CATALOGHI E LIBRI

GENNAIO 2014

VENEZIA NEL PIATTO

Ma che piatto!
L’industria del vetro di Murano è in crisi. Anzi, non si esagera a dire che rischia di scomparire, nonostante la tenacia e la professionalità di quegli artigiani veneziani che ancora resistono con enormi sacrifici alla concorrenza asiatica, producendo vetri di qualità. E che tristezza vedere a Murano officine abbandonate e pericolanti, ormai ridotte a relitti di archeologia industriale. Da qualche tempo Venezia è corsa ai ripari con iniziative encomiabili, come le mostre organizzate all’isola di San Giorgio da Stanze del Vetro con la Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung (la prima su Carlo Scarpa e Venini esportata anche al Metropolitan di New York). Ma forse non basta. Eppure, l’antica tradizione veneziana, che vanta un primato secolare, non è spenta per qualità e inventiva, al di là dei gadget commerciati in ogni calle della laguna. Ce lo conferma questo libro che nasce dalla bella idea di Enrica Rocca, gourmet ed esperta di cucina veneziana: amabili aperitivi, antipasti, primi di pasta e risotti, secondi di pesce, carne, verdure, sono presentati mirabilmente entro forme di vetro che incantano e che risaltano in fotografa dal fondo di interni veneziani scelti con senso estetico mai stucchevole (cosa rara, con l’inflazione minimalista o neobarocca del “food styling“). Ha ragione lo storico dell’arte Pierre Rosenberg nell’osservare che questo è un libro per i cinque sensi. I vetri pubblicati sono opere d’arte ideate da designer e architetti nel corso del Novecento (alcune anche in anni recentissimi). Non si fatica a credere che le ricette che accompagnano le immagini siano ottime, e non troppo difficili da realizzare, come rassicura l’autrice, che offre generosamente molti consigli con una scrittura appassionata e piacevole. Tuttavia non sarà facile in casa propria presentare creazioni culinarie entro vetri tanto magnifici per disegno, forme e abbinamenti cromatici. Vien comunque voglia di provarci con i mezzi a disposizione. L’incoraggiamento di Enrica Rocca è un altro pregio del libro.


Enrica Rocca, prefazione di pierre Rosenberg, fotografe di Jean-pierre Gabriel Marsilio, Venezia 2013 180 pp., 150 ill. colore € 35

LA BIENNALE DI VENEZIA.1895-2013

Arti visive. Architettura. Cinema. Danza. Musica. Teatro
La Biennale di Venezia è fra le esposizioni d’arte più antiche e prestigiose nel mondo. Nacque nel 1895, dopo la costruzione di un apposito palazzo ai Giardini di Castello (oggi celeberrimo Padiglione Italia), e nel 2013 è giunta alla cinquantacinquesima edizione. La sua storia, che si intreccia a fondamentali episodi della critica d’arte contemporanea, è ripercorsa in questo libro utile e ben documentato, da Enzo Di Martino, cultore della materia. La prima esposizione, inaugurata da Umberto I di Savoia, ottenne duecentoventiquattromila visitatori. Nacquero poi la Biennale della musica (1930), quella del cinema (1932, primo festival del mondo dedicato ai film), e a seguire teatro, architettura, danza.


Enzo di Martino, presentazione di paolo baratta Papiro Art, Torino 2013 253 pp., 200 ill. b/n e colore € 40

DIRE LUCE. SCRITTI SULLA PITTURA

«Spagnola, rifugiata che non è mai rientrata nel suo paese, scrittrice di filosofia con molte pubblicazioni [...]. Da quando sono tornata dall’America [...] non ho fatto altro che scrivere, prima a Roma e poi, da sei anni, lontano da tutto». Così si presenta nel 1970 María Zambrano, mentre scrive a Picasso dalla Svizzera: «Filosofa fra i poeti, poetessa fra filosofi», come spiega Davide Rondoni. Grande amante della pittura, intellettuale schiva e coraggiosa, spirito libero e anticonformista, era nata a Vélez-Málaga nel 1904. Allieva di José Ortega y Gasset, alle cui idee restò molto legata, a Madrid era stata assistente universitaria della cattedra di metafisica, e presto costretta all’esilio per antifranchismo. Dopo quarantacinque anni di peregrinazioni in Europa e oltreoceano, rivide la Spagna nel 1984. E a Madrid è morta nel 1991, dopo aver rifrequentato luoghi d’arte a lei cari, come il Prado. Ovunque sia stata, María Zambrano ha portato con sé una particolare passione per la pittura che si riflette negli scritti d’arte, di forte impronta filosofica, diremmo visionaria, comunque liberi e personalissimi. Scrisse d’arte per tutta la vita, all’estero e poi, negli ultimi anni, in patria trasmettendo suggestioni vivissime, sia che si tratti di una visita da bambina a un convento spagnolo, accompagnata, di nascosto alla famiglia, da una indimenticata domestica segoviana, sia che si tratti del sorriso della Gioconda, «dipinto da un uomo che sa e nel guardare vede ciò che sa, ma arricchendolo. Come se un uccello potesse continuare a imparare quello che già sa dalla nascita». O, ancora seguendo un’idea sulla visione e il sogno profetico dell’arte, dello spazio di Las meninas di Velázquez, che «pur essendo di sogno, è costruito come fosse realtà». E poi, la presenza immota e immanente della santa Barbara, nel famoso quadro del Prado del Maestro di Flémalle e, sopra tutti, la rivelazione della luce e dei bianchi incantevoli di Zurbarán, di quella pittura spagnola che svela «qualcosa del segreto della pittura stessa».


María zambrano, a cura di carmen del valle, presentazione di davide Rondoni Bur Rizzoli, Milano 2013 304 pp. € 12, ebook € 8,99

IL SOGNO DI GIOVE DI DOSSO DOSSI

E altri saggi sulla cultura del Cinquecento
Marco Paoli ci ha abituato a inaspettate proposte interpretative di alcuni capisaldi della storia dell’arte, a conferma che con opportuni strumenti è possibile ancora indagare fra i tanti misteri insoluti. Con questo libro lo studioso (che fra le altre cose dirige le riviste “Rara volumina”, sull’editoria di pregio e il libro illustrato, e “DigItalia”, sul digitale nei Beni culturali) completa una sorta di trilogia delle sue indagini tra arte figurativa e sogno. Si è già parlato, in queste pagine, dell’interpretazione, con prove convincenti, del dipinto di Van Eyck alla National Gallery di Londra (Jan van Eyck alla conquista della rosa, 2010), che non raffigurerebbe, come si legge ancora ovunque, i coniugi Arnolfini, bensì il pittore stesso con la moglie. E poi, della Tempesta di Giorgione (La Tempesta svelata, 2011), il cui palazzo padovano sullo sfondo apre le porte a una lettura altrettanto persuasiva, densa di significati legati alle vicende della Serenissima. Questo nuovo studio offre aperture inedite sul dipinto più celebre di Dosso Dossi, Giove che dipinge le farfalle, che dopo vicissitudini narrate nella prefazione da Kazimierz Kuczman, è esposto al Castello reale di Cracovia. Con erudizione e sagacia Paoli mostra come Giove abbia gli occhi (ovvero l’occhio visibile di profilo) chiusi: dunque sta dormendo. O meglio, sognando. Giove dipinge farfalle (insetti del sonno) e si trova nel luogo più oscuro dell’Olimpo. Accanto a lui Mercurio, guardiano della notte e re dei sogni. L’altra figura non personifica una Virtù, come spesso si dice, ma Aurora, cui allude l’arco aranciato che non pare arcobaleno ma aurora boreale. Una sfera onirica avvolge la scena mentre il giorno avanza, e forse anche Freud interpretò così il dipinto, mentre elaborava la teoria del sogno guardiano del sonno. L’opera di Dosso era destinata al giardino di delizie di Alfonso I d’Este, per augurare al duca sonno e sogni benevoli, e il superamento del pericolo di un diluvio atteso dagli astrologi di tutta Europa nel 1524.


Marco paoli Accademia Lucchese di Scienze, Lettere e Arti Pacini Fazzi Editore Lucca 2013 176 pp., 52 tavv. colore € 48

ART E DOSSIER N. 306
ART E DOSSIER N. 306
GENNAIO 2014
In questo numero: MANIERISMI E SEX APPEAL Quando l'eros insidia lo stile, dal Primaticcio a Balthus, dal mito di Leda a Benton all'arte contemporanea. IN MOSTRA: Fornasetti, Renoir.Direttore: Philippe Daverio