Di che segno sei?
di Haydée Rodinis


henri matisse

Un Capricorno doc

si nasce in un luogo preciso in un giorno preciso, a un’ora precisa. E come il vino di una particolare vendemmia, ogni essere umano porta con sé le caratteristiche di quell’anno, di quella stagione. Di questo parla l'astrologia: niente di più, niente di meno. Così diceva Jung all’inizio del secolo scorso. Possiamo concordare con lo psichiatra svizzero: se l’astrologia proviene da «un desiderio inconscio e collettivo» d’immaginare il futuro e agire sugli accadimenti di ciascuno di noi, e se forse non è una scienza, «non è neppure una superstizione». Può anzi essere interpretata anche dai più scettici come una disciplina che si basa su associazioni simboliche e che contiene «certi dati di fatto psicologici». Senza pretese di scientificità, ma senza falsare alcuna notizia e dato, divertiamoci allora in questa nuova rubrica a individuare le possibili consonanze fra artisti celebri e il loro segno zodiacale. 

Cominciamo con Matisse. Era nato sotto Saturno, il pianeta che governa il segno del Capricorno, il 31 dicembre del 1869. Saturno è il sesto pianeta del sistema solare: è il “signore degli anelli”, e secondo una remota tradizione, rinvigorita nel Cinquecento, Saturno è il pianeta degli artisti e della malinconia, del gelo e dell’oscurità. I figli di Saturno sono di natura fredda, diceva Abu Ma’shar, astrologo persiano del IX secolo (in portoghese “soturno” significa scuro, costante). Ma un altro arabo, al Kindi, specificava che questo pianeta emana coi suoi raggi forze trascendenti che penetrano in ogni parte del mondo. Perfino Shakespeare parlerà del carattere malinconico dei nati sotto Saturno («you are born under Saturn», scrive in Molto rumore per nulla). Anche Matisse, lo sappiamo da lui stesso, più volte, nella sua lunga vita, tese alla malinconia e alla depressione. A volte avrebbe voluto essere come quei magnifici pesci rossi dei suoi dipinti, e guardare il mondo dalla sfera trasparente, come se fosse una finestra aperta sul mondo, senza essere visto, appartato ma attento. Ma aveva un ascendente forte: il Leone, e cinque pianeti in quinta casa. E molte caratteristiche di uno dei segni più forti e complessi dello Zodiaco, il Capricorno. 

Quando nacque, mancavano poche ore allo scadere del nuovo anno, erano circa le 20. Henri Emile Benoît vede la luce nella casa dei nonni materni, a Le Cateau Cambrésis, nel Nord Est della Francia, quasi ai confini col Belgio. Era dunque un uomo del Nord, ma trascorse fra le brume solo l’adolescenza, pur rimanendovi legato tutta la vita (alla città natale ha donato uno straordinario museo con molte sue opere significative). Fu il pittore della luce, del blu intenso ricercato in Oceania e in Provenza, dei rossi smaltati, delle finestre aperte sulla Costa Azzurra o sul porto di Papeete. Dipinse palme e “fougères”, le umide felci tropicali, in centinaia di varianti, fino in fondo alla vita (morì a Nizza nel 1954). E nudi femminili, tappezzerie esotiche, arabeschi e odalische. 

La danza, la musica, la gioia di vivere. Non a caso, per gli astrologi i nati il 31 dicembre («the day of aesthetic promotion ») sono portati a esperienze artistiche di ogni tipo. Il loro successo sta nell’equilibrare pragmatismo e idealismo. Armonia, sensibilità e bellezza sono i loro principali ideali. Il loro brano musicale: il Notturno in Si maggiore di Chopin e la Passacaglia di Bach. Provare per credere: ascoltateli davanti a un dipinto di Matisse, e concorderete.


Henri Cartier-Bresson, Matisse nella sua casa a Vence (febbraio 1944).

ART E DOSSIER N. 317
ART E DOSSIER N. 317
GENNAIO 2015
In questo numero: MILANO CAPUT MUNDI Leonardo designer di corte; La città al tempo della Spagna; Il laboratorio del contemporaneo, dal Futurismo al dopoguerra, a oggi. IN MOSTRA: Rembrandt, I Maya.Direttore: Philippe Daverio