Libri
Pinocchio illustrato da Ugo Nespolo

Il burattino
patafisico

Claudio Pescio

Ugo Nespolo (1941) ama il gioco e il colore, dipinge, ama i libri e gli spettacoli, costruisce giocattoli, mette ironia in tutto quel che fa. Quanto poteva stare lontano da Pinocchio?

Poco. E infatti già trent’anni fa aveva realizzato venti tavole serigrafiche su alcuni spunti pinocchieschi.


Arriva in libreria un Pinocchio colorato e sereno, lontano dai toni “scuri” che hanno a lungo caratterizzato l’illustrazione del classico di Collodi.


Quelle tavole sono state il punto di partenza di un nuovo impegno sul libro: un anno e mezzo di lavoro supplementare che ha portato l’artista a completare l’illustrazione delle storie del burattino con un altro centinaio di disegni.
Nespolo ama cambiare, mischiare le carte, lavorare su materiali diversi, è curioso dell’arte altrui. Ha attraversato Dada e Pop Art, Patafisica, Arte povera e Fluxus, ha coniugato il Depero più giocoso con la modernità, ha realizzato film e performance, non ha mai confuso l’avanguardia con la ripetizione inesausta di una sola buona idea. E con la pazienza e l’applicazione di chi sa che un buon lavoro è fatto in buona par te di questi due ingredienti, si è dedicato al packaging come all’illustrazione, alla pubblicità, al teatro e alla realizzazione di sigle televisive.

Mangiafuoco e Il Colombo porta in volo Pinocchio.



Come si conviene a un classico, Pinocchio ha ispirato legioni di artisti e illustratori. In che cosa questa nuova serie di immagini è diversa dal le altre? Quel che colpisce immediatamente anche solo a sfogliare il libro è l’esuberanza del colore - che è un po’ il tratto distintivo del lavoro di Nespolo -, che in questo caso definisce immediatamente un’atmosfera nuova, come una folata di aria fresca che spazza via quella specie di caligine mentale che ha invece spesso avvolto il burattino e i suoi compagni di avventure. A uno sguardo ulteriore vediamo che qui scompare il Pinocchio un po’ cupo, gravato di colpe opinabili e inseguito da punizioni esemplari che abbiamo conosciuto; sparisce quel sottile ma persistente velo di angoscia che traspariva da molte pagine dedicate al libro, che ha spesso finito per trasformarsi in una summa severa e ammonitrice di “quel che un bravo bambino non deve fare mai”.

Il racconto di Collodi - autore che Nespolo ci descrive sorridendo come un «perfetto esempio di toscana perfidia », che è manifestazione di un’indole tutt’altro che ostile ma capace comunque di crearti qualche inquietudine - perde la carica inquisitoria e moraleggiante che è in realtà solo una delle possibili letture della storia per acquistare (o riacquistare) tutta la sua leggerezza (non a caso Nespolo dice che il suo preferito, tra gli illustratori che hanno contribuito all’immagine di Pinocchio, è il coloratissimo Mussino). In questo Pinocchio perfino il cattivo è inoffensivo (e anche un po’ decorativo). E il libro ne esce come rivitalizzato, rinnovato senza aver corso il rischio di ritrovarsi dissacrato.

Le tavole a volte acquistano l’aspetto di una vetrata gotica (Mangiafuoco), altre volte di un collage (il Teatrino dei burattini), surreale e visionaria è la scena in cui il Colombo porta in volo il burattino in un cielo di cristallo, i capilettera sembrano iniziali di codice miniato (seppure in bianco e nero), ma ogni immagine rivela sempre la costruzione per intarsi di geometrie liquide che a volte, sovrapponendosi, mutano colore, tecnica che è tipica di molte opere di Nespolo.

Una scelta grafica che cerca e asseconda il gusto per la sorpresa, come ci racconta l’artista, «il desiderio di recuperare l’evidenza delle situazioni surreali in cui Pinocchio ogni tanto si trova. Ho voluto restituire al libro », continua, «la dimensione del la fantasia, liberarlo dal sovraccarico di simboli e misteri di cui si era incrostato; restituirgli la serenità che a mio avviso aveva perso. Non troviamo tutti noi che quel libro che da bambini tanto ci affascinava finiva un po’ per spaventarci?». Beh, sì. Ora non più.


C. Collodi, Le avventure di Pinocchio illustrazioni di Ugo Nespolo euro 32 Giunti Editore Il volume sarà disponibile dalla fine di ottobre

ART E DOSSIER N. 358
ART E DOSSIER N. 358
OTTOBRE 2018
In questo numero: TINTORETTO 500 ANNI Philippe Daverio: Il pittore e gli architetti. PRERAFFAELLITI Elizabeth Siddal, Borea di Waterhouse. IN MOSTRA Licini a Venezia, Surrealisti a Pisa, Arte e magia a Rovigo, Burne-Jones a Londra, Courbet a Ferrara. Direttore: Philippe Daverio