VREL ALL’AJA

IL PRECURSORE
MISTERIOSO

UN PITTORE SINGOLARE E POCO NOTO, MA CAPACE DI ANTICIPARE LE A TMOSFERE VERMEERIANE DI QU ALCHE DECENNIO.

Lasciata Amsterdam e tutti i suoi Vermeer, compiuta la doverosa immersione nella piccola e incantata Delft (cinquanta minuti di treno), dobbiamo andare all’Aja (un altro quarto d’ora), al Mauritshuis. Intanto perché nel frattempo la Ragazza con orecchino di perla, l’icona assoluta, vi ha fatto ritorno dopo otto settimane in mostra al Rijksmuseum, ma anche perché vi è allestita un’esposizione che aggiunge una tessera importante al mosaico della poesia del silenzio che è lo scopo del nostro viaggio in questa speciale primavera olandese.

La mostra si intitola Vrel, voorloper van Vermeer (Vrel, predecessore di Vermeer), nell’occasione è stato pubblicato un catalogo ragionato a cura delle istituzioni che hanno collaborato agli studi sull’artista in vista dell’esposizione: la Bayerische Staatsgemäldesammlungen di Monaco, la Fondation Custodia di Parigi e il Mauritshuis stesso.

La mostra si occupa di Jacobus Vrel, attivo nelle provincie orientali dei Paesi Bassi fra il 1640 e il 1660 circa, autore di una cinquantina di dipinti, dei quali pochi firmati e uno solo datato, Donna alla finestra, del 1554. Perso nell’oblio per un paio di secoli, torna alla consapevolezza degli studiosi alla fine dell’Ottocento. Era un pittore di stradine e di interni – i temi che caratterizzano anche la produzione vermeeriana e molta parte della pittura olandese del tempo – e alcune sue opere furono per qualche tempo attribuite al maestro di Delft: le iniziali dei due artisti sono le stesse. Gli studi dendrocronologici compiuti in questi anni sull’opera del pittore hanno chiarito che il suo periodo di attività precede quello dei più famosi protagonisti del genere.

La mostra evidenzia una distanza fra Vrel e le “scuole” più o meno definite come attive in quel territorio e in quel tempo.

Non somiglia davvero a nessuno dei suoi contemporanei, dal punto di vista stilistico. Ci fu anche chi lo definì un «pittore della domenica», per la sua tecnica disadorna. Gli ambienti e i soggetti raffigurati, rispetto a Vermeer, appartengono alle classi più modeste, ciò che confermerebbe una sua collocazione ai margini rispetto ai grandi centri; Jean Clair lo definì «cronista della piccola gente», riconoscendogli una capacità di «trasformare l’istante fuggitivo e insignificante in un mondo interiore trasportato fuori dal tempo». Vrel prende in qualche modo le distanze dalla voga oggettivizzante e dominata dall’estetica della visione pura che dominava buona parte della pittura di genere olandese per proporre uno sguardo meditativo.

L’accostamento di alcuni suoi dipinti al genere delle pitture di interni, se è corretto dal punto di vista formale, non rende conto a sufficienza di una differenza fondamentale. L’atmosfera dominante è sì governata dal silenzio, da una quiete apparente, ma a volte in quelle stanze spira un’aria glaciale di tensione sottesa, da notte dei fantasmi. Per esempio nel dipinto della Fondation Custodia Donna seduta che guarda un bambino attraverso una finestra (dopo il 1656) il bambino è un’apparizione quasi fantasmatica, e la donna per guardarlo rischia di cadere dalla sedia su cui siede.


Jacobus Vrel, Donna seduta che guarda un bambino attraverso una finestra (dopo il 1656), Parigi, Fondation Custodia, Collection Frits Lugt.

LA PAROLA AL CURATORE

PER CAPIRE LE RAGIONI E I CRITERI DELLA MOSTRA ABBIAMO PARLATO CON UNO DEI COCURATORI, QUENTIN BUVELOT, SENIOR CURATOR DEL MUSEO DELL’AJA.


Perché una mostra su un artista così enigmatico ma decisamente poco noto?

Il Mauritshuis ha una tradizione di alternanza o compresenza di esposizioni di artisti famosi e altri meno conosciuti: in queste sale abbiamo avuto mostre di Adriaen Coorte, Cornelis Gijsbrechts, Albert Eckhout, e ora Vrel. In questo caso è la prima a lui interamente dedicata, e abbiamo voluto si svolgesse in parallelo con quella di Vermeer ad Amsterdam. L’artista resta un mistero ma vogliamo contribuire alla sua riscoperta.


Ci sono nuove ipotesi sul suo luogo di formazione?

Vrel è elusivo. Non sappiamo niente della sua vita. L’unico riferimento esistente del secolo XVII è un inventario manoscritto della celebre collezione dell’arciduca Leopoldo Guglielmo d’Austria del 1659. Tra 1647 e 1656 l’arciduca fu governatore dei Paesi Bassi meridionali e probabilmente incrociò in questo periodo l’opera di Vrel. Non sappiamo dove l’artista visse e lavorò. Alcuni degli edifici che compaiono nei suoi quadri probabilmente si riferiscono alla cittadina di Zwolle, nei Paesi Bassi orientali. Questo è quanto è emerso dagli studi di Dirk Jan de Vries e Boudewijn Bakker; dovrebbe trattarsi in qualche caso della Waterstraat, un settore della cittadina oggi radicalmente modificato. Le indagini diagnostiche hanno ricollocato le sue prime scene urbane negli anni tra il 1635 e il 1640; alcuni interni a prima del 1650. È per questo che lo abbiamo definito un precursore di artisti come Vermeer e De Hooch.


Molte delle sue figure sono raffigurate di spalle. C’è un motivo?

Non avendo fonti è difficile dirlo. Aveva in effetti questa preferenza. Doveva avere delle ragioni, magari delle difficoltà a ritrarre volti. Ma chi può dirlo? H


Jacobus Vrel, Interno con donna che pettina una bambina e bambino alla mezza porta (1649), Detroit, Institute of Arts.

Vrel, voorloper van Vermeer

L’Aja, Mauritshuis
a cura di Berndt Ebert, Cécile Tainturier, Quentin Buvelot
fino al 29 maggio
orario 10-18, lunedì 13-18
www.mauritshuis.nl

ART E DOSSIER N. 408
ART E DOSSIER N. 408
APRILE 2023
In questo numero: FINESTRE SULL’ARTE: Il potere della duchessa di Federico D. Giannini; BLOW UP: Werner Bischof:L’occhio, inedito, per il colore di Giovanna Ferri; GRANDI MOSTRE. 1 - Arturo Martini a Treviso - Frammenti di realtà di Sileno Salvagnini ; GRANDI MOSTRE. 2 - Manet e Degas a Parigi - Amici e rivali di Valeria Caldelli ...