Le Corbusier accetta l’invito e si presenta con la “maquette” di un’abitazione e con il progetto di una città. La casa si chiama «Citrohan», un gioco di parole per non dire «Citroën». Il prototipo raffigura una scatola bianca su pilastri, con un tetto piano e una terrazza praticabile. In parte sollevata su pilotis in cemento armato, essa ospita al piano terra gli impianti di riscaldamento e uno spazio per l’automobile. È dotata di un soggiorno a doppia altezza illuminato da ampie finestre planari di tipo industriale; cucine, bagni e camere sono collocati nel retro.
Le Corbusier definisce la casa Citrohan, una «machine à habiter», intendendo con tale affermazione l’idea di un’abitazione messa a punto a partire dalle questioni più basilari ed essenziali del vivere. «Se si sradicano dal proprio cuore e dalla propria mente i concetti sorpassati di casa e si esamina la questione dal punto di vista critico e oggettivo, si arriverà alla casa-strumento, casa in serie, sana (anche moralmente) e bella dell’estetica degli strumenti di lavoro che accompagnano la nostra esistenza». Una casa concepita come un’automobile e attrezzata così come si dispongono gli arredi delle cabine delle navi.
La casa Citrohan si basa su dei principi che implicano l’adesione a una visione ben più vasta che non si limita alla sola scala dell’architettura: con essa sorgerà la Ville contemporaine per 3 milioni di abitanti - il numero dei cittadini residenti a Parigi nel 1910. Attraversata da uno spirito di razionalità e disciplina, la città è pensata secondo principi di ordine, divisione e regolarizzazione. La serialità organizza gli edifici: a un nucleo centrale di ventiquattro grattacieli di sessanta piani si affiancano edifici a sviluppo mistilineo (“à redents”) alti sei piani ed edifici a corte alti cinque piani.
L’organizzazione regola la circolazione distinta su livelli diversi. Gli edifici a corte, chiamati Immeubles-Villas, saranno composti dalla sovrapposizione di unità abitative organizzate su due livelli, una declinazione della casa Citrohan.