Blow up


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photolux festival

di Giovanna Ferri

paolo Pellegrin. Frontiers (Bard, Aosta, Forte di Bard, fino al 26 novembre, www.fortedibard.it) documenta la disperata ricerca di chi lascia il proprio paese per trovare condizioni di vita migliore. Del fenomeno migratorio drammaticamente attuale, il fotografo italiano (1964), vincitore della Medaglia d’oro Robert Capa e di dieci World Press Photo nonché membro di Magnum Photos dal 2011, si fa interprete mettendo in campo non solo le sue riconosciute abilità di fotogiornalista ma soprattutto quelle di uomo che usa l’obiettivo per sondare la realtà, porsi delle domande di fronte alle guerre, al dolore e all’ecatombe senza fine nel Mediterraneo. Immagini realizzate nel 2015 che lasciano spazio all’osservatore per interrogarsi, a sua volta, e costruirsi il proprio punto di vista. L’esposizione è accolta nel nuovo spazio del complesso monumentale di Bard inaugurato a fine aprile: Il Ferdinando, Museo delle fortificazioni e delle frontiere. Nan Goldin. The Ballad of Sexual Dependency (Milano, La Triennale, fino al 26 novembre, www.triennale.org) è uno “slideshow” di circa settecento immagini accompagnate da musiche che vanno dalle canzoni d’amore al genere punk. Un diario visivo intimo, intenso e spesso scioccante iniziato dalla fotografa americana (1953), nata da genitori ebrei, all’inizio degli anni Ottanta per registrare con crudo realismo la vita dissoluta ed edonistica di New York. Una testimonianza autobiografica che vede la Goldin ritratta nella quotidianità insieme alle persone della sua “famiglia allargata” con cui ha condiviso situazioni di amicizia e trasgressione, bisogno di relazione e di affermazione individuale. Un racconto che trova nell’uso del colore una forza espressiva radicale e unica e divenuto punto di riferimento per un nuovo modo di fare fotografia. Photolux Festival. Biennale internazionale di fotografia (Lucca, sedi varie, dal 18 novembre al 10 dicembre, www.photoluxfestival. it) dedica l’edizione di quest’anno ai fotografi che hanno rivolto il loro sguardo al Mediterraneo. Nelle oltre venti mostre, troviamo sia chi come il belga Nick Hannes (1974) o l’irlandese Richard Mosse (1980) ha focalizzato l’attenzione sulla tragedia dell’emergenza umanitaria, legata ai flussi migratori, sia chi come il pittore francese Jacques-Henri Lartigue (1894-1986) ha trovato nella sua passione più riservata, la fotografia, il modo per tenere memoria della propria esistenza e delle persone a lui care.


Paolo Pellegrin, Migranti eritrei (27 luglio 2015).


Nan Goldin, Trixie on the Cot, New York City 1979.


Jacques-Henri Lartigue Gérard Willemetz e Dani, Royan, luglio 1926.

ART E DOSSIER N. 348
ART E DOSSIER N. 348
Novembre 2017
In questo numero: PICASSO E TOULOUSE-LAUTREC tra Madrid e Milano. VISIONE E INGANNO Escher e Cartier-Bresson. IN MOSTRA: Arte ribelle a Milano, De Stijl, Dutch Design e Dutch Masters in Olanda, Cuno Amiet a Mendrisio, Peyton e Claudel a Roma, Van Gogh a Vicenza, Rinascimento giapponese a Firenze.Direttore: Philippe Daverio