Grandi mostre. 14
IL COLLEZIONISMO EUROPEO A MILANO

IL FUTURO
DEI GRANDI BANCHIERI


ALLE GALLERIE D’ITALIA IL PROGETTO ESPOSITIVO, QU I RACCONTATO DA UNO DEI CURATORI, R IPERCORRE LA STORIA DI ME CENATI E COL LEZIONISTI, ANCHE INFLUENTI BANCHIERI, DALLA SECONDA METÀ DEL QUATTROCENTO ALLA PRIMA METÀ DEL NOVECENTO. UN’OCCASIONE IMPORTANTE PER APPROFONDIRE CASI NOTI E FAR LUCE SU QUELLI MENO CONOSCIUTI.

Fernando Mazzocca

La mostra Mecenati, collezionisti, filantropi. Dai Medici ai Rothschild, che si dipana nel corso di ben sei secoli, dalla seconda metà del Quattrocento alla prima metà del Novecento, ricostruisce la storia del collezionismo europeo attraverso le figure dei grandi banchieri, da Cosimo e Lorenzo de’ Medici a Raffaele Mattioli. Centoventi opere, tra dipinti, sculture, disegni, incisioni, fotografie, oggetti d’arte decorativa e straordinari documenti d’epoca, sono suddivise in undici sezioni, ciascuna dedicata a un banchiere che ha lasciato una profonda traccia nel mecenatismo, nel collezionismo e nel sociale.


Molti dei maggiori mecenati e collezionisti di tutti i tempi sono stati, infatti, degli importanti banchieri che hanno inteso consacrare la loro ascesa politica ponendosi in competizione con i sovrani e l’aristocrazia nel proteggere e incoraggiare gli artisti, ma anche acquistando le loro opere, creando dunque delle fantastiche collezioni. La maggior parte di queste raccolte sono andate disperse. Alcune, invece, sono fortunatamente confluite nei musei, o sono state esse stesse musealizzate, come nel caso della collezione dei Medici. Altre sono giunte sino a noi, ancora in possesso dei discendenti di coloro che le avevano realizzate. A molti di questi banchieri-collezionisti sono stati dedicati degli studi fondamentali, come per i Medici o Vincenzo Giustiniani. Però conosciamo ancora molti casi in attesa di nuove e più approfondite inchieste. La mostra, quindi, presenta delle clamorose conferme, ma è stata anche l’occasione per indagini originali e per la riconsiderazione nei secoli – è la prima esposizione dedicata a questo argomento – di tale straordinario fenomeno, analizzando e valorizzando i personaggi più significativi, coloro che hanno determinato nel tempo la storia del collezionismo e del gusto. La guida è stata rappresentata dai saggi esemplari di Francis Haskell quali Mecenati e pittori o Riscoperte nell’arte.

MECENATISMO E COL LEZIONISMO SONO STATI STRUMENTI STRATEGICI DI A FFERMAZIONE SOCIALE, DI TR ASFORMAZIONE DEL CAPITALE ECONOMICO IN CAPITALE CULTURALE E SIMBOLICO


Questi protagonisti sono stati presentati attraverso i loro ritratti, i palazzi nei quali hanno abitato e formato le loro raccolte, le loro vicende biografiche e, in particolare, alcune opere esemplari delle loro collezioni. Molti di essi hanno lasciato una profonda traccia nella storia dell’Occidente, non solo attraverso le loro imprese in favore dell’arte ma anche con il rilievo politico dei loro interventi finanziari. Per loro, il mecenatismo e il collezionismo sono stati degli strumenti strategici – come ha sottolineato Pierre Bourdieu – di rappresentazione e di affermazione sociale. Questi personaggi hanno trasformato in definitiva il capitale economico in capitale culturale e simbolico.


Il punto di partenza obbligato e privilegiato non poteva essere che un’età mitica come il Rinascimento, che ha visto dominare sulla scena italiana ed europea le famiglie dei potenti banchieri toscani, attivi tanto a Lucca che a Firenze quanto a Bruges, il maggiore centro economico e artistico delle Fiandre. Si tratta di famiglie illustri come i Davanzati, i Portinari, i Baroncelli, gli Arnolfini, ma poi la scelta è ricaduta su due figure leggendarie come Cosimo il Vecchio (Firenze 1389 - Careggi 1464) e Lorenzo de’ Medici, il Magnifico (Firenze 1449 - Careggi 1492). A loro è dedicata la prima sezione con capolavori provenienti dal capoluogo toscano di Verrocchio, Antonio del Pollaiolo (il bronzo di Ercole e Anteo dal Museo nazionale del Bargello), Pietro del Pollaiolo, Michelangelo (Madonna della scala, prestito eccezionale di Casa Buonarroti). Mentre dagli Uffizi è arrivato il magnifico Ritratto di Lorenzo del Bronzino.


Michelangelo Buonarroti, Madonna della scala (1490 circa), Firenze, Casa Buonarroti.

I dipinti ottocenteschi di Amos Cassioli (Lorenzo il Magnifico mostra le sue collezioni a Gian Galeazzo Sforza) e di Cesare Mussini (Le celebrazioni di Platone alla corte dei Medici) dimostrano la ripresa del mito dei Medici nell’Ottocento, grazie anche alla biografia di Lorenzo di William Roscoe. Ma il mito dei Medici è ancora ben insediato nell’immaginario popolare.


La seconda sezione è dedicata a Vincenzo Giustiniani (Chio, Grecia 1564 - Roma 1637), di origine genovese, il leggendario collezionista di Caravaggio, di cui è stato anche un grande mecenate, che possedeva inoltre importanti antichità e dipinti di Annibale Carracci, Palmezzano, Paolo Veronese, Gherardo delle Notti (Cristo davanti a Caifa), Valentin de Boulogne, il Borgognone, Amico Aspertini, tutti artisti rappresentati in mostra. Dall’Italia, lo sguardo si allunga oltralpe verso l’Europa con la figura del tedesco Everhard Jabach (Colonia 1618 - Parigi 1695). Di lui è presente in mostra un suo ritratto, capolavoro di Van Dyck, e fantastici disegni di Sebastiano del Piombo, Primaticcio, Vasari, Bandinelli, Annibale Carracci, tutti provenienti dal Louvre.


Da sinistra: Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino, e bottega, Ritratto di Lorenzo il Magnifico (1552-1553 circa), Firenze, Uffizi; Caravaggio, San Gerolamo penitente (1605), Montserrat, Museu de Montserrat.

Si passa poi a Vienna con Moritz von Fries (Vienna 1777 - Parigi 1826), di cui sono documentati il palazzo di Vienna dove era collocata la sua collezione, i rapporti privilegiati con Beethoven che gli ha dedicato la Sinfonia n. 7 e una vasta collezione che andava da Dürer fino ad Angelica Kauffmann, rappresentata, forse, con il suo quadro più bello, dove compare il fratello del banchiere, Joseph Johann Graf von Fries, accanto al Teseo vincitore del minotauro di Antonio Canova (1787).


Le opere ottocentesche collezionate da Joachim Heinrich Wilhelm Wagener (Berlino 1782-1861) sono confluite tutte nella Alte Nationalgalerie di Berlino. Tra queste spicca uno degli ultimi capolavori di Francesco Hayez, La fuga di Bianca Capello da Venezia restaurato per l’occasione e mai presentato a una mostra.

Torniamo poi in Italia dove nell’Ottocento abbiamo scelto i casi, già noti ma approfonditi per questo evento, del romano Giovanni Torlonia (Siena 1754 - Roma 1829), collezionista di antichità, committente di Canova, di cui possedeva Ercole e Lica, allora ambientato nel demolito palazzo romano di piazza Venezia, decorato con affreschi di Palagi e di Hayez. La sua figura è rievocata attraverso il bellissimo ritratto eseguito da Bertel Thorvaldsen. Il caso del tedesco italianizzato Enrico Mylius, mecenate di Pelagio Palagi, Hayez, Marchesi, Migliara, è emblematico per introdurre il discorso sulla filantropia che ha caratterizzato molte di queste figure di banchieri impegnati nel sociale. Con lo slogan, adesso molto attuale, si parla del “cuore del banchiere”. Si ritorna a Vienna con Nathaniel Mayer Rothschild (Vienna 1836-1905) per allungare poi lo sguardo verso l’America con la figura di John Pierpont Morgan (Hartford 1837 - Roma 1913), la cui collezione è diventata lo straordinario museo di New York che porta il suo nome. La testimonianza finale non poteva che portare al grande banchiere umanista e filantropo Raffaele Mattioli (Vasto, Chieti, 1895 - Roma 1973), protagonista della ricostruzione italiana del dopoguerra. Amico di Manzù e di Morandi, da lui ha avuto inizio la raccolta della Banca commerciale italiana, poi confluita in Banca Intesa.


Francesco Hayez, La fuga di Bianca Capello da Venezia (1853-1854), Berlino, Staatliche Museen zu Berlin, Alte Nationalgalerie.

Angelika Kauffmann, Ritratto del conte Joseph Johann von Fries con il Teseo vincitore del minotauro di Canova (1787), Vienna, Wien Museum.


Gherardo delle Notti (Gerrit van Honthorst), Cristo davanti a Caifa (1617 circa), Londra, National Gallery.

IN BREVE:

Mecenati, collezionisti, filantropi Dai Medici ai Rothschild
a cura di Fernando Mazzocca e Sebastian Schulze
Gallerie d’Italia - Milano
fino al 26 marzo 2023 orario 9.30-19.30
catalogo Edizioni Gallerie d’Italia - Skira
www.gallerieditalia.com


ART E DOSSIER N. 405
ART E DOSSIER N. 405
GENNAIO 2023
In questo numero: STORIE A STRISCE: Accendere la speranza di Sergio Rossi; BLOW UP: Klein e De Martiis di Giovanna Ferri; GRANDI MOSTRE. 1 - Ri-Materializzazione del linguaggio a Bolzano - Parola di donna di Marcella Vanzo; 2 - Ernst a Milano - Gli allegri mostri di Lauretta Colonnelli; ....