Dentro l'opera


PRENDIMI E PORTAMI
VIA CON TE

di Cristina Baldacci

Un primo piano sulle opere meno note dal secondo Novecento a oggi, per scoprirne il significato e l’unicità nel continuum della storia dell’arte: Félix González-Torres, Untitled (Revenge)

Untitled (Revenge) è un tappeto di caramelle azzurro cielo che luccicano nei loro involucri di cellofan trasparente. Una gioia per gli occhi ma non solo. Le caramelle si possono infatti toccare, prendere e, volendo, anche mangiare. L’opera si esaurisce pian piano, ogni volta che qualcuno ne porta via con sé un pezzetto. A fine giornata, le caramelle vengono rifornite e il rettangolo che le incornicia si compone ex novo ridandole forma. La caramella in questo caso è ben più di un “ready-made”. È un surrogato o protesi del corpo dell’artista, Félix Gonzáles-Torres (Guáimaro, Cuba, 1957 - Miami, 1996), e del suo compagno, Ross Laycock. I due giovani amanti hanno condiviso lo stesso, straziante destino, la prematura morte per Aids a breve distanza l’uno dall’altro: Ross nel 1991, Félix cinque anni dopo. Il tappeto di caramelle rappresenta pertanto un omaggio e insieme un compianto; oltre a essere un “memento mori” di grande forza nella sua apparente semplicità. Più ancora del contenuto al quale l’opera accenna, è infatti la sua stessa impermanenza, tramite la sua graduale dispersione, a ricordarci la fugacità della vita. Il peso iniziale delle caramelle (147,5 kg), indicato nella didascalia, corrisponde alla somma del peso corporeo dei due giovani ed è una dichiarazione d’amore di Gonzáles-Torres, che, nel momento acuto della perdita, è come se dicesse al suo partner: «Siamo una cosa sola; con te scompaio anch’io». Tuttavia, grazie all’arte, entrambi rivivono nella ritualità del gesto di far propria la caramella. In questo gesto, che avvia in chi lo compie un processo di identificazione simbioticosimbolica, c’è tanto un aspetto erotico - l’idea di possesso e di piacere insita nella “consumazione” dell’altro -, quanto sacrale. Il nutrirsi simbolicamente del corpo della persona amata è un richiamo eucaristico, quindi anche un’allusione al riscatto dalla morte (il sottotitolo dell’opera, Revenge, va appunto inteso più come riscatto nel senso di rivincita che di vendetta).

L’informazione sul peso è significativa sia come dettaglio tecnico per ricomporre l’opera dal punto di vista formale, sia come aggiunta a livello contenutistico. La perdita di peso è di solito uno dei primi segni della malattia, che porta a un lento esaurirsi del corpo, così come avviene metaforicamente con le caramelle. Gonzáles-Torres affronta con eccezionale efficacia un tema doloroso dal punto di vista personale e molto complesso dal punto di vista socio-politico; soprattutto all’inizio degli anni Novanta, quando attorno all’Aids c’erano ancora molta ignoranza e pregiudizi. E lo fa guardandosi bene dal voler provocare o scioccare il pubblico, che, al contrario, vuole coinvolgere e rendere partecipe. Per questo, da un lato, si concentra su temi e sentimenti universali, come l’amore, la malattia, la morte, il lutto che segue la perdita; dall’altro, su una resa formale scarna. Sceglie infatti uno degli oggetti quotidiani più semplici e innocui, la caramella - spesso associata all’infanzia e alla gioia-piacere che provoca il mangiarla -, e dà al suo lavoro un aspetto minimalista. Più del contenuto in sé, è l’azione condivisa del pubblico a diventare un gesto politico, perché solidale e generoso, oltre che poetico: come nella vita, l’opera-processo si completa soltanto se anche l’altro collabora

ART E DOSSIER N. 350
ART E DOSSIER N. 350
GENNAIO 2018
In questo numero: I DILEMMI DELL'ARCHITETTURA Modernismo e tradizione a Firenze; Sottsass: la fantasia della ragione; Analogie: forme da altre forme. IN MOSTRA Sottsass a Milano e Parma, Impressionisti a Londra; Canova e Hayez a Venezia, Bernini a Roma, Giorgione a Castelfranco Veneto.Direttore: Philippe Daverio