Grandi mostre. 3
DANTE E LE ARTI FIGURATIVE A FORLÌ

L’universo
di un immortale
visionario

AI MUSEI SAN DOMENICO LA PIÙ GRANDE ESPOSIZIONE DEDICATA A DANTE E ALLA SUA DIVINA COMMEDIA CELEBRA I SETTECENTO ANNI DALLA MORTE DEL SOMMO POETA CON UN LUNGO PERCORSO VISIVO, DAL MEDIOEVO AL NOVECENTO, QUI DESCRITTO DAL CO-CURATORE.

Fernando Mazzocca

In un percorso in parte ampliato e rinnovato rispetto alle mostre precedenti, gli spazi monumentali dei Musei San Domenico di Forlì ospitano l’esposizione più vasta mai dedicata alla figura di Dante e alla fortuna della Divina commedia. Realizzata in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi, si presenta, tra le molte rassegne previste in questo anno celebrativo della morte del poeta come l’impresa più completa nel toccare i vari aspetti dell’universo dantesco e nell’indagare nei secoli i rapporti con le arti figurative. 

Dante è il padre della moderna civiltà europea, come Omero lo è di quella antica. Dante, come Omero e Shakespeare, ha rappresentato e continua a rappresentare uno dei vertici più alti mai raggiunti dall’arte e dall’immaginazione dell’uomo. La sua universalità e la rinnovata popolarità lo rendono ancora molto attuale. 

La Divina commedia, considerata con l’Iliade e l’Odissea l’opera letteraria più straordinaria che ingegno umano sia stato in grado di concepire, è stata fonte di ispirazione nei secoli per gli artisti d’Italia e d’Europa. 

Padre della lingua e della letteratura italiane, Dante è sempre stato e rimane una delle maggiori figure di riferimento per l’identità del nostro paese. Prima di rievocare gli artisti che si sono cimentati nella grande sfida di rendere in immagini adeguate la potenza visionaria della Divina commedia, o hanno trattato tematiche simili a quelle dantesche, la mostra ha una sua solenne e spettacolare introduzione negli spazi grandiosi della chiesa sconsacrata di San Giacomo dove è inscenata, grazie a prestiti eccezionali tra il Medioevo e il Rinascimento - Cimabue, Giotto, Taddeo Gaddi, l’Orcagna, Beato Angelico, Signorelli e Michelangelo -, una sorta di gloria di Dante, testimoniando l’influenza decisiva della sua opera sui grandi cicli relativi al tema del Giudizio universale. Non bisogna dimenticare che la potenza visiva e immaginativa dello stesso Michelangelo della Sistina è stata sempre abbinata a quella di Dante. La mostra poi prosegue, prima di addentrarsi nella prima tradizione illustrata della Commedia, con la più precoce iconografia dantesca a partire dal celebre affresco staccato (e trasferito su tela) di Andrea del Castagno, proveniente dagli Uffizi. In questo capolavoro compare quell’immagine eroica di Dante, quale campione tra gli illustri italiani, destinata a tramandarsi nei secoli sino alle celebrazioni del Risorgimento che ritroveremo più avanti nel percorso. 


I PERSONAGGI DI DANTE SIMBOLI DELLE INQUIETUDINI DELL’UOMO CONTEMPORANEO, ALLA DOLOROSA RICERCA DELLA SUA IDENTITÀ


È poi la volta degli splendidi codici miniati, seguiti dalle edizioni a stampa che, riccamente illustrate, testimoniano dal XV al XIX secolo l’enorme fortuna goduta dalla Divina commedia. Un altro tema è quello del rapporto tra Dante e l’antico. A partire naturalmente da quella della sua guida, Virgilio, emergono le effigi dei maggiori autori greci e latini citati e incontrati nella Commedia, in particolare nel limbo, come Omero, Ovidio, Lucano, Platone, Democrito, Cicerone, Seneca, Euclide. Mentre accanto ai grandi spiriti pagani non mancano i santi cristiani Agostino, san Tommaso e san Buonaventura, Gregorio Magno che emergono nella luce del paradiso.


Sascha Schneider, Giuda Iscariota (1923), Dresda, Albertinum.

Gaetano Previati, Il sogno (1912).


Andrea del Castagno, Dante Alighieri (1448-1449), Firenze, Gallerie degli Uffizi.

Dopo la breve stagione rinascimentale, si passa all’esaltante riscoperta neoclassica e preromantica di Dante, segnata dal genio dei grandi pittori e illustratori che, come Flaxman, Füssli, Blake, Koch, si sono misurati con la nuova categoria estetica del sublime. La Divina commedia, come del resto anche le tragedie di Shakespeare, venne rivalutata come un repertorio straordinario di temi terribili ma universali, e come chiave di accesso per capire e apprezzare l’arte del Medioevo e dei pittori cosiddetti Primitivi, come Giotto o i maestri del Camposanto di Pisa considerati come equivalente visivo del poema dantesco. Anche se l’ideale riferimento visivo per rappresentare il mondo dantesco rimane Michelangelo. 

Nella stagione del romanticismo la fortuna iconografica di Dante e della Divina commedia è esplosa diventando un fenomeno europeo. Tra gli episodi e i personaggi del poema, Paolo e Francesca, il conte Ugolino, Farinata, Pia de’ Tolomei sono quelli che più hanno colpito l’immaginario collettivo creando una nuova mitologia moderna che si è andata sostituendo a quella antica anche nelle scelte degli artisti. 

I nazareni tedeschi, i grandi romantici francesi, come Delacroix e Ary Scheffer, ma anche il classicista Ingres, e poi ancora gli accademici Cabanel e Bouguereau, e i protagonisti del romanticismo storico in Italia, come Diotti, Sabatelli, Bezzuoli, Morelli, e poi gli scultori, hanno saputo rappresentare e rendere attuali le passioni che agitano i protagonisti del poema. Ma sono stati ancora i preraffaelliti inglesi, e in particolare Dante Gabriel Rossetti - di origine italiana -, a proiettare con i loro dipinti la vita di Dante e la sua opera nell’immaginario collettivo universale. 

Grazie alle audaci sperimentazioni dei geni che hanno traghettato la scultura (Carpeaux e Rodin), e la pittura (Previati e Boccioni) nella modernità, i personaggi di Dante diverranno simboli delle inquietudini dell’uomo contemporaneo, alla dolorosa ricerca della sua identità.


Nicola Monti, L’incontro di Paolo e Francesca (1810), Firenze, Gallerie degli Uffizi.

Giulio Aristide Sartorio, La morte, dal ciclo Il poema della vita umana (1906- 1907), Venezia, Fondazione Musei civici di Venezia.


Beato Angelico, Giudizio universale (1425-1428), Firenze, museo di San Marco.

Dante. La visione dell’arte

Forlì, Musei San Domenico
a cura di Antonio Paolucci e Fernando Mazzocca
dal 1° aprile all’11 luglio
catalogo Silvana Editoriale
www.mostradante.it

ART E DOSSIER N. 386
ART E DOSSIER N. 386
APRILE 2021
In questo numero: KLIMT RITROVATO. MOSTRE A PRIMAVERA: Koudelka a Roma; Arte e musica a Rovigo; Dante a Forlì e Ravenna; Arte pompeiana a Roma. LUOGHI SPECIALI: I tesori di Sanpa a Rimini; Flavin e la chiesa rossa a Milano; Il teatro Andromeda ad Agrigento. LETTURE D'OPERA: Un giovane alla moda per Fra Galgario; Le fatiche astrologiche di Ercole. Direttore: Claudio Pescio