Storie a strisce

biennale
di sydney

Cristina Baldacci

La Biennale di Sydney, fondata nel 1973, quando ancora in Australia le istituzioni destinate all’arte contemporanea erano come mosche bianche, presenta quest’anno (dal 21 marzo al 9 giugno) una serie di artisti chiamati a confrontarsi con il tema dell’immaginazione e con il potere che essa esercita prima sulla creazione e poi sulla ricezione dell’opera.

Tra i lavori in mostra, ampio spazio è dedicato a installazioni, proiezioni d’immagini e video, molti dei quali realizzati ad hoc per la Biennale oppure esposti per la prima volta. Particolarmente attesi i video di Pipilotti Rist e Tacita Dean, due campionesse di questo medium. Se dell’opera della Dean si sa ancora poco, non è invece difficile pensare a che cosa ci aspetta con Mercy Garden Retour Skin (2014) della Rist: quasi sicuramente uno strabiliante montaggio di immagini e suoni in cui addentrarsi come in un giardino dell’Eden, che un po’ seduce e un po’ spaventa; perché la sensualità di forme e colori dell’artista svizzera a volte scivola nel perturbante. In programma ci sono anche alcuni filmati già presentati altrove, ma ancora poco conosciuti perché di recente produzione. Ricordiamo, tra gli altri: Sic Transit Gloria Mundi (2012) di Mircea Cantor, che come indica il titolo è prima di tutto un “memento mori”, ma anche una riflessione sulla disuguaglianza economica nella nostra società; I Am the River (2012) di Eva Koch, che riproduce, a grandezza naturale e amplificandone il fragore, la cascata islandese Gljufrabui; e Phantom (2011) di Douglas Gordon (in collaborazione con il cantautore Rufus Wainwright), dove l’attenzione si concentra sui movimenti di un grande occhio – truccato come una maschera teatrale – e sul canto lirico di una voce maschile, che accostati suscitano un forte pathos. Le installazioni del duo danese Randi & Katrine e del performer cinese Yingmei Duan si preannunciano particolarmente ludiche e curiose. Entrambe mettono in scena un mondo delle meraviglie, che assomiglia, in un caso, a un villaggio nordico le cui case hanno sembianze antropomorfe (The Village, 2014), nell’altro, a una foresta magica, dove l’artista, nei panni del poeta-profeta, regala massime e aforismi ai visitatori (Happy Yingmei, 2014).

Ecco che, come ha sottolineato anche la direttrice artistica Juliana Engberg, l’arte si fa interprete del mondo in cui viviamo e ce lo restituisce in forma di racconto, poesia, metafora. Per questa edizione della Biennale di Sydney – la diciannovesima – non si poteva perciò trovare titolo migliore di You Imagine What You Desire (ognuno immagina ciò che desidera), dove il “you” si riferisce all’artista e, forse ancor di più, allo spettatore.

19th Biennale of Sidney

You Imagine What You Desire
Sidney, dal 21 marzo al 9 giugno
www.biennaleofsydney.com.au

ART E DOSSIER N. 308
ART E DOSSIER N. 308
MARZO 2014
In questo numero: MYTHOS ITALIEN L'Italia nell'immaginario europeo: dai caravaggisti olandesi alla Firenze del Grand Tour, dai sogni Art Déco ai vetrai muranesi. IN MOSTRA: Matisse, Ossessione Nordica, Montserrat, Este.Direttore: Philippe Daverio