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Eppure Dufy
si meriterebbe di più

Daniele Liberanome

All’incirca fino al primo decennio del Duemila le opere di Raoul Dufy, purché realizzate tra 1906 e 1907, si vendevano a cifre davvero importanti, poi, pur con rare eccezioni, qualcosa è cambiato

Dove si sono nascosti i collezionisti di Raoul Dufy (1877-1953)? Da quasi un decennio gli scambi languono, i valori scendono, ma ultimamente qualcosa si sta lentamente muovendo. Il pittore, uno degli esponenti di punta del movimento Fauve, segue a livelli di prezzo meno importanti il percorso di mercato non esaltante di De Vlaminck e delle opere di Matisse di inizio Novecento. Il top lot rimane Festa a Sainte-Adresse, in cui Dufy dipinse una scena in un villaggio nei pressi di Le Havre durante una ricorrenza popolare. Il dipinto ha tutti gli elementi che contraddistinguono i pezzi più cari di Dufy, a partire dalla data di produzione – il 1906 – un anno dopo la partecipazione al Salon d’Automne dove entrò in contatto con Matisse e iniziò a seguire le sue orme, seppur in chiave originale. Tipica è pure l’ambientazione, perché la maggior parte dei quadri di quegli anni sono dedicati a cittadine della costa della Normandia, particolarmente Le Havre dove l’artista abitava, e durante eventi come una festa locale di carattere non religioso. In questo caso, si era poi aggiunta l’ottima provenienza, perché l’opera era passata dai saloni dei Whitney, i fondatori del celebre museo di New York. Ed è proprio in quella città che Sotheby’s presentò l’opera, scegliendo un ottimo momento, perché era il 5 maggio del 2004, uno degli anni d’oro per Dufy. Così la casa d’asta riuscì a spuntare 2,5 milioni di euro, ben al di sopra della stima massima.

Sempre quell’anno, il 4 novembre, la stessa Sotheby’s nella stessa città propose 14 luglio a Le Havre, sempre del 1906, incentrato sui festeggiamenti sulla costa normanna nella ricorrenza della presa della Bastiglia. La tavolozza è più aggressiva del solito per Dufy, che non aveva aderito ai dettami più estremi del fauvismo sviluppati dal gruppo parigino vicino a Matisse, scegliendo tonalità meno brillanti, stese in modo meno copioso. Di solito si legge quindi in Dufy un’importante eredità impressionista, ma in opere come questa le numerose bandiere diventano intense macchie di colore che emergono da uno sfondo comunque ben definito. Emerge una visione molto personale e poco “oggettiva” della realtà, in cui viene esaltata la radice patriottica della festa, quella che più interessava a Dufy. 14 luglio a Le Havre venne scambiata per 1,2 milioni di euro, un valore assolutamente consono per quei tempi.

Il 25 giugno 2008, sempre Sotheby’s ma stavolta a Londra, presentò Le Havre, 14 luglio, come al solito datato 1906 e con le consuete bandiere in primo piano. Risultato quasi 2 milioni di euro, a dimostrazione di un’ottima salute di mercato. Venivano però apprezzati anche i quadri di soggetto diverso come Barche a vela e barche nel porto in cui il riferimento è, al solito, un porto in Normandia, visto che la data di produzione è il 1907. Qui niente bandiere ma forme abbozzate create con pennellate energiche quasi staccate le une dalle altre, mentre scompare il cielo, che inevitabilmente sarebbe stato uniforme. Il dipinto venne offerto da Christie’s di Parigi e nel 2010, il 2 dicembre, ma il prezzo rimase intorno a 1,9 milioni di euro. Insomma, in quegli anni, che si trattasse di feste in città o di spiagge popolate, il risultato cambiava poco, purché la datazione fosse quella giusta, ossia 1906-1907.

Nel 2012 iniziò una prima fase di flessione del mercato di Dufy, pur registrando qualche risultato eclatante. Particolarmente significativo fu L’artista e il suo modello, dalle caratteristiche diverse dalle opere più amate dai collezionisti. Dufy lo dipinse nel 1929, dimostrando un nuovo legame con le avanguardie di quegli anni; mostra se stesso, mentre ritrae una modella nuda che pare in una posizione adatta a un quadro di Picasso o di Modigliani, utilizzando in prevalenza un blu steso uniformemente, con alcune macchie di colore per i dettagli che più gli interessavano. L’8 maggio 2014 la solita Sotheby’s di New York lo piazzò per oltre 1,1 milioni di euro, forse complice la dimensione particolarmente grande di 1,2 x 1,6 metri.

Al 2015 sono seguiti anni piuttosto difficili per i venditori di Dufy: con qualche eccezione, i prezzi milionari sono rimasti un ricordo. Certo, quando Christie’s di Londra presentò il 28 febbraio 2017 14 luglio del 1906 con tutti i crismi del caso, il prezzo salì a 1,2 milioni di euro, ma si trattava di una rarità, a cui comunque è seguito poco o nulla. Un segnale di cambiamento, più che timido, si è registrato il 17 novembre 2021 da Sotheby’s di New York. Les Martigues offerto per l’occasione è una tipica veduta di porto del 1906-1907 circa, con le barche dipinte a toni accesi anche se in modo più tradizionale di Barche a vela e barche nel porto, spuntando 927mila euro, forse anche grazie alla provenienza dalla Kislak Family Foundation. Dufy si meriterebbe di tornare ai suoi tempi migliori, ma nel frattempo gli acquirenti attenti possono farsi avanti.


Festa a Sainte-Adresse (1906).

ART E DOSSIER N. 406
ART E DOSSIER N. 406
FEBBRAIO 2023
In questo numero: FINESTRE SULL’ARTE: I condottieri della cattedrale di Federico D. Giannini; CORTOON: Animemoria di Luca Antoccia; GRANDI MOSTRE. 1 - Nan Goldin a Stoccolma e a Berlino - A cuore aperto di Francesca Orsi ; GRANDI MOSTRE. 2 - Wayne Thiebaud a Riehen - Un mago e i suoi incantesimi di Valeria Caldelli ...