CATALOGHI E LIBRI

MAGGIO 2014

PONTORMO E ROSSO FIORENTINO A FIRENZE E IN TOSCANA

Fino al 20 luglio è aperta la raffinata mostra su Pontormo e Rosso, in palazzo Strozzi a Firenze, curata con consueta acribia da Carlo Falciani e Antonio Natali. Per chi voglia estendere i propri interessi ai luoghi dei due eccentrici artisti della“maniera” toscana, Ludovica Sebregondi ha curato un libro agile, ben illustrato e ricco di informazioni, da leggere a casa come un saggio e poi, volendo, da portarsi “in gita”, seguendo itinerari da creare a proprio piacimento. Molte (ma non tutte) fra le opere illustrate in questo volume sono esposte in mostra, e dunque il libro vale come percorso parallelo, ma sarà pure accurato viatico a mostra conclusa. Nel Prologo per due tragitti Antonio Natali si sofferma sul filo conduttore dell’esposizione, e dunque anche del catalogo, a conferma di un sottotitolo legato a un’interpretazione condivisibile sulle caratteristiche dei due geniali pittori e disegnatori: Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti “vie” della maniera. È vero, le vicende biografiche dei «gemelli diversi» furono dissimili e rispecchiano due caratteri quasi agli antipodi: l’uno ombroso, chiuso e ipocondriaco (Pontormo), quasi sempre all’ombra della cupola di Brunelleschi, ma in qualche maniera “ereticamente” vicino, nelle scelte formali, alle istanze eclettiche di nordici come Dürer. L’altro, il Rosso, «risoluto e ardito», diversamente stravagante - memorabile l’episodio del suo “bertuccione” che rubava l’uva in un convento - e giramondo, vicino agli umori repubblicani degli aristocratici antimedicei.
Due aspetti tipici e divergenti della fiorentinità: la tradizione, diffidente e poco propensa a esplorare luoghi ignoti, oppure la curiosità e il senso dell’avventura. Due vie divergenti che però col tempo cominciano quasi a convergere.
Le vicende sono ben descritte dalla Sebregondi, che segue sempre il filo delle opere. Natali poi conclude con uno scritto sull’ispirazione a Pontormo di un artista contemporaneo come Marco Bagnoli.

A cura di Ludovica Sebregondi, con testi di A. Natali, L. Sebregondi, J. M. Bradburne Maschietto Editore, Firenze 2014 104 pp., 54 ill. colore € 15

RENZO PIANO

Ancor oggi vien da rammentare il senso di vertigine che si provava nei primi anni Settanta a Parigi affacciandosi alla voraginedelleHalles sventrate, mentre ancora dovevano esser gettate le fondamenta del Plateau Beaubourg di Piano, Rogers e Ove Arup & Partners. E lo stupore e l’ammirazione, pochi anni dopo, di fronte al Beaubourg in funzione: leggero, allegro, colorato e trasparente, pieno di giovani e non, nel piazzale antistante e all’interno. Da allora il nome di Piano è familiare, amato e stimato, e ci rende orgogliosi in ogni angolo della terra, dalla Nuova Caledonia al Giappone, da Berna a Houston, da Genova a Berlino. Il libro di Dal Co, fine studioso dell’architetto genovese, si affianca alla mostra padovana realizzata da Piano stesso (Renzo Piano Building Workshop. Pezzo per pezzo, fino al 15 luglio a Palazzo della ragione) ed è focalizzato su un’oculata scelta dei mirabili progetti “senza peso” realizzati da Piano e dal suo team negli ultimi quarant’anni.


Francesco Dal Co Electa, Milano 2014 525 pp. oltre 500 ill. b/n e colore € 75

DAL CIGLIO AL DAVID

Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascimento

Sul web è stato giudicato fra i più bei cataloghi del 2013, e non a caso è disponibile anche nella versione eBook: è il catalogo della mostra (chiusa nel gennaio 2014), che alla Galleria dell’Accademia di Firenze ha documentato in modo insolito e coinvolgente gli intrecci fra storia e arte nella Firenze del massimo sviluppo prima che i Medici andassero definitivamente al potere (ma sono documentate anche opere di epoca successiva, significative per il tema del libro). È la Firenze comunale, florida e libera, ma anche in guerra (con Pisa), o presa da lotte intestine; che omaggia gli uomini illustri, gli eroi della mitologia e della Bibbia come Ercole, David, Giuditta; i santi patroni, come Giovanni Battista, talvolta raffigurato col vessillo del popolo di Firenze, croce rossa in campo bianco. O sant’Anna, simbolo della libertà ottenuta dopo la cacciata del tiranno Gualtieri di Brienne, nel giorno consacrato alla santa, il 26 luglio 1343. O la martire Reparata, che dà il nome all’antica cattedrale di Firenze; o il vescoco Zanobi, la cui salma avrebbe fatto rinverdire un olmo secco al passaggio nello spazio antistante al battistero. La Firenze degli stemmi, «elemento irrinunciabile dell’iconografa urbana », come spiega Vittoria Camelliti nel saggio introduttivo sulle immagini della devozione civica a Firenze. Gli altri testi, fra storia, arte e documentazione archivistica, sono dedicati alla tradizione e i modelli perduti dell’arte civica fiorentina (Maria Monica Donato); all’identità politica di Firenze (Andrea Zorzi); alla costituzione fiorentina fra Medioevo e Rinascimento (Francesca Klein); agli edifici comunali e alla retorica civica (Marco Folin); a segni e simboli araldici (Alessandro Savorelli); alle opere acquisite dalle Gallerie fiorentine (Daniela Parenti), oltre a un importante confronto con la funzione delle immagini nei Comuni dell’Italia settentrionale (Matteo Ferrari, Giuliana Milani). Le schede delle opere, alcune celeberrime, altre di enorme importanza storica ma finora poco note, permettono ulteriori intrecci.


A cura di Daniela Parenti e Maria Monica Donato Giunti Editore, Firenze 2013 352 pp., oltre 300 ill. colore € 42, eBook € 19,99

SOGNO DI SAPERE TUTTO

Non si è ancora spento l’eco della 55. Esposizione internazionale d’arte della Biennale di Venezia, e fra poco si aprirà la 14. Mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia (Fundamentals, a cura dell’olandese Rem Koolhaas, 7 giugno - 23 novembre 2014). Sulla Biennale d’arte del 2013 è uscita quest’intervista di Cristina Baldacci a Massimiliano Gioni, il direttore artistico più giovane che la manifestazione ricordi (assai ben accolto dalla critica). Sul web, fin dall’inaugurazione, giravano video di Gioni nel cantiere dell’Arsenale. Ma questo è certo il più completo resoconto critico del suo lavoro, ancorché l’intervista, che è impossibile sintetizzare per ricchezza di contenuti, pare essersi sviluppata tutta prima dell’apertura. Il titolo rimanda a quello ufficiale della rassegna: Il palazzo enciclopedico, una sorta di raduno delle più disparate geografe artistiche. Gioni, sollecitato dalle domande, rende conto di ogni scelta. Va detto che era già stato co-curatore alla Biennale di Venezia (2003), a Manifesta 5 (San Sebastián 2004), alla Biennale di Berlino (2006), e curatore della Biennale di Gwangiu (2010). Oggi possiamo dire che il suo è stato un successo, con un incremento dell’8% di visitatori, di cui oltre il 31% giovani, con centocinquanta artisti di varie età e paesi, alcuni outsider, scelta coraggiosa ma azzeccata quanto altre, come quella di esporre il Libro Rosso che il filosofo Jung iniziò verso il 1915. A proposito di storiche biennali, fino al 21 giugno c’e tempo per visitare la mostra di Rovigo a palazzo Roverella (Ossessione nordica), che già dalle fotografe nell’atrio dichiara un significativo filo conduttore: l’influenza su diversi artisti italiani, fra Otto e Novecento, degli artisti nordici presenti alle prime biennali. In attesa di assistere all’evento veneziano del 2014, vale la pena leggere anche il “diario minimo” su mezzo secolo di biennali (soprattutto le ultime di architettura) scritto da Cesare De Seta nel suo eloquio piacevole e denso di ricordi (Biennali Souvenir, Electa, Milano 2013).


Di Cristina Baldacci testo italiano e inglese Fondazione La Biennale di Venezia, Venezia 2013 108 pp., 29 ill. colore € 10

ART E DOSSIER N. 310
ART E DOSSIER N. 310
MAGGIO 2014
In questo numero: IL PRANZO E' SERVITO Cibo nell'arte: il pesce nella Grecia antica, la simbologia del pane, il nutrirsi come gesto e la dimensione alimentare nel contemporaneo. IN MOSTRA: Kahlo, Dora Maar. Direttore: Philippe Daverio