dopo la V Triennale, un importante cantiere di decorazione murale, realizzato a Milano tra 1929 e 1940 - ideatore del progetto architettonico e iconografico e regista dell’impresa è Marcello Piacentini - è quello del nuovo Palazzo di Giustizia. Carrà, che ha alle spalle l’esperienza della V e della VI Triennale, è tra i molti artisti chiamati a realizzare le opere decorative, ufficialmente nel 1936, in realtà già nel 1932-1933. Ultima prova murale di Carrà, l’unica sopravvissuta fino a oggi, gli affreschi - il Giustiniano che libera lo schiavo, a rappresentare la giustizia terrena, e il Giudizio universale, simbolo della giustizia divina - sono destinati a spazi pubblici, dunque al grande pubblico, e hanno un impianto volutamente semplice, che si riduce ulteriormente durante l’iter progettuale. Donati da Massimo Carrà nel 1969, i grandi disegni chiaroscurati su carta da spolvero, quadrettati e dunque realizzati a ridosso della versione finale ma non utilizzati effettivamente per lo spolvero, sono eseguiti tra 1938 e 1939, mentre la datazione al 1933 qui leggibile viene probabilmente aggiunta negli anni Sessanta, quando i cartoni, per ragioni conservative, sono incollati su tela e intelaiati. La scelta del nudo - che nel 1940 sarebbe costata a Carrà, come anche a Campigli, Semeghini, Penagini e Cadorin, l’accusa di “sconvenienza” da parte dei censori e la successiva copertura con pesanti teli grigi fino al 1942 - si richiama alla grande tradizione rinascimentale dell’affresco e, al contempo, è funzionale a una rappresentazione astorica della giustizia, schivando i goffi simboli della romanità di regime. La posizione di profilo con la gamba piegata della Figura femminile - uno dei risorti che escono dai sepolcri alla destra del Cristo nel Giudizio universale - rimanda ad altre opere degli anni Trenta, ai gesti masacceschi dei pescatori e dei nuotatori che popolano le marine versiliesi care all’artista e, in particolare, alla donna seduta di Modelle in riposo (1932).
Mariella Milan
Bibliografia
Gli anni Trenta 1982; Carrà 1994, n. 35; Carrà 1996, n. VII, 49; Allodi 2004, figg. 1-2; Carrà 2004, n. 4; Pugliese 2004, fig. 34.