Blow up


MAN RAY, GHIRRI,L’ALTRO SGUARDO

di Giovanna Ferri

Fondamentale per Man Ray (1890-1976) fu l’incontro a New York nel 1913 con Alfred Stieglitz, dal quale apprese la fotografia e la bellezza delle opere di Brancusi e Picasso. Il pittore e regista americano si cimentò inizialmente con l’obiettivo per riprodurre i propri dipinti così da poterli mostrare a galleristi e potenziali acquirenti, non pensava che i suoi scatti potessero avere vita autonoma. Ma il suo arrivo a Parigi nel 1921 (accolto da Duchamp), dove il fermento di idee era vivacissimo, lo portò a una vera e propria esplosione creativa. Divenne il primo fotografo surrealista, pur senza identificarsi con l’arte del gruppo. Inventò e reinventò composizioni, figure e tecniche: “rayografia” (immagine derivata dall’appoggiare gli oggetti sulla lastra, senza usare la macchina fotografica) e solarizzazione (riesporre il negativo non ancora fissato a un lampo di luce). Rielaborò anche il concetto di “ready-made” dell’amico Duchamp (si pensi per esempio a Dono, il ferro da stiro con quattordici chiodi sulla parte inferiore «atto a ridurre un abito in brandelli»). In Man Ray troviamo umorismo, irriverenza, enigma, mistero. Più di cento sue immagini, tra cui molte iconiche, sono visibili fino al 7 ottobre alla Galleria d’arte moderna e contemporanea di San Gimignano, in provincia di Siena (Man Ray. Wonderful Vision, www. sangimignanomusei.it). Esposizione a cura di Elio Grazioli.


Man Ray, Nero e bianco (1926/1980).

Osservare i suoi scatti significa immergersi in un mondo stratificato che si presta a molteplici piani di lettura. Opere composite, frutto di ricerche e riflessioni che Luigi Ghirri (1943- 1992) intraprese, in particolare, a partire dall’Arte concettuale. Il suo sguardo, mai legato a un linguaggio estetico fine a se stesso, è sempre stato sostenuto dalla volontà di conoscere la realtà, di porsi domande. Un approccio meditato, filosofico che ha previsto un lavoro basato su diversi registri - da quello più poetico a quello più documentario, dalla descrizione all’astrazione - e pronto a essere guidato dall’immediatezza di un sentimento o di un’emozione. Libero di muoversi, dunque, in un percorso definito ma anche suscettibile di possibili variazioni, il fotografo emiliano ha avuto la possibilità di sperimentare sempre nuovi modi di rappresentare lo spazio arricchito di ulteriori contenuti grazie alla collaborazione dal 1983, per quasi dieci anni, con la rivista “Lotus International”. Da questa esperienza è nato il progetto Luigi Ghirri. Il paesaggio dell’architettura (Milano, Triennale, fino al 26 agosto, www.triennale.org), a cura di Michele Nastasi, con oltre trecento fotografie, molte delle quali inedite. Tema centrale del percorso espositivo la visione paesaggistica di Ghirri trasferita all’architettura. Architettura in dialogo con il contesto circostante e indagata, come leggiamo nel catalogo della mostra, «per il suo essere quotidianamente messa alla prova, abitata, guardata e usata».


Luigi Ghirri, Lubiana, Jože Plecˇ nik, lungofiume di Lubiana (1988).

Letizia Battaglia, Lisetta Carmi, Elisabetta Catalano e altre importanti interpreti della scena fotografica italiana sono protagoniste dell’esposizione L’altro sguardo. Fotografe italiane 1965-2018 (Roma, Palazzo delle esposizioni, fino al 2 settembre, www.palazzoesposizioni.it), a cura di Raffaella Perna. Una galleria di immagini, insieme a libri fotografici, provenienti dalla Collezione Donata Pizzi che testimonia l’importanza del ruolo femminile, a partire da metà anni Sessanta, nel campo artistisco e fotogiornalistico in concomitanza con i mutamenti socio-politici e le nuove esigenze avanzate dal movimento femminista.


Agnese De Donato, Donne non si nasce, si diventa (1970).

IN BREVE:

Gabriele Basilico. La città e il territorio
Aosta, Museo archeologico regionale
fino al 23 settembre
www.regione.vda.it
L’autre Vivian. L’altra Vivian Maier
Castelnuovo Magra (La Spezia), Torre del castello dei vescovi di Luni
fino al 14 ottobre
www.comune.castelnuovomagra.sp.it

ART E DOSSIER N. 356
ART E DOSSIER N. 356
LUGLIO-AGOSTO 2018
In questo numero: ESTATE AL MUSEO La Rubenshuis di Anversa, il Museo diocesano di Feltre. I RESTAURI E LE SCOPERTE Pisa: gli affreschi restaurati; Pontormo: un nome per un ritratto. IN MOSTRA Christo a Londra, W.E. Smith a Bologna, Matisse ad Aosta, Kupka a Parigi, La collezione Agrati a Milano, Traiano a Roma.Direttore: Philippe Daverio