civico “Ala Ponzone”, inv. 486 Ritrattista caro alla borghesia lombarda, che dalla metà degli anni Venti ne apprezza l’adesione moderata - e dunque rassicurante - alle istanze novecentiste (Rebora 2004), nel 1935 Gaudenzi lascia Milano, dove nel 1931 aveva ottenuto un caloroso successo con la personale allestita nella Galleria Pesaro, e si stabilisce nella campagna ciociara di Anticoli Corrado, dove aveva già soggiornato a lungo dal 1910. La propensione dell’artista a un linguaggio solenne trova spazio nel 1940, quando partecipa alla seconda edizione del Premio Cremona - inaugurato alla presenza di Mussolini il 19 maggio nelle sale di Palazzo Affaitati - vincendo il primo premio di 50.000 lire con il grande trittico Il grano. Il tema del concorso, la «Battaglia del Grano», rientrava nel programma efficacemente riassunto dall’avvocato Tullo Bellomi - vicepresidente della giuria che doveva vagliare le opere inviate anonimamente dai partecipanti - in un discorso alla radio: «Primo: Chiamare gli artisti italiani a fare dell’arte ispirata a temi storici e politici [...] Secondo: Negare, almeno in questo campo, diritto di cittadinanza italiana alle deformazioni artistiche del vero, di marca e d’origine prevalentemente straniere» (Premio Cremona 1940, p. 8). Il «novecentismo fascista: forte, vigoroso, epico» auspicato da Farinacci si traduce nell’opera di Gaudenzi in una composizione magniloquente, i cui «tre pannelli ci conducono in un paese delle campagne dell’Italia del sud, dove i borghi sono poveri e dure sono le figure dei lavoratori e delle loro donne»; ma qualche voce critica accusa l’artista di aver «espresso la nota dolorosa, triste del lavoro, invece di cantare nella luce la gioia del raccolto» (Munaro 1940, p. 49). Gaudenzi guarda alla monumentalità classica della pittura tardo-rinascimentale, sfruttando l’intrinseca capacità del polittico - non a caso un formato molto presente tra le diverse opere in concorso - di valorizzare simbolicamente simmetrie e corrispondenze formali.
Mariella Milan
Bibliografia Premio Cremona 1940, sala VIII, n. 50; Munaro 1940; Italienische Bilder 1940; Premio Cremona 1941; Gli anni del Premio Bergamo 1993, p. 130, n. 46.