CATALOGHI E LIBRI

SETTEMBRE 2018

IL DISEGNO VENEZIANO 1580-1650

Fra le discipline specialistiche che afferiscono alla storia dell’arte quella del disegno è forse la più insidiosa, ancorché affascinante, non solo per l’ovvia considerazione che lo studio di uno o più fogli possa costituire indispensabile premessa o corollario alla soluzione di problematiche relative a uno specifico dipinto. Nonostante l’argomento non sia fra i più popolari, questo libro sul disegno veneziano fra 1580 e 1650, d’impeccabile rigore scientifico, può essere apprezzato anche da chi non si sia mai occupato di simili temi. Anzi, il lungo saggio iniziale (Riflessioni sul disegno veneziano nella Repubblica di Venezia) è un capolavoro di eleganza letteraria, chiarezza espositiva e metodologia critica. L’autore, Bert W. Meijer (che tanto stimiamo anche per i suoi studi sull’arte fiamminga e olandese) ha riorganizzato in due sezioni l’immenso materiale di sue indagini vicine e lontane: il testo introduttivo, del quale si diceva, e trentasei saggi su altrettanti artisti veneziani e su alcune delle loro opere grafiche (non tutte, data la quantità del materiale). Fra questi, i Caliari, eredi di Paolo Veronese, studiati anche da Thomas Dalla Costa, e soprattutto Palma il Giovane, uno dei più prolifici disegnatori di tutti i tempi. Riservano sorprese pure nomi meno noti, come Sante Peranda, Odoardo Fialetti, i Maganza e altri. Meijer sfata, innanzitutto, il luogo comune del fin troppo assodato assunto vasariano che a Venezia, patria del colorismo, il disegno non fosse praticato con la rilevanza datagli a Firenze o in altre scuole dell’Italia centrale. È un argomento cruciale, qui sviluppato non solo con lo studio di decine di artisti, anche forestieri, attivi a Venezia in quegli anni, ma pure grazie a testimonianze teoriche e letterarie, e alla ricostruzione di accademie e scuole “casalinghe” per i giovani, per giungere all’esame dei primi manuali dedicati specificamente alla pratica del disegno, stampati tutti, guarda caso, a Venezia. Un libro che non vuole mettere la parola fine alle vicende del disegno veneziano, ma che anzi apre nuove vie di lettura, non senza lieve ironia, che non guasta.

Bert W. Meijer Olschki, Firenze 2017 viii-596 pp., 715 ill. b.n., 42 tavv. colore € 120

BOLDINI. IL RITRATTO DI DONNA FRANCA FLORIO

Sembra un romanzo ma è storia, quella del Ritratto di Franca Florio svelata da Matteo Smolizza e qui ricostruita con altri studiosi. Il ritratto di una delle più belle donne d’Europa della Belle époque è apparso e scomparso più volte nel corso di quasi un secolo, passato per tre aste e acquistato lo scorso anno dai marchesi Berlingieri. Giovanni Boldini lo aveva realizzato a più riprese, a partire da una prima stesura del 1901, che non piacque al marito della nobildonna palermitana, don Ignazio, che pure lo aveva commissionato e lo rifiutò per anni. L’artista lo ridipinse sulla stessa tela, mutando alcuni dettagli, altre due volte, come testimoniano fotografie d’epoca. La versione finale risale almeno al 1924, quando Boldini stesso, mai pagato dai Florio, vendette il ritratto ai Rothschild. Non esistevano dunque tre ritratti della nobildonna, due dei quali perduti, come finora si credeva, ma uno solo. Su tre strati.


a cura di Matteo Smolizza Electa, Milano 2018 112 pp., 101 ill. b.n. e 26 ill. colore € 24,90

ART E DOSSIER N. 357
ART E DOSSIER N. 357
SETTEMBRE 2018
In questo numero: MICHELANGELO INEDITO Il primo progetto della tomba di Giulio II. VENEZIA La biennale di architettura. I SACRI MONTI Itinerari tra arte, fede e natura. IN MOSTRA Abramović a Firenze, Fotografia e Astrattismo a Londra, Puccini e l'arte a Lucca, Arte islamica a Firenze, Pittura a Gubbio al tempo di Giotto. Direttore: Philippe Daverio