Blow up


BATTAGLIA, FONTANA,FOTOGRAFIA EUROPEA

di Giovanna Ferri

Di fronte al suo lavoro si ha la sensazione di trovarsi in un terreno stratificato dove gli elementi da indagare sono molteplici e, in diversi casi, ancora tutti da scoprire. Come potrebbe essere diversamente? Protagonista di una ricca produzione fotografica, editoriale, letteraria e teatrale, oltreché politica e di appassionata attivista, Letizia Battaglia (1935), raffinata osservatrice della realtà, ricerca e sperimenta attraverso le sue immagini un rapporto autentico e diretto con i soggetti ritratti, al di là di qualsiasi pregiudizio estetico e di soluzioni tecniche predefinite. Non è un caso che tra i suoi fotografi più apprezzati ci sia l’americana Diane Arbus (1923-1971), conosciuta negli anni Ottanta, interprete originale di una grammatica visiva scarna ma di straordinaria intensità. Intellettuale controcorrente, l’artista siciliana ha posato il suo sguardo su donne, uomini, bambini, sulle vicende degli emarginati e su quelle che hanno segnato (e continuano purtroppo a segnare) drammatiche pagine legate alla mafia. Scenario ricorrente del suo repertorio iconografico è Palermo (sua città natale), teatro di bellezza, eterogena e stravagante umanità, violenza e criminalità. Nel suo bianco e nero, senza compromessi né sfumature, la fotografa è capace di restituire atmosfere attraversate da un forte impatto emotivo, da un sentimento di “pietas” accompagnato da un occhio selettivo sempre pronto a a cogliere l’evidenza e l’intimità del dato reale. Aspetti che possiamo osservare nei duecento scatti, in parte inediti, presenti nel percorso espositivo Letizia Battaglia. Fotografia come scelta di vita, a cura di Francesca Alfano Miglietti, fino al 18 agosto presso la Casa dei Tre Oci a Venezia (www.treoci.org).


Letizia Battaglia, Vicino alla chiesa di Casa Professa, Palermo 1991.

Comincia a fotografare negli anni Sessanta e nel 1968 ha la sua prima personale a Modena. Franco Fontana (1933), tra i primi fotografi a preferire il colore al bianco e nero, ha realizzato nella celebre serie dedicata al paesaggio composizioni cromatiche dove la natura viene esaltata da eleganti geometrie. Altrettanto noto il ciclo dei paesaggi urbani nei quali le città, le architetture diventano un ulteriore banco di prova per testare le possibilità creative del colore insieme alle particolari inquadrature che rendono unico il lavoro di Fontana. E se il colore è di certo un elemento fondamentale della sua poetica, anzi un modo alternativo di vedere la realtà, la luce così come le ombre diventano parti integranti dei suoi scatti contribuendo al risultato finale. Ora, un nucleo di trenta opere, realizzate dall’autore modenese tra 1961 e 2017 non solo in Italia ma anche a Cuba, Stati Uniti, Cina, Kuwait, sono al centro della mostra Sintesi (Modena, Fondazione Modena arti visive, fino al 25 agosto, www.fmav.org), a cura di Diana Baldon, arricchita da una seconda sezione, curata dallo stesso Fontana, con circa cento immagini dei grandi protagonisti della fotografia internazionale visibili nella stessa città presso Mata - Ex Manifattura tabacchi.


Franco Fontana, Spagna (1985).

La XIV edizione di Fotografia europea (Reggio Emilia, dal 12 aprile al 9 giugno, nelle principali istituzioni e spazi espositivi della città, www.fotografiaeuropea.it), con la direzione artistica di Walter Guadagnini, si interroga sul tema Legami. Intimità, relazioni, nuovi mondi. Il festival, organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani con il Comune di Reggio Emillia, prevede un programma molto denso di eventi. Tra le mostre segnaliamo quella dedicata a Horst P. Horst (Palazzo Magnani), a cura di Walter Guadagnini, con centoventi opere che ripercorrono la carriera del fotografo tedesco naturalizzato statunitense (1906-1999). Un progetto dove l’argomento del festival è connesso sia alle vicende biografiche del fotografo - costretto nel 1939, per l’imminente guerra, a lasciare l’Europa e quindi a spezzare legami consolidati - sia ai rapporti tra i saperi, nel caso di Horst tra arte, fashion, cinema e pubblicità. Iconica e all’avanguardia l’immagine Corsetto Mainbocher (1939), esempio di assoluta eleganza e di forza seduttiva.


Horst P. Horst, Corsetto Mainbocher, Parigi 1939.

IN BREVE:

Robert Mapplethorpe. L’obiettivo sensibile
Roma, Gallerie nazionali di arte antica - Galleria Corsini
fino al 30 giugno
www.barberinicorsini.org

Steve McCurry. Leggere
Torino, Palazzo Madama - Corte medievale
fino al 1° luglio
www.palazzomadamatorino.it

ART E DOSSIER N. 364
ART E DOSSIER N. 364
APRILE 2019
In questo numero: L'anno di Rembrandt : le celebrazioni di Amsterdam e dell' Aja. Segni impalpabili : la raffigurazione del gesto casuale. L'ombra e la pittura. In mostra : Morath a treviso, Van Gogh a Londra, Ottocento a Forlì, il nudo a Basilea.Direttore: Philippe Daverio