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DIETRO IL BACIO,
IL VUOTO (O QUASI)

di Daniele Liberanome

Francesco Hayez conosciuto e apprezzato dal mercato per Il bacio, realizzato in diverse versioni - il record da Christie’s a New York nel 2016 - non trova lo stesso seguito con opere di altro soggetto

Incomprensibile, quasi irritante risulta il mercato di Francesco Hayez (1791-1882), pittore romantico ricco di talento e quasi sempre povero di quotazioni adeguate. Le sue opere suscitano sentimenti profondi, non banali e non necessariamente legati al Risorgimento di cui fu figura di spicco. Si può discutere su qualche quadro in cui la retorica prende il sopravvento a scapito del pathos, ma che dire dei ritratti femminili, perlopiù di eroine della Bibbia, coinvolgenti e seducenti? Recenti mostre organizzate a Milano (2015-2016) hanno messo in luce le sue capacità non valutate come si dovrebbe e che invece dovrebbero essere esaltate dal ruolo centrale che l’artista svolse nel creare una coscienza unitaria di questo paese. Ma una serie di sue opere si stacca rumorosamente dal resto, come se non ne fosse stato lui l’autore, e raggiunge picchi di notorietà e di prezzo sconosciuti per gran parte dei pittori dell’Ottocento.

Il bacio: la testa di lei abbandonata nella mano di lui, la torsione del corpo di lei che cerca il contatto così come la mano che abbraccia l’amante, e l’energia di lui che la avvicina a sé. Tutto esprime una passione che è fuori dal tempo. Non si capisce se siamo nell’Ottocento o nel Medioevo, se siamo di fronte a una scena d’addio per un’imminente partenza al fronte di una guerra di Indipendenza o se assistiamo a un incontro furtivo sulle scale di un castello.

Quattro sono le versioni su tela dell’opera secondo Carlo Castellaneta e Sergio Coradeschi(*), di cui la prima del 1859 si trova alla Pinacoteca di Brera a Milano, ma un’altra (1861) dal sapore più patriottico - con il vestito di lei diventato bianco, il cappotto di lui con la stoffa interna verde e la calzamaglia rimasta rossa - venne offerta da Sotheby’s a Londra il 12 novembre 2008 e aggiudicata per oltre 900mila euro, segnando la quotazione record dell’artista. Tale rimase fino al 25 aprile del 2016, quando Christie’s di Ney York offrì una versione più tarda (1867), che si distingue per un manto bianco appoggiato sui gradini e per una cromia più accesa. L’asta americana stabilì un nuovo record: 1,6 milioni di euro, quasi raddoppiando la stima. Dietro Il bacio, il vuoto, specie nell’ultimo decennio.

Hayez era felice autore anche di quadri in cui rappresentava episodi della storia italiana per ricollegarli al presente risorgimentale, e pure per riecheggiare problemi eterni di rapporti interpersonali. In Valenza Gradenigo davanti agli inquisitori, l’artista veneto si rifà alla storia secentesca della donna che cerca di salvare l’amato Antonio Foscarini di fronte al tribunale retto dall’inflessibile padre. Visto il successo, il pittore ne dipinse diverse versioni, tutte dominate dal confronto cromatico fra gli abiti dei personaggi, che esalta la purezza dell’eroina, e dall’effetto chiaroscuro-drammatico determinato dalla luce che si propaga a partire dallo sfondo della tela, esaltato da un sensazione di mutismo che traspare dalle figure e dall’atteggiamento autoritario del padre inquisitore.

Una versione era stata offerta da Christie’s di Londra nel 2004 (18 novembre) e venduta per 184mila euro, a un prezzo anni luce lontano dalle cifre ottenute con Il bacio ma comunque più che rispettabile. Un’altra versione di Valenza Gradenigo davanti agli inquisitori è stata offerta da Dorotheum di Vienna lo scorso 27 aprile andando addirittura invenduta, a fronte di una stima minima di 90mila euro. Perdipiù quest’ultima variante aveva anche il sapore della riscoperta, perché era stata offerta precedentemente come prodotto di scuola tedesca del Novecento e venduta per 1.500 euro (Christie’s, Amsterdam, 14 novembre 2011). Del resto, nell’ultimo decennio, il massimo in asta per dipinti di quel genere di Hayez è stato toccato da La congiura dei Fieschi, che riprende l’episodio raccontato anche in Simon Boccanegra di Verdi e venduta per non più di 68.500 euro da Porro Art Consulting a Milano.

Si può sostenere che queste opere storiche trasudano Risorgimento e quindi interessano poco oggi, ma comunque Hayez si meriterebbe di più. E poi a guardare l’altro filone principe delle sue opere, i ritratti di donne, il baratro nelle quotazioni rispetto a Il bacio non si colma, anzi. Strano perché questi ritratti femminili non hanno niente in comune con l’algidità neoclassica, e invece sprizzano di attrazione del pittore per l’altro sesso. Le sue eroine sono languide e carnali, provocanti con le spalline degli abiti che cadono dalle spalle, posizioni sinuose, sguardi meditabondi ma non corrucciati.

In Susanna al bagno, i vecchioni non solo guardano la ragazza ma uno di loro la assale, e lei, mezza nuda, si ritrae appena col viso. L’opera è stata venduta il 12 giugno 1997 da Sotheby’s a Milano per un equivalente di 530mila euro, ma il 23 aprile 2015 uno Studio di donna nuda, affascinante, niente affatto accademica, è stata venduta da Dortoheum di Vienna per 18.750 euro. Ma anche una Maddalena penitente ai piedi della croce, con la figura femminile piangente ma sempre languida e incisiva e con una spallina delicatamente scesa sulla spalla, non è passata di mano da Sotheby’s di Parigi (4 maggio 2016) per più di 60mila euro. Stesse misere quotazioni per figure di uomini a forte carattere espressivo che si portano a casa con poco più di 20mila euro (Dorotheum, Vienna, 20 ottobre 2016). Strano davvero, visto il ruolo di Hayez nella storia dell’arte italiana, il successo del suo Bacio e pure delle mostre che Milano gli ha recentemente dedicato. Qualche collezionista potrebbe vedere in tutto questo un’opportunità interessante.


Il bacio (1867).

(*) C. Castellaneta, S. Coradeschi, L'opera completa di Hayez, Milano 1971. Della quarta versione, si legge in questo volume, si sarebbero perse le tracce. Inoltre studi successivi ipotizzano addirittura una quinta versione.

ART E DOSSIER N. 350
ART E DOSSIER N. 350
GENNAIO 2018
In questo numero: I DILEMMI DELL'ARCHITETTURA Modernismo e tradizione a Firenze; Sottsass: la fantasia della ragione; Analogie: forme da altre forme. IN MOSTRA Sottsass a Milano e Parma, Impressionisti a Londra; Canova e Hayez a Venezia, Bernini a Roma, Giorgione a Castelfranco Veneto.Direttore: Philippe Daverio