CATALOGHI E LIBRI

MARZO 2014

LUCIO FONTANA

Catalogo ragionato delle opere su carta
Lucio Fontana (1899-1968) ha attraversato con le sue idee quattro decenni d’arte italiana e ha “traghettato” sculture, opere su carta, quadri, ceramiche, neon, installazioni da una metà all’altra del Novecento, con esiti che offrono ancora inediti spunti di ricerca. Sempre più viene riconosciuta, fra le altre cose, la sua l’influenza su artisti delle più giovani generazioni (primo fra tutti Piero Manzoni, che gli fu amico e sodale). Nato in Argentina, che lascia a sei anni, Fontana vi torna più volte; già negli anni Dieci lavora a Rosario nella bottega del padre, scultore d’origini italiane. Dal 1928 il giovane Lucio è di nuovo a Milano. Espone al Milione di Peppino Ghiringhelli, e a biennali, triennali, quadriennali, fra Venezia, Roma, Milano. Le sue idee innovative colpiscono critici come Edoardo Persico, Duilio Morosini, il giovane Argan. Dopo un’altra parentesi argentina negli anni della guerra, promuove a Milano nel 1947 lo spazialismo, manifesto di eclatante rinnovamento artistico. Poliedrico, indifferente a mode e a omologazioni, adotta tecniche diverse, alterna gometrismi e astrattismi alla figurazione, o meglio non abbandona mai né gli uni né l’altra. Poi arrivano i Concetti spaziali (le ormai famose tele “forate”), le Attese e ancora nuove sperimentazioni. Impossibile sintetizzare la sua opera, nella quale è pure costante il dialogo con architettura e decorazione. Dopo il catalogo di sculture e dipinti curato da Crispolti, esce ora quello delle migliaia di opere su carta a cura di Barbero: mastodontica indagine critica, oltreché di catalogazione, promossa dalla Fondazione Lucio Fontana. Nell’ampio saggio di apertura Barbero rimarca in primo luogo il ruolo del disegno come “cuore” della creatività di Fontana, in continuo sincretismo fra astrazione e figurazione. Ricco anche di inediti, il corpus è in tre tomi, suddivisi per anni e tipologie, con metodo ineccepibile. Non ci si stanca di sorprendersi per l’originalità e varietà del magistrale tocco grafico di colui che è stato fra i più grandi maestri del Novecento italiano.


Luca Massimo Barbero Skira, Milano-Ginevra 2013 3 tomi, 1184 pp., 400 ill. colore e oltre 5500 b/n € 350

PIERO MANZONI.
VITA D'ARTISTA

Piero Manzoni è morto il 6 febbraio 1963, non ancora trentenne. Mesi prima un altro giovane artista, il francese Yves Klein, se n’era andato come lui, in una specie di «parallelismo beffardo», come ricorda Gualdoni in questa sua biografia artistica, uscita nel cinquantesimo anniversario della scomparsa di Manzoni: ideatore di Achromes, Corpi d’aria, Tavole d’accertamento, Linee, per tutti resta soprattutto l’inventore di Merda d’artista. A questa provocatoria serie di barattoli che pur niente contenevano (presentati per la prima volta ad Albisola nel 1961), Manzoni dava in realtà assai meno peso che ad altre sue opere per molti versi non meno “scandalose”. Fu tuttavia proprio Merda d’artista a causare diatribe anche dopo la morte di Manzoni, in particolare quando, il 6 febbraio 1971, Palma Bucarelli espose le scatolette alla Galleria d’arte moderna di Roma. Ci fu persino un’interpellanza parlamentare, ma da allora le ricerche su Manzoni si susseguono a ritmo elevato, grazie anche alla Fondazione Piero Manzoni, istituita dalla famiglia. È pur vero che fin dagli esordi ci fu chi riconobbe il suo ruolo, anche intellettuale, negli sviluppi dell’arte dal dopoguerra a oggi. Già a due giorni dalla tragedia, Lucio Fontana, «padre morale» costretto a seppellire «il proprio figlio morale», rievocò alla radio la “linea” di Manzoni come «invenzione di portata internazionale », un «punto fondamentale nella storia dell’arte contemporanea». Eppure, scandagliate mostre, manifesti, riviste come “Azimuth”, gallerie come la Tartaruga, bar come il meneghino Giamaica, resta tanto da indagare, come ha fatto capire Michele Dantini (Geopolitiche dell’arte, 2012), mostrando nuove fonti iconografiche e diverse aperture sul lascito culturale di Manzoni. Oltre il mito dell’artista “maudit”, Gualdoni s’inoltra ora, con ricca documentazione, nel suo intenso seppur breve percorso artistico. Torneremo a parlarne, anche perché su Manzoni e Albisola è stato ristampato e aggiornato il bel libro di Francesca Paola, Una visione internazionale, Electa 2013.


Flaminio Gualdoni Johan & Levi, Milano 2013 240 pp., 107 ill. b/n € 27

PIERO MANZONI.
DIARIO

Il 25 marzo 1954 Piero Manzoni (Soncino 1933 - Milano 1963) ha ventun anni e su un tipico quaderno di scuola degli anni Cinquanta al quale seguirà un altro più piccolo, inizia un diario finora inedito nella sua interezza. Dopo un’ardua trascrizione - la calligrafia del giovane era pessima - e una puntigliosa ricerca di Gaspare Luigi Marcone su idee, fatti, persone, musiche, libri, film menzionati, la Fondazione Piero Manzoni ha promosso la pubblicazione integrale del diario, annotato e introdotto dal curatore, illustrato da pagine del quaderno nonché da fotografie, cartoline, manifesti, lettere, locandine, che in modi diversi aiutano a “entrare” nel testo. Sono appunti frammentari, inizialmente narrativi che poi, fra il febbraio e il maggio del 1955 diverranno poco più che brevi pensieri, aforismi, fulminanti poesie. Oggi Manzoni sarebbe zio, padre, nonno, artista affermato; ma come sempre accade nel caso di giovani talenti scomparsi precocemente, non è dato immaginare molto di più. Così, restano questi primi scritti a cristallizzarsi poeticamente su immagini fresche, talvolta ingenue, tormentate, contraddittorie, di una maturità ancora non fiorita, spesso appena in boccio. Questo diario andrebbe letto non solo dagli storici dell’arte, ma anche da chiunque abbia figli di quell’età che aspirano a diventare artisti e amano viaggiare. Il Piero ventenne, di famiglia agiata e illuminata, rievoca qui i suoi viaggi in bicicletta, o con l’autostop, fatti da solo o assieme ad amici con scarsi mezzi. Talvolta sicuro della strada da intraprendere, talaltra dubbioso sul futuro e sulle proprie capacità, cambia ben tre università, non senza sensi di colpa, prima di passare definitivamente all’arte. Amicizie, sbronze, nostalgie del padre perduto troppo presto, primi dipinti, pensieri delicati per ragazze e per una famiglia che sempre lo sostiene, mostrano una breve esistenza da amare, se possibile, ancora di più. E non si può far a meno di rammentare che sua nipote Pippa Bacca è morta nel 2008 tragicamente nel corso di una performance artistica itinerante, mentre faceva l’autostop in Turchia.


a cura di Gaspare Luigi marcone Electa, Milano 2013 216 pp., 90 ill. b/n e colore € 22

LIGOZZI, «L'ALTROAPELLE»

Jacopo Ligozzi, nato a Verona verso il 1547 e dal 1577 alla corte medicea di Francesco I, restò a Firenze fino alla morte (1626). Pittore «universalissimo », esperto di colori, noto per virtuosistiche raffigurazioni della natura, ha compiuto anche imprese pittoriche in grande scala, e non solo per fiorentini. Carattere difficile e geniale, Jacopo si firma «miniator» in un grandioso dipinto su lavagna, ma «pictor » nelle tavole botaniche. Il naturalista bolognese Aldrovandi, novello Aristotele, scrive di lui come d’un eccellente pittore di piante e animali ai quali non manca che lo spirito, e per questo lo paragona al greco Apelle. Le tavole naturalistiche del Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi, prossimamente in mostra, sono oggi lo spunto, in questo eBook, per nuove chiavi di lettura anche su arte-scienza e sui codici gerarchici fra le varie tecniche e discipline nel Cinque e Seicento.


a cura di marzia Faietti e maria elena de Luca Giunti, Firenze 2014 144 pp., 128 ill. colore eBook € 14,99

ART E DOSSIER N. 308
ART E DOSSIER N. 308
MARZO 2014
In questo numero: MYTHOS ITALIEN L'Italia nell'immaginario europeo: dai caravaggisti olandesi alla Firenze del Grand Tour, dai sogni Art Déco ai vetrai muranesi. IN MOSTRA: Matisse, Ossessione Nordica, Montserrat, Este.Direttore: Philippe Daverio