Jakob Tuggener. Fabrik 1933-1953/Nuits de Bal 1934-1950 (Bologna, Fondazione Mast, fino al 17 aprile, www.mast.org) è il titolo della doppia retrospettiva dedicata al fotografo svizzero (1904-1988) interessato a ritrarre sia il mondo industriale sia quello scintillante del jet set, entrambi degni della sua attenzione ispirata dal cinema espressionista degli anni Venti. Testimonianza del primo, centocinquanta stampe originali in parte tratte dal suo volume Fabrik (1943); del secondo, diversi scatti realizzati da Tuggener negli anni Trenta - Cinquanta palesano la capacità dell’artista - per la prima volta in mostra in Italia - di cogliere con la sua Leica aspetti più o meno macroscopici della vita mondana dell’epoca.
Daido Moriyama in Color (Modena, Fondazione fotografia - Foro Boario, dal 6 marzo all’8 maggio, www.fondazionefotografia.org) prosegue il suo tour dopo la tappa milanese terminata a gennaio. Centotrenta immagini a colori di fine anni Sessanta - primi anni Ottanta, ripescate da Moriyama (1938) nel suo vasto archivio, rappresentano l’altra faccia della produzione dell’autore giapponese che dalla strada trae nutrimento per raccontare esperienze uniche e irripetibili. Se nel bianco e nero tutto ruota attorno al gioco degli opposti aspri e taglienti, a visioni sgranate e sfocate, nel colore ogni frammento si addolcisce pur mantenendo un alto livello di intensità.
Somewhere. Luisa Menazzi Moretti (Passariano di Codroipo, Udine, Villa Manin - Esedra di Levante, dal 12 marzo al 15 maggio, www. villamanin.it) raccoglie il lavoro della fotografa udinese (1964) curiosa di spingere il suo sguardo oltre la superficie della realtà sensibile. Un percorso espositivo che si configura come un racconto in continuo divenire. Nella serie Solo, per esempio, Menazzi Moretti affronta il tema della morte come momento di passaggio verso un “altrove” carico di interrogativi e forse vagamente percepibile attraverso una fervida e inesauribile immaginazione.