART E DOSSIER N. 356
ART E DOSSIER N. 356
LUGLIO-AGOSTO 2018
In questo numero: ESTATE AL MUSEO La Rubenshuis di Anversa, il Museo diocesano di Feltre. I RESTAURI E LE SCOPERTE Pisa: gli affreschi restaurati; Pontormo: un nome per un ritratto. IN MOSTRA Christo a Londra, W.E. Smith a Bologna, Matisse ad Aosta, Kupka a Parigi, La collezione Agrati a Milano, Traiano a Roma.Direttore: Philippe Daverio