Grandi mostre. 3
Canova, Hayez, Cicognara a Venezia

CERCANDO
UNA BELLEZZA NUOVA

Il bicentenario delle Gallerie dell’Accademia è salutato da una mostra, qui presentata da uno dei curatori, che ripercorre la storia artistica veneziana: dal ritorno da Parigi dei quattro Cavalli di San Marco nel 1815 alla morte di Canova nel 1822. Un periodo di rinnovamento la cui figura chiave fu Leopoldo Cicognara che, con Canova e Hayez, diede vita alla pinacoteca.


Fernando Mazzocca

La ricorrenza del bicentenario dell’apertura al pubblico delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, avvenuta il 10 agosto 1817, è diventata l’occasione per il maggior museo al mondo dedicato alla pittura veneta, nell’attuale momento di ampliamento e riqualificazione del suo percorso, di realizzare una grande mostra che dagli spazi al pianterreno dedicati alle esposizioni temporanee si estende alle sale del circuito museale consueto, coinvolgendo il pubblico nella riflessione sulla propria storia. La rassegna, curata da chi scrive insieme a Paola Marini, direttrice delle Gallerie, e Roberto De Feo, è accompagnata da un catalogo che, edito da Marsilio, affronta con saggi pieni di novità diversi aspetti della storia artistica veneziana nei primi anni della seconda dominazione austriaca (1814-1866), ponendo l’accento sul rapporto tra la esemplare salvaguardia di un immenso patrimonio artistico - che le recenti vicende storiche seguite alla caduta della Serenissima Repubblica (1797) avevano posto in grave pericolo - e la promozione dell’arte contemporanea, nella convinzione che Venezia non dovesse solo rispecchiarsi in una gloria ormai perduta per sempre, ma continuare a essere quella grande officina creativa che era stata in passato.

Tra gli artisti destinati a emergere ci fu Hayez, dal quale lo stesso Cicognara e soprattutto Canova si aspettavano molto


Per capire meglio l’operazione realizzata da Leopoldo Cicognara (1767-1634), grande conoscitore e storico dell’arte, allora presidente dell’Accademia di Belle arti veneziana, era dunque necessario riconsiderare un periodo, contraddistinto da grandi speranze, iniziato con il clamoroso ritorno nel 1815 dei quattro Cavalli di San Marco, deportati a Parigi insieme a tanti altri capolavori anch’essi recuperati, sul pronao della facciata della stessa basilica - un evento che fu vissuto come un segnale di riscatto - e la morte di Canova avvenuta proprio a Venezia nel 1822 e celebrata come un lutto nazionale.


Francesco Hayez, Ritratto della famiglia Cicognara, con il busto colossale di Antonio Canova (1816-1817).

L’appoggio di Cicognara era stato decisivo non solo per riavere le opere d’arte requisite dai francesi, ma perché l’Accademia potesse realizzare una pinacoteca degna di quella di Brera aperta dieci anni prima anche con molti dipinti importanti, tra Gentile Bellini e Tintoretto, sottratti a Venezia.

Era venuto dunque il momento del riscatto e Cicognara riuscì addirittura a portare, collocandola scenograficamente nella sala più grande e importante delle Gallerie, l’Assunta di Tiziano che rimase lì per più di un secolo, per essere poi restituita alla basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari. Davanti a quella opera magnifica, che Cicognara e Canova consideravano il più bel quadro del mondo, avvennero gli eventi più importanti legati alla storia del museo e rievocati in questa mostra, come l’esposizione, prima della sua partenza per la corte di Vienna, di un capolavoro assoluto di Canova, la grande statua sedente della Polimnia. Questa scultura faceva parte di una serie di opere, altri marmi, dipinti, oggetti di arredo e oreficerie, appositamente realizzate da giovani artisti veneti per arredare i nuovi appartamenti della coppia imperiale, in occasione delle quarte nozze di Francesco I d’Austria con Carolina Augusta di Baviera. Questo splendido insieme, conosciuto come l’Omaggio delle Province venete, fu il risultato dell’abilità diplomatica di Cicognara che riuscì a convincere il governo austriaco a convertire in questa magnifica impresa la grossa somma che appunto le città del Veneto avrebbero dovuto versare per l’occasione. Lo spazio centrale e più vasto della mostra accoglie ora, intorno alla Polimnia prestata dall’Hofburg viennese, altri pezzi, identificati e recuperati dopo accurate ricerche, dell’Omaggio che erano andati dispersi nel tempo.


Ludovico Lipparini, Ritratto di Leopoldo Cicognara (1825), Venezia, Gallerie dell’Accademia

Cicognara intese così offrire una grande occasione agli allievi dell’Accademia, pittori, scultori e ornatisti, la cui produzione è peraltro documentata in altre sezioni della mostra.

Del resto la sua idea era quella di formare degli autori competitivi, da impiegare in ogni settore artistico: dalla grande decorazione alla pittura di storia, alla scultura anche a destinazione pubblica, all’arredo domestico. Tra questi quello destinato a emergere fu Hayez, dal quale lo stesso Cicognara e soprattutto Canova, che lo amò in modo particolare e lo seguì da vicino durante gli anni del suo perfezionamento a Roma, si aspettavano molto. Non furono delusi, perché Hayez bruciò le tappe, vincendo importanti concorsi come quello di pittura all’Accademia milanese di Brera, ebbe importanti commissioni, come un grande dipinto di soggetto omerico per la reggia di Napoli. All’Accademia veneziana inviò lo splendido e sensuale Rinaldo e Armida, ispirato ai nudi di Canova e di Tiziano, rendendo così omaggio a un glorioso passato e a un altrettanto glorioso presente. In questo dipinto, utilizzato come il testimone della mostra, compariva per la prima volta quel tema del bacio cui poi sarà affidata la popolarità dell’artista. Ma vi emergeva anche una nuova sentimentalità che preludeva a quella svolta romantica attraverso la quale Hayez cambierà il corso della pittura italiana.


Antonio Canova, La musa Polimnia (1812-1817), Vienna, Hofburg, Kaiserappartements.

Un romanticismo alimentato dalle suggestioni teoriche di Cicognara


Così nella seconda metà della mostra si possono seguire le fasi della nascita, proprio a Venezia, del romanticismo alimentato dalle suggestioni teoriche di Cicognara, autore di un trattato Del bello: ragionamenti che sarà l’abbecedario estetico della prima metà dell’Ottocento, dallo stesso Canova che nelle sue ultime opere inseguirà un ideale di bellezza più moderno e meno ispirato all’antico, ma soprattutto da Hayez che, tornato a Venezia da Roma proprio nel 1817, farà furore con lo strepitoso Ritratto della famiglia Cicognara, con il busto colossale di Antonio Canova, un’opera pervasa da umori malinconici nel rapporto struggente tra il protagonista e l’amico Canova appunto, rappresentato come un convitato di pietra attraverso un suo busto colossale tagliato a metà dal perimetro della tela.

Insofferente di essere impiegato come una sorta di imbianchino di lusso a decorare palazzi pubblici e privati veneziani, Hayez esplorerà in opere come Pietro Rossi prigioniero degli Scaligeri e il Conte di Carmagnola i territori della storia moderna, prima ignorati dalla pittura, rendendoli con un nuovo stile ispirato a quella che chiamava la “verità”, cioè la natura e il sentimento che ritrovava studiando quei dipinti del Quattrocento, tra Bellini, Cima da Conegliano e Carpaccio, che Cicognara aveva collocato e valorizzato nel museo di cui la città andava orgogliosa. La mostra, proprio grazie alla sua relazione con il percorso del museo, consentirà di ricostruire questo dialogo in cui il passato diventava una chiave di lettura del presente.

Purtroppo la novità della proposta di Hayez, che cercava anche degli acquirenti per questi quadri sperimentali, non venne compresa a Venezia ma a Milano, dove la precedente affermazione del romanticismo in letteratura, tra il “Conciliatore”, Berchet e le tragedie manzoniane, aveva creato un clima favorevole. Il successo ottenuto alle esposizioni di Brera e i collezionisti che facevano a gara per avere una sua opera, lo convinsero a trasferirsi definitivamente a Milano. Questo avvenne all’inizio del 1823, pochi mesi dopo la scomparsa di Canova.


Giovanni Battista Gigola, Ritratto di Lord Byron, in The Corsair of Lord Byron (1826), Brescia, Ateneo di Brescia, Accademia di scienze lettere e arti.

Giuseppe Borsato, Commemorazione di Canova (1824), Venezia, Fondazione Musei civici di Venezia, Ca’ Pesaro - Galleria internazionale d’arte moderna.


Giuseppe Borsato, Benedetto Barbaria, Bartolomeo Bongiovanni, Tavolo dell’omaggio delle Provincie venete (1818), Benešov (Repubblica Ceca), castello di Konopište .

Canova, Hayez, Cicognara.
L’ultima gloria di Venezia

Venezia, Gallerie dell’Accademia
a cura di Paola Marini, Fernando Mazzocca e Roberto De Feo
fino al 2 aprile
orario 8.15-19.15, lunedì 8.15-14

catalogo Marsilio
www.gallerieaccademia.it

ART E DOSSIER N. 350
ART E DOSSIER N. 350
GENNAIO 2018
In questo numero: I DILEMMI DELL'ARCHITETTURA Modernismo e tradizione a Firenze; Sottsass: la fantasia della ragione; Analogie: forme da altre forme. IN MOSTRA Sottsass a Milano e Parma, Impressionisti a Londra; Canova e Hayez a Venezia, Bernini a Roma, Giorgione a Castelfranco Veneto.Direttore: Philippe Daverio