CATALOGHI E LIBRI

MARZO 2018

ALTRO RINASCIMENTO

Si è molto parlato del soggiorno di Picasso in Italia nel 1917, il cui centenario è stato ben celebrato. Assai più in sordina è stato rievocato il ritrovamento, il 10 aprile 1917, di un dipinto fondamentale di Filippo Lippi: la Madonna di Corneto Tarquinia, datata 1437 nel cartiglio alla base del trono. Fu Pietro Toesca a scoprirla nella chiesa di Santa Maria Valverde a Tarquinia (allora Corneto Tarquinia, Viterbo). Fino al 18 febbraio scorso una bellissima, minuscola mostra romana a Palazzo Barberini ha onorato l’evento. C’è da domandarsi quanti, salvo gli studiosi interessati, l’abbiano notata, attratti piuttosto dalla mostra su Arcimboldo, più ampia e pubblicizzata. Oggi questo bel cataloghino resta non solo un saldo riconoscimento a Toesca e alla sua scoperta (ricostruita con saggi, documenti, fotografie) ma riesamina soprattutto l’attività precoce del frate pittore riconoscendogli, ancora una volta, il ruolo di più autonomo pittore toscano del primo Quattrocento dopo Masaccio. La storiografia critica su Filippo è ormai ricchissima ma i saggi in catalogo offrono nuove prospettive di lettura. Attorno alla Madonna di Tarquinia, precoce esempio d’ascendenza fiamminga (ma non solo, se si pensa all’influenza eclatante di Donatello nella figura del Bambino), è stato raccolto un notevole gruppo di opere molto precoci. Fra queste, il frammento con santo carmelitano ora a Berlino, da poco riconosciuto del giovanissimo Filippo, proveniente dallo smembrato Polittico di Pisa di Masaccio. Nel 1426 Lippi avrebbe lavorato a Pisa per Masaccio. Alla collaborazione fra i due accenna Strehlke, che individua in Piero di Benenato, persona vicina al committente del Polittico di Pisa, il donatore del trittichetto di Cambridge (1430-1433) di Filippo. Mentre Kristiansen riesamina, da par suo, la formazione del pittore carmelitano, non possiamo che concordare con Andrea De Marchi quando nel suo breve saggio, con efficace definizione, dichiara Filippo «il dirottatore del Rinascimento fiorentino », il «pater patriae della rappresentazione figurativa centrata sulla linea che circonda le forme». Altri approfondimenti su artedossier.it

a cura di Enrico Parlato con la collaborazione di Michela Ulivi Officina Libraria, Milano 2017 176 pp., 102 ill. colore € 22,50

COME VEDERE IL MONDO

La copertina di questo libro è un significativo programma: Transparent City #39, stampa cromogenica di Michael Wolf, 2007. Cosa vi vediamo? Sui vetri di un grattacielo sono riflesse, in alto, sagome di edifici moderni ma di stili diversi. Dalle finestre in basso traspaiono frammenti di vita quotidiana: molti gli uffici, e chi frequenta le metropoli sa quanti pensieri può suscitare osservare quelle stanze dalla propria finestra, senza intenti bassamente voyeuristici. Talvolta, all’alba, si vedono già brulicare di vita, con le indaffarate imprese di pulizia. Ma questi affascinanti lacerti di urbanità sono solo un piccolo aspetto della fenomenologia delle immagini delle quali parla Mirzoeff. Fra i più acuti osservatori delle cultura visuale dei nostri tempi, docente di Media, Culture and Communication alla New York University, Mirzoeff ci introduce con prospettive originali al mondo visivo di oggi: selfie, mappe, film e molto altro.


Nicholas Mirzoeff Johan & Levi, Milano 2017 220 pp., 82 ill. b.n. € 23

IL FALSO SPECCHIO DELLA REALTÀ

Federico Zeri sarebbe contento di vedere quante e quali ricerche promuove la Fondazione che porta il suo nome, istituita nel 1999 presso l’Università di Bologna, e diretta da una delle studiose italiane che più stimava, Anna Ottani Cavina. A dire il vero, in origine Zeri sperava che biblioteca, fototeca e raccolta di cataloghi d’asta, della quale andava particolarmente orgoglioso, potessero restare nella sua casa di Mentana (Roma). Col senno di poi è stato meglio così, che avesse cambiato idea facendo sì che la Fondazione da lui fortemente voluta trovasse sede adeguata a Bologna (è recente la messa in vendita della sua villa). La Fondazione fin da subito ha onorato il formidabile lascito non solo con la digitalizzazione della fototeca e dei cataloghi d’asta, ma anche con giornate di studio e pubblicazioni. Fra le più recenti, gli atti del convegno sui falsi, tenutosi nell’ottobre 2014, argomento sempre attuale. Ancor oggi capita che contraffazioni di ogni genere vengano scoperte in musei prestigiosi. Inoltre il mercato dei falsi, creati ad hoc per simulare pezzi dall’antichità al Novecento, fa prosperare il riciclaggio di denaro e transazioni illecite da parte di associazioni a delinquere internazionali, costituite da mercanti, pseudo collezionisti senza scrupoli e veri e propri criminali. Difficile smascherarle, ancor più difficile far distruggere le opere in questione, come attestano anche note e recentissime vicende. Zeri teneva sempre da conto gli studiosi che si occupano, non senza coraggio, di questi argomenti. Lui stesso ne scrisse a lungo, e alcune sue denunce di non autenticità, come quella clamorosa del Trono di Boston e perfino del Trono Ludovisi non hanno trovato consensi unanimi. Comunque, dopo che Otto Kurz pubblicò nel 1948 il pionieristico Fakes, a Handbook for Collectors and Students, fu Zeri a dare la decisiva spinta a queste ricerche. Gli autori del libro e del convegno, fra cui Jean Clair, Luciano Canfora, Mauro Natale, Francesco Caglioti, affrontano il tema con inedite prospettive storico-critiche, buona occasione per nuovi approcci alle questioni più spinose e controverse della storia dell’arte.


a cura di Anna Ottani Cavina, Mauro Natale Allemandi, Torino 2017 228 pp., 158 ill. b.n., 24 tavv. colore € 25

NON SO PERCHÉ NON HO FATTO IL PITTORE

Ogni tanto capita di leggere che Moravia fu più acuto come critico d’arte che come critico letterario: affermazione che oggi si può valutare con maggior ricchezza di appigli filologici. L’occasione ci viene offerta dalla raccolta degli scritti d’arte dello scrittore romano, scomparso nel 1990 a ottantatre anni. I saggi sono riuniti da Alessandra Grandelis con acribia filologica e un’ampia introduzione. Sono novanta articoli di riviste, quotidiani, cataloghi. Il primo, uscito sulla “Gazzetta del Popolo” della quale il giovane scrittore era inviato, data 8 settembre 1934. L’ultimo uscì sul “Corriere della Sera” il 2 giugno 1990. Singolare la coincidenza, giacché ambedue i pezzi riguardano due pittori olandesi del passato. Il primo articolo è su Rembrandt, e fu scritto dopo il viaggio di Moravia in Olanda col fratello Gastone nell’estate del 1934. L’ultimo, è la recensione all’epocale mostra olandese su Van Gogh: quasi una parabola, quella del critico, che parte dall’arte antica, passa per infinite vie attraverso gli artisti del Novecento, e torna infine su quella del passato. Quando uscirono le note su Rembrandt Moravia aveva ventisette anni (nel 1929 aveva esordito con Gli indifferenti). Il breve saggio, inedito, ci pare, nella fortuna critica di Rembrandt, è una psicologica interpretazione del maestro olandese («un uomo che tenta ogni via per conoscersi»), e niente ha da invidiare al più anziano Roberto Longhi. L’ultimo descrive i silenzi di Van Gogh, dalla desolazione del Caffè notturno ad Arles («un silenzio pieno di rimorsi di una notte solitaria spesa in un luogo pubblico che tiene il luogo del focolare») alla muta sofferenza dell’Autoritratto con l’orecchio tagliato, che esprime «il silenzio di un uomo “estremo”, che non ha più niente da dire». Sarebbe opportuno parlare anche dei numerosi scritti del critico militante, testimone dell’arte che vide i suoi esordi nel Ventennio. La raccolta di fatti riaccende l’interesse sulla statura di Moravia come osservatore della cultura italiana del Novecento, e ci si augura venga analizzata a fondo da storici della critica del secolo appena passato.


Alberto Moravia a cura di Alessandra Grandelis Bompiani, Milano 2017 458 pp., XXVIII tavv. colore € 35

ART E DOSSIER N. 352
ART E DOSSIER N. 352
MARZO 2018
In questo numero: GIO PONTI OGGI La chiesa abbandonata; Un design senza tempo. SPAZI D'ARTE L'isola di Hombroich; Tefaf a Maastricht. IN MOSTRA I volti di Menazzi Moretti a Matera; Arte e psiche a Ferrara; I napoletani ''parigini'' a Napoli; Raffaello a Bergamo; Tessuto e ricchezza a Firenze; Perù preincaico a Parigi.Direttore: Philippe Daverio