Arte in copia
Al and Al

odissee
neL muLtiverso

di Cristina Baldacci

Passioni diverse: metafisica, teologia, mistica l’uno, fotografia di moda l’altro. Eppure le strade di Al and Al si incrociano trovando nella produzione di film un piano che supera la distanza fra i loro interessi. Film dove tecnologia, musica, scienza si mescolano a mondi paralleli ai confini di spazio e tempo.

La loro storia è di per sé un film. Ancora prima di conoscersi, i due artisti e filmmaker inglesi Al and Al hanno già molte cose in comune, tanto che il loro incontro sembrerebbe essere predestinato. Condividono non solo lo stesso anno di nascita (1973) e luogo di provenienza (Manchester), ma anche lo stesso nome di battesimo, Alan James Edwards. A dividerli è soltanto il cognome: Holmes per l’uno e Taylor per l’altro.

Al Holmes è attratto dall’aspetto metafisico della vita: dopo un’infanzia passata nello studio del nonno, un ingegnere con la passione per le invenzioni e la scienza, studia teologia e mistica. Al Taylor invece si appassiona presto alla fotografia e inizia a lavorare come fotografo di moda, accanto a grandi nomi, tra cui Richard Avedon. Nel 1997 i due, che ancora non si conoscono, decidono di visitare il cottage di Derek Jarman (1942-1994) a Dungeness nel Kent, dove il regista e artista sperimentale britannico - icona gay ammalatasi di Aids nel 1986 -, passò i suoi ultimi anni dedicandosi anche al giardinaggio (l’abitazione è infatti famosa per il suo giardino, nonostante il podere sia non lontano da una centrale elettronucleare).

Icarus at the Edge of Time, una reinterpretazione del mito di Icaro, è un viaggio all’interno di un buco nero


Quel luogo segna l’inizio del loro sodalizio. L’anno successivo si iscrivono entrambi alla Saint Martins School of Art di Londra (dove si diplomeranno nel 2001) e cominciano a progettare i primi film insieme. Il loro nome d’arte arriva in seguito e non è frutto di una decisione premeditata, ma del caso: è l’amica attrice Rachel Weisz che durante una festa inizia a chiamarli con il diminutivo Al and Al. A loro piace e da quel momento diventa il loro marchio di fabbrica.


Nel giro di pochi anni i due artisti ottengono numerosi riconoscimenti e premi: i loro film vengono commissionati da importanti istituzioni e fondazioni e presentati internazionalmente da musei, festival cinematografici e manifestazioni scientifiche. Questo rapido successo si deve alla particolarità del loro lavoro, che è multimediale nel linguaggio e nei contenuti, poiché indaga la realtà tecnologica e la trasformazione del nostro modo di vivere in un mondo in cui rapporti ed esperienze diventano ogni giorno più virtuali. E lo fa accostando in modo sorprendente arte e scienza, immagine e musica, verità e simulazione.

I film di Al and Al nascono infatti da una lunga ricerca e da una complessa tecnica di montaggio che unisce la performance dal vivo alla progettazione computerizzata degli spazi e degli ambienti in cui gli attori si trovano ad agire. Non a caso, uno dei loro ultimi progetti, Icarus at the Edge of Time (2010), ha visto la collaborazione di celebrità in campo artistico e scientifico, come il compositore Philip Glass, il fisico Brian Greene, lo scrittore teatrale David Henry Hwang, e un testimonial d’eccezione, Stephen Hawking, che ha introdotto il film in occasione della sua presentazione al World Science Festival presso il Lincoln Center di New York.
Quest’opera propone un’affascinante reinterpretazione del mito di Icaro immaginando non un volo verso il sole, ma un viaggio all’interno di un buco nero, il più misterioso degli elementi della galassia, dove viene meno ogni nostra concezione di spazio, tempo e materia. Il racconto per immagini è accompagnato, oltre che da una voce narrante, dall’esecuzione live della colonna sonora da parte di un’orchestra: ecco perché la proiezione viene di solito messa in scena in un auditorium.

Icarus at the Edge of Time è parte di una sorta di cosmologia più ampia che gli artisti hanno concepito nel tempo rifacendosi alla teoria fisica del multiverso, che ipotizza l’esistenza di dimensioni spazio-temporali parallele al nostro universo. Questa loro visione del mondo (o dell’“extramondo”) sarà in mostra a Home, nuovo spazio espositivo e culturale di Manchester dedicato alle diverse forme d’arte, con il titolo Al and Al: Incidents of Travel in the Multiverse (6 febbraio - 10 aprile).

Insieme al viaggio di Icarus at the Edge of Time, verranno presentate altre due avventure tra il futuristico e il fantascientifico. The Creator (2012), i cui protagonisti sono intelligenze artificiali che, come figli in cerca del padre, intraprendono un percorso “psicanalitico” alla scoperta del loro inventore (il film è stato prodotto per il centenario della nascita di Alan Turing). E The Demiurge (2015), dove una navicella spaziale - quasi un’arca di Noè o una capsula del tempo -, carica di uno squadrone di cloni femminili geneticamente modificati (in questo caso siamo dunque alle prese con le biotecnologie e gli studi sul Dna), parte alla ricerca di una cura contro la morte. Questo racconto si basa sull’idea, in origine filosofica, poi anche fisica e astronomica, della panspermia, ovvero della possibilità che l’universo abbia avuto origine grazie a una propagazione di particelle identificabili come “semi della vita”.

Come scrive il fumettista scozzese Grant Morrison nella pubblicazione che accompagna la mostra, una sorta di diario di viaggio (o “travelogue”) che spiega e completa l’eclettico immaginario dei due artisti: «Il nostro attuale modello multiversale suggerisce la possibilità di universi madre/figlia che si alimentano l’un l’altro in infinite schiere di frattali autoreferenziali - dove ogni nuovo sviluppo germoglia da una precedente iterazione come una bacca da un ramo o come delle bollicine in un bicchiere di champagne… Ci sono altri universi là fuori, lontano dalla luce dei nostri fari; universi mancati e vuoti che aspettano un nostro gesto fecondante»(*).


(*) Da Postcards from Parallel Worlds, serie di scritti di Grant Morrison che faranno parte di Incidents of Travel in the Multiverse, la pubblicazione dedicata ad Al and Al in uscita presso Cornerhouse Publications (febbraio 2016). Traduzione di chi scrive.

Al and Al. Incident of Travel in the Multiverse

a cura di Bren O’Callaghan e Sarah Perks
Manchester, Home
dal 6 febbraio al 10 aprile

www.homemcr.org

ART E DOSSIER N. 328
ART E DOSSIER N. 328
GENNAIO 2016
In questo numero: DAGLI IMPRESSIONISTI A PICASSO Capolavori dal Detroit Institute of Arts in mostra a Genova. COME TI VESTI DIAVOLO? L'inferno cinese, in frac e cilindro, demoni latini, le corna apotropaiche, il lato oscuro di Giovanni Gastel. IN MOSTRA De Chirico, Lam, El Greco. Direttore: Philippe Daverio