Una importante produzione grafica si accompagna all’opera pittorica di Toyen. L’artista adopera soprattutto l’illustrazione come disvelamento erotico (un esempio sono le immagini per la “Erotická revue” edita da Štyrský e quelle dell’edizione ceca di Justine di Sade) e denuncia politica. Allo scoppiare del conflitto mondiale e dell’egemonia nazista, Toyen crea tre cicli di disegni e omonimi volumi: Tir del 1939, con testo di Karel Teige, Les spectres du désert (1937-1938) con testi di Heisler (poeta di origine ebraica che la pittrice nasconde durante la guerra nella sua abitazione), Breton e Péret e Cache-toi guerre! del 1944, sempre con scritti di Heisler. Le illustrazioni contenute in queste pubblicazioni esprimono una cruda realtà di desolazione e violenza. Corpi mozzati, torsi d’uomo, teste o scheletri d’animali selvatici, prede di cacciatori, a loro volta prede, squarciati da invisibili carnefici, in un gioco di ripetuta crudeltà dove alla moltiplicazione di oggetti quali noci, proiettili o ghirlande al valore, si associa un senso di claustrofobica angoscia, in un vuoto asfissiante che è relitto, carcassa e assenza di vita. Tra grovigli di filo spinato appaiono alberi secchi, gabbie e soprattutto stormi di uccelli e branchi di pesci che rappresentano il popolo innocente votato al martirio o masse di seguaci in balia della corrente. Forchette, tavole apparecchiate, semi e mangiatoie raffigurano il cibo che è simbolo di sostentamento ma anche di seduzione. La grande sofferenza che Toyen esprime in questi disegni trova eco anche in pittura.
Štyrský muore nel 1942, Toyen e Heisler dopo aver esposto a Praga nel 1945, fuggono dalla dittatura staliniana e si installano definitivamente a Parigi nel 1947. Qui lo stesso anno l’artista ceca è presente con le sue opere alla Denise René Galerie, partecipa alla grande collettiva Le Surréalisme en 1947; nel frattempo le mostre e le collaborazioni con il gruppo di Breton riprendono a pieno ritmo.
Il titolo del quadro L’uno nell’altro (1961) riprende il gioco surrealista di identificare in un oggetto qualcosa che ne evochi un altro. Toyen continua a dipingere e soprattutto a illustrare testi e poemi dei membri del gruppo, nel 1970 collabora con le Éditions Maintenant insieme a Radovan Ivšić e Annie Le Brun, realizzando oltre a illustrazioni numerosi collage (attività che la accompagna nell’ultima fase del suo percorso creativo). L’artista si spegne a Parigi nel 1980, lasciando una importante produzione in cui arte, politica, poesia, onirismo si mescolano e brillano nel firmamento surrealista sotto lo sguardo attento del suo creatore André Breton che nel testo per la prefazione alla personale dell’artista nel 1947 scrive: «Uno dei segreti di Toyen - ma non ne saprai di più - è che attraverso una scala di seta tutto ciò che lei tocca è collegato al mio canto»(3) e ancora in Le surréalisme et la peinture ne celebra l’arte evocandone con emozione «il volto decorato di nobiltà, il tremore profondo e al contempo la resistenza rocciosa rispetto ai più infuriati assalti, e i cui occhi sono spiagge di luce»(4).
IN MOSTRA
Dopo essere stata presentata a Praga e ad Amburgo, la retrospettiva Toyen, l’écart absolu dedicata alla grande surrealista ceca (1902-1980) è in corso al Musée d’Art Moderne de Paris fino al 24 luglio (orario 10-18, lunedì chiuso, www. mam.paris.fr). A cura di Annie Le Brun, in collaborazione con Annabelle Görgen-Lammers (Hamburger Kunsthalle, Amburgo) e Anna Pravdová (Národní Galerie, Praga), il percorso espositivo, accompagnato da un catalogo edito da Paris Musées, si sviluppa attraverso centocinquanta opere tra dipinti (quali Una notte negli oceani, 1931; Tutti gli elementi, 1950), disegni, libri, collage (come le maschere per lo spettacolo teatrale Re Gordogan di Radovan Ivšić, 1976), che raccontano i momenti salienti della carriera di una artista anticonvenzionale. Completamente immersa nei movimenti radicali del suo secolo, Toyen già diciassettenne a Praga, sua città natale, frequenta i circoli anarchici e comunisti. Dotata di un temperamento spiccatamente individualista, libero e ribelle, la sua arte è caratterizzata da sentieri non battuti verso l’esplorazione dell’ignoto, del mistero e di nuove aree di consapevolezza.