Arte contemporanea


CHIARA FUMAI
AL PECCI

Cristina Baldacci

Dopo l’omaggio che, in seguito alla prematura scomparsa, il padiglione Italia le ha riservato all’ultima Biennale di Venezia (2019), presentando il suo lavoro insieme a quello di Liliana Moro ed Enrico David lungo il filo rosso tematico del “labirinto”, Chiara Fumai (1978-2017) torna a essere protagonista al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato. Con una retrospettiva, Poems I Will Never Release (2007-2017), che ripercorre il decennio centrale della sua attività di performer, poetessa e femminista anarchica. 

Il titolo si riferisce all’ultimo autoritratto di Fumai, la cui personalità artistica si è riverberata in una serie di alter ego, soprattutto femminili, a volte anche maschili. Da un lato, le circensi Annie Jones e Zalumma Agra, la brigatista Ulrike Meinhof, la spiritista Eusapia Palladino, la rivoluzionaria Rosa Luxemburg, la femminista Carla Lonzi; dall’altro, il mago Houdini e Nico Fumai, che, pur essendo omonimo del padre dell’artista, è un personaggio fittizio. 

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, nell’allusione a quelle ipotetiche «poesie che non scriverò mai» non c’è né malinconia, né rammarico. Si tratta piuttosto di una constatazione, che potrebbe anche essere interpretata come manifesto poetico, dal momento che Fumai si è sempre appropriata delle parole altrui, immedesimandosi e ridando corpo, dunque voce, a figure femminili rimaste inascoltate, ai margini, oppure del tutto oscurate dalla storia. 

Costruire un percorso retrospettivo (come hanno fatto i curatori della mostra Milovan Farronato e Francesco Urbano Ragazzi, in collaborazione con la direttrice del museo, Cristiana Perrella) per raccontare la pratica di un’interprete caleidoscopica che, pur avendo lasciato molte tracce di sé, tra cui, disegni, collage, scritti e oggetti “devozionali”, si è rifiutata di documentare le sue azioni performative, è impresa tutt’altro che semplice. 

Oltre al rischio di cadere in interpretazioni forzate o eccessivamente personali, c’è la difficoltà di trovare un formato espositivo efficace per far comprendere il lavoro dell’artista al pubblico. Forse anche per questo, e per la necessità di dover rispecchiare una pratica in continuo divenire, la retrospettiva di Fumai non poteva che essere aperta e itinerante. Partita nel 2020 dal Centre d’Art Contemporain Genève di Ginevra, dopo il Pecci di Prato, per i prossimi due anni si sposterà a La Loge di Bruxelles e alla Casa Encendida di Madrid.


AL PECCI DI PRATO UNA RETROSPETTIVA PER RICORDARE CHIARA FUMAI, PERFORMER, POETESSA E FEMMINISTA ANARCHICA, PREMATURAMENTE SCOMPARSA


Veduta della mostra Chiara Fumai. Poems I Will Never Release (2007–2017), Prato, Centro Luigi Pecci, dal 2 aprile al 29 agosto.

Chiara Fumai. Poems I Will Never Release (2007-2017)

Prato, Centro per l’arte contemporanea
Luigi Pecci
2 aprile - 29 agosto
www.centropecci.it

ART E DOSSIER N. 386
ART E DOSSIER N. 386
APRILE 2021
In questo numero: KLIMT RITROVATO. MOSTRE A PRIMAVERA: Koudelka a Roma; Arte e musica a Rovigo; Dante a Forlì e Ravenna; Arte pompeiana a Roma. LUOGHI SPECIALI: I tesori di Sanpa a Rimini; Flavin e la chiesa rossa a Milano; Il teatro Andromeda ad Agrigento. LETTURE D'OPERA: Un giovane alla moda per Fra Galgario; Le fatiche astrologiche di Ercole. Direttore: Claudio Pescio