Luoghi da conoscere
ANTICOLI CORRADO

I MODELLI
DEL BORGO

Susanna Paparatti

Affacciato sulla valle dell’Aniene, in provincia di Roma, a cinquecento metri di altezza, c’è Anticoli Corrado, piccolo paese medievale che a metà Ottocento attirò molti artisti italiani e stranieri in cerca di ispirazione e che conserva, anche grazie al suo museo, opere preziose.

Arroccato su una collina ricoperta da una rigogliosa vegetazione, che lo incastona quasi come una pietra preziosa, a ridosso dei monti che si affacciano sull’Aniene - le cui acque, dall’alto del piccolo borgo, non si lasciano scorgere tanta è la foltezza del verde - Anticoli Corrado (Roma), a cinquecento metri di altezza, è stato crocevia di quell’arte che a metà Ottocento qui si identificò nella natura incontaminata, fra i vicoli e le case simili a un presepe. 

Un villaggio abitato da persone molto ospitali, inconsapevoli che sarebbero diventate (soprattutto le donne) veri e propri modelli per le opere di pittori e scultori, protagonisti di un’arte che nel tempo avrebbe coniugato la tradizione del passato con stilemi di bellezza, forza e vigore in auge negli anni Venti del Novecento. 

Inizialmente, furono gli stranieri provenienti dal Nord Europa a cercare ispirazione nel territorio di Anticoli Corrado. Di un belga - non meglio identificato - sappiamo aver preso in affitto una stalla da una famiglia del luogo, la quale poi aprì una pensione per artisti. Danesi, svedesi, austriaci, svizzeri, francesi (uno di questi sposò per primo una modella anticolana), belgi, olandesi, inglesi, russi, tedeschi e, tra i primi italiani, solo nel 1868, Nino Costa, esponente dei macchiaioli che si legherà ai preraffaelliti inglesi e agli impressionisti francesi. Molto apprezzato da Jean-Baptiste Corot, Costa era solito accompagnarlo nei suoi soggiorni proprio nel piccolo paese laziale e nelle zone limitrofe dove il maestro francese stimolò la propria creatività grazie alle donne anticolane per dipingere Agostina, conservata alla National Gallery of Art di Washington. 

Un decisivo elemento di interesse per gli artisti, oltre ai caratteri somatici degli abitanti, fu il paesaggio naturale e urbano. Ogni luogo, dalle campagne alle piazze, diventa sfondo e scenario per gli artisti che prenderanno in locazione stalle, case sperdute nel verde o nel centro del paese, facendone i loro studi: nel 1935 ne furono censiti cinquantacinque. L’attrazione maggiore, però, riguardava l’agro del territorio, che, rispetto al contesto cittadino, esprimeva al meglio quel senso di completezza del creato facendo sentire l’uomo integrato e in armonia con la natura.


Le immagini di questo articolo riguardano Anticoli Corrado (Roma). Lo studio di Enrico Gaudenzi.

Un decisivo elemento di interesse per gli artisti, oltre ai caratteri somatici degli abitanti, fu il paesaggio naturale e urbano

Fausto Pirandello, Natura morta (1934), Anticoli Corrado (Roma), Civico Museo d'arte moderna e contemporanea, come tutte le opere presenti in questo articolo, dove non diversamente indicato.


Hans Lendorff, Le mendicanti (1904).

Un concetto ripreso anche da Gabriele D’Annunzio: «Attraverso lo studio l’artista coglie il ritmo della natura, ne comprende i processi creativi e nel trasferire sulla carta egli non fa che ripetere quei ritmi e quei processi creativi»(1). Influenzato dal vate fu Giulio Aristide Sartorio che nel 1918 produsse e girò ad Anticoli Corrado la scena finale di un sorta di “fantasia cinematografica” (dove donne e bambini con antichi costumi delle feste anticolane furono ripresi accanto a bambini “ignudi”), intitolata Il mistero di Galatea, trasposizione dei motivi dannunziani. Sappiamo però esserci state altre pellicole realizzate lì. Fra queste nel 1969 Il segreto di santa Vittoria di Stanley Kramer interpretato, fra gli altri, da Anna Magnani e Anthony Quinn. 

Impossibile narrare le vicende degli artisti senza menzionare le loro spose e modelle anticolane, i cui corpi e volti possiamo ritrovare rappresentati in capolavori conservati in musei e collezioni private internazionali. Donne che oltrepassarono il ruolo di muse ispiratrici per essere compagne e consigliere, madri e quando necessario “imprenditrici” dei mariti, in una sorta di intelligente emancipazione femminile. Nel lungo elenco, ricordiamo, tra le altre, Lina Ciucci (moglie di Adolfo De Carolis), Pompilia D’Aprile (consorte di Fausto Pirandello, rappresentante della Scuola romana e figlio del drammaturgo Luigi), Letizia Placidi (sposata con lo scultore Mimmo Spadini, figlio di Armando). 

Matrimoni singolari sono stati quelli delle sei sorelle degli artisti Mario e Carlo Toppi: Natalina e lo scultore Attilio Selva; Candida e Augusta, rispettivamente la prima e la seconda moglie del pittore Pietro Gaudenzi; Margherita e lo scultore svizzero Paul Osswald; Angelina e lo scultore Domenico Ponzi; Alberta e il pittore Aldo Zauli. Un caso particolare è stato poi quello di Pasquarosa Marcelli che, dopo aver sposato il pittore Nino Bertoletti, diverrà a sua volta pittrice di una certa fama.



Emanuele Cavalli, L'amicizia (1933).

Fa un certo effetto ancora oggi pensare che un paese così piccolo e non di transito abbia richiamato l’attenzione di artisti di ogni genere, alcuni dei quali decisero di trascorrervi uno o più periodi della propria vita, mentre altri ne fecero luogo eletto per concentrarsi, lavorare e soggiornarvi. In tempi diversi: Pablo Picasso, Oskar Kokoschka, Rafael Alberti e sua moglie, la scrittrice María Teresa León, Orazio Amato, Felice Carena, Emanuele Cavalli, Giuseppe Capogrossi, Virgilio Guzzi, Luigi Pirandello - che qui trovò ispirazione per scrivere I giganti della montagna (purtroppo non ultimato a causa della sua scomparsa) -, Auguste Rodin, Arturo Martini, già assistente di Maurice Sterne, che nel 1926 realizzò la cosiddetta fontana dell’Arca di Noè a piazza delle Ville. 

Il Civico Museo d’arte moderna e contemporanea di Anticoli Corrado - inaugurato nel 1935 dall’allora governatore di Roma Giuseppe Bottai - accoglie una collezione di opere realizzate dalla fine del XIX secolo da artisti stranieri in visita nel paese e da opere donate da artisti che fra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso lì vissero o dimorarono. Oggi, sono circa settecento fra dipinti, sculture, disegni e stampe. Ubicato nei locali del palazzetto donato al Comune dal principe Marcantonio Brancaccio, il museo è compreso nell’area dell’antico castello trasformato in palazzo baronale. Ospita mostre ed eventi in linea con la vocazione e la storia del luogo, come la prima edizione del premio Fausto Pirandello dedicato a giovani artisti. 

Contattando il museo - il cui patrimonio è in fase di digitalizzazione - è possibile visitare su appuntamento gli studi o le abitazioni di alcuni maestri (ora diventate “case- museo”), la cui memoria è preservata e divulgata grazie alla passione dei loro familiari. Tra i luoghi visitabili troviamo lo studio del pittore Enrico Gaudenzi, figlio di Pietro; dello scultore Attilio Selva e di suo figlio, il pittore e mosaicista Sergio; dello scultore Domenico Ponzi e nella chiesa di San Pietro, allora sconsacrata, l’ex studio di Arturo Martini. Poco fuori dal centro, possiamo vedere solo dall’esterno villa San Filippo, che ospitò Eric Hebborn e Luigi Pirandello; ai piedi del paese, gli studi della Gliva Murata(2) (una zona dalla quale gli artististi potevano godere di bellissimi scorci) dove lavorarono Capogrossi, Kokoschka, Cavalli, Fausto Pirandello, Peter Lanyon e molti altri e, vicino a piazza delle Ville, la casa di Pompilia d’Aprile dove alloggiò assieme a Fausto Pirandello e ai loro figli.



Il Civico Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Anticoli Corrado, inaugurato nel 1935, accoglie una collezione di circa settecento opere tra dipinti, sculture, disegni e stampe


Dall’alto: veduta degli studi della Gliva Murata (una zona appena fuori dal centro del paese), dove lavorarono artisti quali Capogrossi, Kokoschka, Cavalli, Fausto Pirandello, Peter Lanyon; Arturo Martini, fontana dell’Arca di Noè (1926), piazza delle Ville; una sala del Civico Museo d’arte moderna e contemporanea.

Domenico Ponzi, Anna (1953).


Lo studio di Attilio Selva e del figlio Sergio.


Domenico Ponzi, Nudo (Dopo la tempesta o Sogno di quiete) (1941).

ART E DOSSIER N. 404
ART E DOSSIER N. 404
DICEMBRE 2022
In questo numero: FINESTRE SULL’ARTE: Crivelli, una rivelazione di Federico D. Giannini; BLOW UP: Avedon - di Giovanna Ferri; GRANDI MOSTRE. 1 - Olafur Eliasson a Firenze - Ognuno vede a modo suo di Lauretta Colonnelli; 2 - Freud a Londra - Quel senso di tragicità a fior di pelle di Valeria Caldelli; ....