Finestre sull'Arte


il mito di Ercole
nel segno di Tiepolo

di Federico D. Giannini

Le vicende della storia non ci hanno riconsegnato integro il ciclo di affreschi che Giandomenico Tiepolo ideò, verso il 1772, per il salone di rappresentanza del palazzo di Gaetano Valmarana a Vicenza: ignorato dalle fonti storiche, segnalato per la prima volta negli anni Quaranta del Novecento, miracolosamente scampato alle bombe del secondo conflitto mondiale, analizzato e studiato per la prima volta negli anni Settanta e, infine, nel novembre del 2017 generosamente donato al pubblico godimento dai suoi ultimi proprietari, Camillo e Giovanni Franco. Solo il commercio d’opere tiepolesche, che fiorì verso metà Ottocento e che s’interessò anche di alcune scene di Palazzo Valmarana, già passate in asta, ha impedito che il ciclo si conservasse nella sua interezza. Ma non che s’evitasse d’intuirne la portata: le indagini susseguitesi negli ultimi anni e approfondite con l’occasione della mostra (Tiepolo segreto) aperta contestualmente all’entrata degli affreschi al vicentino Palladio Museum (il 3 novembre scorso), grazie a un prestito a lungo termine che durerà almeno dieci anni, hanno consentito agli studiosi di penetrare nei significati sottesi al ciclo tiepolesco. Un ciclo che, come ci ha spiegato Guido Beltramini, direttore del Palladio Museum, forse non poteva trovare miglior ospitalità, dacché nelle sale dell’istituto vicentino abbiamo la possibilità d’ammirare «un grande pittore barocco, Tiepolo, che reinterpreta la scena del Teatro olimpico, realizzando con colori e pennelli un esempio unico di palladianesimo in pittura».


Il ciclo di affreschi di Giandomenico Tiepolo realizzati verso il 1772 per il palazzo di Gaetano Valmarana a Vicenza ora non ha più segreti

Infatti Giandomenico, per il palazzo del suo nobile committente, realizzò un sontuoso apparato decorativo, memore delle architetture palladiane e avente per protagonista un “frons scenae” che, assicura lo studioso Luca Fabbri, «non avrebbe sfigurato come fondale di un antico teatro». Edicole timpanate affiancate da paraste scanalate, che accoglievano finte sculture, s’alternavano ai lati di un’esedra centrale che ospitava la statua raffigurante Ercole con Cerbero incatenato: il ciclo era poi concluso da finti bassorilievi narranti le fatiche del mitologico eroe. Una decorazione che forse doveva esser congegnata al fine d’offrire un’icastica allegoria del prestigio della famiglia, ma che nella realtà dei fatti si risolve in una specie di sarcastica burla: l’impaginazione è votata al classicismo, ma il segno è nervoso e la luce crepuscolare getta lunghe ombre sulle pareti. Ercole tribola e s’affanna, ma certe ironiche figurazioni (l’idra, per esempio, che lungi dall’essere un temibile drago, è in realtà un mostro d’altra sorta, con languide teste femminili), e certi personaggi (satiri in primis) paiono quasi farsi beffa tanto del nerboruto semidio, quanto degli osservatori e forse anche del committente stesso. E il ciclo si conclude non con l’apoteosi dell’eroe, ma col rogo che lo inghiotte.

Tiepolo segreto

Vicenza, Palladio Museum
a cura di Fabrizio Magani
e Guido Beltramini
dal 3 novembre 2017
(prestito di lunga durata)
orario 10-18, chiuso lunedì
catalogo Cisa Palladio
www.palladiomuseum.org

ART E DOSSIER N. 350
ART E DOSSIER N. 350
GENNAIO 2018
In questo numero: I DILEMMI DELL'ARCHITETTURA Modernismo e tradizione a Firenze; Sottsass: la fantasia della ragione; Analogie: forme da altre forme. IN MOSTRA Sottsass a Milano e Parma, Impressionisti a Londra; Canova e Hayez a Venezia, Bernini a Roma, Giorgione a Castelfranco Veneto.Direttore: Philippe Daverio