Storie a strisce


IL FUTURO DEL FUMETTOÈ NEL SUO PASSATO

di Sergio Rossi

Le mostre di Palazzo Fava a Bologna dedicate a Sturmtruppen di Bonvi e a Gasoline Alley di Frank King ci permettono di scoprire l’attualità del loro linguaggio grafico e narrativo

In principio furono le strisce. Il fumetto è infatti nato sui quotidiani con le strisce a fumetti, molte delle quali hanno accompagnato più generazioni di lettori e contribuito ad arricchire il loro linguaggio. A Palazzo Fava, a Bologna, sono ancora in corso due mostre dedicate a due strisce che hanno segnato la storia del genere: Sturmtruppen (fino al 5 maggio) e Gasoline Alley (fino al 7 aprile). 

Le Sturmtruppen sono la creazione più famosa di Bonvi - al secolo Franco Bonvicini (Modena 1941 - Bologna 1995), uno dei grandi autori italiani - e hanno da poco compiuto cinquant’anni dato che, si narra, sono nate nel 1968 e presentate nello stesso anno al IV Salone del fumetto di Lucca in occasione del quale vinsero il concorso per la migliore striscia inedita indetto dal quotidiano “Paese Sera”. La fortuna del fumetto, però, non fu legata solo a quel premio ma anche all’attenzione ricevuta da lettori italiani e stranieri al punto da contare, in venticinque anni di pubblicazione, interrotta solo dalla tragica morte dell’autore in un incidente stradale, più di cinquemila strisce (oggi riproposte in versione integrale e a colori da Mondadori Comics) - tradotte in ventidue paesi tra cui il Giappone (lo scrittore nipponico Murakami Haruki le cita nel romanzo Norwegian Wood) - due film, diretti da Salvatore Samperi e interpretati dai comici più famosi degli anni Settanta, e infine quaderni, diari e cartoni animati fruiti da più di una generazione di appassionati. 

Rispetto alle strisce umoristiche classiche, Bonvi si è imposto dei vincoli molto forti. Non ci sono personaggi fissi, a parte alcuni graduati (Sergenten, Capitanen, Generalen) che servono a condurre l’azione bellica con i loro ordini irrazionali, mentre le presenze femminili sono rappresentate da “belle di giorno” che puntano solo alla paga dei «soldaten di Cermania». L’ambientazione è una quinta teatrale che, con poche varianti, rappresenta il mondo grigio e immutabile del fronte di guerra fatto di trincee, freddo, fame, buche, fango, topi, cadaveri, muri bombardati e popolato solo da soldatini tozzi e un po’ deformi che si esprimono con un tedesco maccheronico, pieno di parole che finiscono in «en».


Tavola di Sturmtruppen, di Bonvi (Mondadori Comics, Milano 2018).


Tavola di Sturmtruppen, di Bonvi (Mondadori Comics, Milano 2018).

Eppure sono proprio questi limiti a far esplodere la forza del disegno di Bonvi e la qualità della sua scrittura, che mette in scena una feroce satira antimilitarista contro tutte le guerre e le ipocrisie del Potere, che si presta a molteplici letture e che è resa, per la prima volta, con gli stessi soldati tedeschi che poco più di venti anni prima avevano scatenato la seconda guerra mondiale. Il successo delle Sturmtruppen ha in parte oscurato il resto delle opere di Bonvi. Bene hanno hanno fatto così i curatori della mostra bolognese a esporre anche le storie di fantascienza realizzate autonomamente dal fumettista italiano (Incubi di provincia e delle Cronache del dopobomba) e quelle prodotte con Francesco Guccini (Storie dallo spazio profondo). E ancora le storie per ragazzi create con Guido De Maria e diventate anche dei fortunati serial d’animazione come Nick Carter (anche testimonial delle trasmissioni televisive Gulp! e SuperGulp! Fumetti in TV), Cattivik e Marzolino Tarantola; e, infine, lo straordinario romanzo a fumetti L’uomo di Tsushima, dove l’autore si è ritratto nelle vesti dello scrittore Jack London come inviato speciale nella battaglia navale nello stretto di Corea (27-28 maggio 1905), decisva per la guerra russogiapponese (1904-1905), un capolavoro ancora oggi attuale nei testi e nei disegni che ci permette solo di immaginare, purtroppo, quali opere avrebbe potuto regalarci Bonvi se avesse potuto continuare su questa strada, interrotta dalla prematura scomparsa. 

Per una fortunata coincidenza, sempre a Palazzo Fava sta terminando, come sopra detto, una mostra dedicata a una striscia molto meno conosciuta e in apparenza agli opposti dei «soldaten» di Bonvi: Gasoline Alley. Creata da Frank King nel 1918 e ancora pubblicata (attualmente la realizza il fumettista nonché musicista statunitense Jim Scancarelli), è la storia di Walt Wallet che abita nella periferia americana (Gasoline Alley letteralmente indica una strada carrabile, come se ne vedono tante appunto nella periferia americana), che adotta un neonato, Allison detto Skeezix. Da qui inizia una saga familiare vissuta da personaggi che invecchiano alla stessa velocità dei lettori (Walt ha oggi 114 anni) e caratterizzata da tecniche narrative inedite per l’epoca che hanno allargato i confini strutturali del linguaggio del fumetto e raccontato in diretta più di cento anni di storia americana. 

In conclusione, le strisce di Sturmtruppen e Gasoline Alley (protagoniste delle due esposizioni bolognesi) meritano senza dubbio di essere rilette perché solo così ci rendiamo conto di quanto le strade grafiche e narrative degli autori odierni siano da cercare anche nel passato di questo linguaggio.


Una tavola di Gasoline Alley di Frank King 1918), usata come locandina della omonima mostra a Palazzo Fava, Bologna (fino al 7 aprile).


Una tavola di Nick Carter di Bonvi e Guido De Maria.

Sturmtruppen. 50 anni;

Bologna, Palazzo Fava, a cura di Sofia Bonvicini e Claudio Varetto
fino al 5 maggio, orario 10-20, chiuso lunedì
catalogo Mondadori Comics
www.genusbononiae.it

ART E DOSSIER N. 364
ART E DOSSIER N. 364
APRILE 2019
In questo numero: L'anno di Rembrandt : le celebrazioni di Amsterdam e dell' Aja. Segni impalpabili : la raffigurazione del gesto casuale. L'ombra e la pittura. In mostra : Morath a treviso, Van Gogh a Londra, Ottocento a Forlì, il nudo a Basilea.Direttore: Philippe Daverio