Cortoon 

IL LIMBO ALCHEMICO
DI SOKUROV

di luca antoccia

È il cinema una materia plastica che si possa espandere tra le mani tanto da vederne uscir fuori qualcosa di intentato finora, ma allo stesso tempo qualcosa di straordinariamente familiare a occhi allenati? Si direbbe proprio di sì, vedendo un grande artista come Aleksandr Sokurov (1951) per la prima volta cimentarsi con l’animazione.

Un’animazione invero assai particolare, perché Fairytale è il prodotto di due anni di intenso lavoro sugli archivi di mezzo mondo da cui sono state estratte, come in un’opera alchemica al nero, immagini vere e allo stesso tempo mai viste dei tre grandi dittatori del Novecento (Stalin, Hitler, Mussolini) e di Churchill. Il regista li mette in scena insieme in un limbo mentre aspettano di essere ammessi in paradiso, e c’è indubbiamente qualcosa di dantesco in questo. Ma i dittatori battibeccano, si stuzzicano e si vantano, sembrano uomini comuni e un po’ volgari. L’operazione di sincronia sul labiale, per cui vengono sovrapposte ai filmati d’archivio parole che non hanno mai detto, ha del prodigioso e ognuno dei quattro si esprime nella sua lingua per bocca di altrettanti attori.

Tra incubo, seduta spiritica e operazione di decostruzione storica il film non reggerebbe se non fosse avvolto in un bianco e nero magico, incantato (che ricorda per inciso quello del Faust di Wilhelm Murnau, 1927), dove ogni particolare rivela una padronanza assoluta dell’inquadratura, memore di una schiera illustre di precedenti pittorici e grafici. È lo stesso Sokurov a rivelarlo in una dichiarazione: «Nel creare i fondali mi ha aiutato l’Italia, i grandi disegnatori italiani che hanno creato mondi incredibili.

Molti artisti, anche francesi, amavano ritrarre le rovine, quei resti di un mondo che sta sparendo. In questo senso i quadri di Hubert Robert conservati all’Ermitage di San Pietroburgo sono stati fondamentali, così come le cave di marmo italiane. Dürer e alcuni artisti tedeschi di fine Ottocento mi sono serviti per creare il mondo fiabesco.

Volevo immergere i miei personaggi e le loro colpe in un ambiente dove echeggiasse la cultura umanistica».

Ma è indubbiamente a Piranesi, come altrove esplicitamente riconosciuto dal regista, con le sue immaginifiche carceri, che l’occhio dello spettatore va fin dalle prime inquadrature.

Le immagini poi di immani folle schiumanti resteranno nella retina e nella memoria, minaccioso emblema di un secolo inquieto con il quale, pare, non si sia del tutto finito di fare i conti.


Un frame da Fairytale (2022), di Aleksandr Sokurov.

ART E DOSSIER N. 408
ART E DOSSIER N. 408
APRILE 2023
In questo numero: FINESTRE SULL’ARTE: Il potere della duchessa di Federico D. Giannini; BLOW UP: Werner Bischof:L’occhio, inedito, per il colore di Giovanna Ferri; GRANDI MOSTRE. 1 - Arturo Martini a Treviso - Frammenti di realtà di Sileno Salvagnini ; GRANDI MOSTRE. 2 - Manet e Degas a Parigi - Amici e rivali di Valeria Caldelli ...