Arte contemporanea


APRE IL MACAN
DI GIACARTA

di Cristina Balducci

anche Giacarta avrà il suo primo museo di arte moderna e contemporanea, il MACAN, che, dopo un programma estivo di preview con incontri e performances, apre ufficialmente il 4 novembre con una collettiva curata da Charles Esche (con Agung Hujatnika), direttore del Van Abbemuseum di Eindhoven. In concomitanza, inaugurano anche la Biennale di Jakarta (4 novembre - 11 dicembre) e la Biennale di Jogja (2 novembre - 10 dicembre).

La mostra, dal titolo Art Turns. World Turns. Exploringthe Collection of Museum MACAN (fino al 18 marzo2018) presenterà parte dellacollezione del museo, il cuinucleo è costituito da circaottocento opere di arte indonesianae internazionale- soprattutto europea, statunitense e asiatica - messe a disposizione con un prestito permanente da Haryanto Adikoesoemo, imprenditore e collezionista locale, nonché fondatore-finanziatore del MACAN. Alter ego asiatico di François Pinault e Bernard Arnault, Adikoesoemo è un magnate del lusso e della logistica nel campo chimico-energetico, e come i suoi emuli occidentali, negli ultimi vent’anni, si è aggiudicato a suon di milioni capolavori di star come Jeff Koons, Damien Hirst, Gerhard Richter e Yayoi Kusama, tra le poche artiste donne a detenere non solo un primato di fama, ma anche di vendita. L’ultimo suo record: il dipinto White No. 28 del 1960 battuto all’asta da Christie’s a New York nel novembre 2014 per ben 7, 109 milioni di dollari.

Il confronto tra le tendenze asiatico-indonesiane degli ultimi due decenni e quelle occidentali è il tema della mostra inaugurale del MACAN - Museo di arte moderna e contemporanea di Giacarta



Tra i nomi autoctoni, Sudjana Ker ton, Trubus Soedarsono, Nashar, Raden Saleh, S. Sudjojono, FX Harsono e Arahmaiani, artisti pressoché sconosciuti al pubblico occidentale, i cui lavori sono stati mostrati raramente anche in Indonesia. Lo scopo della mostra inaugurale è costruire una sorta di contro-storia dell’arte che mostri l’evoluzione delle tendenze asiatico-indonesiane degli ultimi due decenni a confronto con quelle occidentali. Suddiviso in quattro sezioni tematiche (“Land, Home, People”; “Independence and After”; “Struggles around Form and Content”; “The Global Soup”), il percorso espositivo metterà per esempio in relazione la Pop Art europeo-americana con il Pop politico e il Realismo cinico cinese; e presenterà movimenti come il Mono-ha, una sorta di “arte povera” giapponese, il Superflat, pittura “superpiatta”, sempre giapponese, di cui è maestro Takashi Murakami, o il Dansaekhwa, pittura minimalista- monocromatica coreana.
A coordinare le attività del MACAN sarà il direttore Aaron Seeto, che precedentemente è stato curatore di arte asiatico-oceanica alla Queensland Art Gallery in Australia. In programma per il futuro, oltre ai riallestimenti della collezione, ci sono mostre temporanee, molte delle quali dedicate a esperienze e linguaggi artistici indonesiani e del Sud-Est asiatico, collaborazioni e scambi con musei internazionali, e committenze di nuovi lavori a favore degli artisti locali. Il progetto dell’edificio si deve invece allo studio architettonico MET di Londra, che ha riservato duemila metri quadrati allo spazio espositivo e altri cinquecento a un giardino di sculture al coperto.


Yayoi Kusama, Infinity Mirrored Room - Brilliance of the Souls (2014).

ART E DOSSIER N. 348
ART E DOSSIER N. 348
Novembre 2017
In questo numero: PICASSO E TOULOUSE-LAUTREC tra Madrid e Milano. VISIONE E INGANNO Escher e Cartier-Bresson. IN MOSTRA: Arte ribelle a Milano, De Stijl, Dutch Design e Dutch Masters in Olanda, Cuno Amiet a Mendrisio, Peyton e Claudel a Roma, Van Gogh a Vicenza, Rinascimento giapponese a Firenze.Direttore: Philippe Daverio