4.02 CARLO CARRÀ

(QUARGNENTO 1881-MILANO 1966) Figura femminile che esce dalla tomba 1938-1939 carboncino su carta da spolvero incollata su tela; cm 181,5 x 99,5 firmato e datato in alto a sinistra «Carlo Carrà 1933» Milano, Museo del Novecento, inv. 8018

dopo la V Triennale, un importante cantiere di decorazione murale, realizzato a Milano tra 1929 e 1940 - ideatore del progetto architettonico e iconografico e regista dell’impresa è Marcello Piacentini - è quello del nuovo Palazzo di Giustizia. Carrà, che ha alle spalle l’esperienza della V e della VI Triennale, è tra i molti artisti chiamati a realizzare le opere decorative, ufficialmente nel 1936, in realtà già nel 1932-1933. Ultima prova murale di Carrà, l’unica sopravvissuta fino a oggi, gli affreschi - il Giustiniano che libera lo schiavo, a rappresentare la giustizia terrena, e il Giudizio universale, simbolo della giustizia divina - sono destinati a spazi pubblici, dunque al grande pubblico, e hanno un impianto volutamente semplice, che si riduce ulteriormente durante l’iter progettuale. Donati da Massimo Carrà nel 1969, i grandi disegni chiaroscurati su carta da spolvero, quadrettati e dunque realizzati a ridosso della versione finale ma non utilizzati effettivamente per lo spolvero, sono eseguiti tra 1938 e 1939, mentre la datazione al 1933 qui leggibile viene probabilmente aggiunta negli anni Sessanta, quando i cartoni, per ragioni conservative, sono incollati su tela e intelaiati. La scelta del nudo - che nel 1940 sarebbe costata a Carrà, come anche a Campigli, Semeghini, Penagini e Cadorin, l’accusa di “sconvenienza” da parte dei censori e la successiva copertura con pesanti teli grigi fino al 1942 - si richiama alla grande tradizione rinascimentale dell’affresco e, al contempo, è funzionale a una rappresentazione astorica della giustizia, schivando i goffi simboli della romanità di regime. La posizione di profilo con la gamba piegata della Figura femminile - uno dei risorti che escono dai sepolcri alla destra del Cristo nel Giudizio universale - rimanda ad altre opere degli anni Trenta, ai gesti masacceschi dei pescatori e dei nuotatori che popolano le marine versiliesi care all’artista e, in particolare, alla donna seduta di Modelle in riposo (1932).
Mariella Milan

Bibliografia
Gli anni Trenta 1982; Carrà 1994, n. 35; Carrà 1996, n. VII, 49; Allodi 2004, figg. 1-2; Carrà 2004, n. 4; Pugliese 2004, fig. 34. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.