5.14 PIETRO GAUDENZI

(GENOVA 1880-ANTICOLI CORRADO 1955) Il grano 1940 circa pittura murale su intonaco applicato su masonite; cm 249 x 434 firmato in basso a sinistra nel pannello centrale «Pietro Gaudenzi» Cremona, Sistema Museale della Città di Cremona Museo Civico
“Ala Ponzone”, inv. 486

civico “Ala Ponzone”, inv. 486 Ritrattista caro alla borghesia lombarda, che dalla metà degli anni Venti ne apprezza l’adesione moderata - e dunque rassicurante - alle istanze novecentiste (Rebora 2004), nel 1935 Gaudenzi lascia Milano, dove nel 1931 aveva ottenuto un caloroso successo con la personale allestita nella Galleria Pesaro, e si stabilisce nella campagna ciociara di Anticoli Corrado, dove aveva già soggiornato a lungo dal 1910. La propensione dell’artista a un linguaggio solenne trova spazio nel 1940, quando partecipa alla seconda edizione del Premio Cremona - inaugurato alla presenza di Mussolini il 19 maggio nelle sale di Palazzo Affaitati - vincendo il primo premio di 50.000 lire con il grande trittico Il grano. Il tema del concorso, la «Battaglia del Grano», rientrava nel programma efficacemente riassunto dall’avvocato Tullo Bellomi - vicepresidente della giuria che doveva vagliare le opere inviate anonimamente dai partecipanti - in un discorso alla radio: «Primo: Chiamare gli artisti italiani a fare dell’arte ispirata a temi storici e politici [...] Secondo: Negare, almeno in questo campo, diritto di cittadinanza italiana alle deformazioni artistiche del vero, di marca e d’origine prevalentemente straniere» (Premio Cremona 1940, p. 8). Il «novecentismo fascista: forte, vigoroso, epico» auspicato da Farinacci si traduce nell’opera di Gaudenzi in una composizione magniloquente, i cui «tre pannelli ci conducono in un paese delle campagne dell’Italia del sud, dove i borghi sono poveri e dure sono le figure dei lavoratori e delle loro donne»; ma qualche voce critica accusa l’artista di aver «espresso la nota dolorosa, triste del lavoro, invece di cantare nella luce la gioia del raccolto» (Munaro 1940, p. 49). Gaudenzi guarda alla monumentalità classica della pittura tardo-rinascimentale, sfruttando l’intrinseca capacità del polittico - non a caso un formato molto presente tra le diverse opere in concorso - di valorizzare simbolicamente simmetrie e corrispondenze formali.
Mariella Milan

Bibliografia Premio Cremona 1940, sala VIII, n. 50; Munaro 1940; Italienische Bilder 1940; Premio Cremona 1941; Gli anni del Premio Bergamo 1993, p. 130, n. 46. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.