SCRITTI. 1958-2012
Enrico Castellani (1930- 2017) è fra gli artisti italiani più notevoli del secondo dopoguerra. La fama dell’artista ha varcato i confini del nostro paese per giungere fino negli Stati Uniti, dove ha esposto spesso, come peraltro in molte altre parti del mondo.Oggi le sue opere sono battute a cifre milionarie. Non sempre però i valori dei dipinti sul mercato corrispondono a un’effettiva qualità delle opere proposte. Non è questo il caso di Castellani, ammirato da collezionisti, studiato dai critici per le sue tele “estroflesse” e non solo: per quei materiali poveri, come i chiodi («le punte», come le chiamava), per quel dominio del colore bianco, in sintonia con le ricerche svolte con l’amico fraterno, e sodale, Piero Manzoni, di tre anni più giovane di lui. In attesa che Skira dia alle stampe il terzo tomo del catalogo ragionato dell’opera di Castellani (i primi due, dedicati agli anni 1955- 2005, sono usciti nel 2012), Abscondita pubblica gli scritti dell’artista dal 1958 al 2012. Il curatore Federico Sardella ha qui ben riunito non solo i testi già noti e studiati, presenti anche nel catalogo sopra citato, ma anche diversi inediti, più intimi. Questi scritti, di solito brevissimi, in veste di appunti o di lettere mai inviate in tale forma, svelano aspetti di grande poesia e raffinatezza. E confermano, ancora una volta, la profondità del pensiero e delle amicizie del loro autore. Valga per tutte lo scritto dedicato a Piero Manzoni. Con lui, fra le altre cose, Castellani aveva fondato nel 1959 “Azimuth”: rivista epocale, ancorché uscita solo per due numeri. Piero Manzoni scomparve, com’è noto, il 6 febbraio 1963. Aveva trent’anni. Per Castellani fu uno strazio, una perdita mai risarcita. La “lettera” che gli scrive è rivolta a un Piero Manzoni che pare trovarsi ancora con gli altri al bar Giamaica di Milano. Proprio come poche ore prima, quando aveva bevuto realmente l’ultima bottiglia con l’amico. Mentre gli scrive, Piero però è morto, e quella della sera prima era stata davvero l’ultima bottiglia.