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arma, CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università di Parma, sezione arte, inv. 6362 Nel maggio 1934, alla V Mostra del Sindacato Interprovinciale delle Belle Arti di Lombardia, dove espone la Signorina seduta, Fontana vince - tra le polemiche perché ha superato per meno di un mese il limite di trentacinque anni stabilito dal bando - il primo premio al concorso Tantardini per i giovani scultori lombardi, che ha come tema per quell’anno «la realizzazione di una o più statue decorative di fontana per un mercato del pesce» a Milano. Secondo il diritto del Comune di trarre una copia, a luglio viene eseguita, dal gesso presentato - che rimane di proprietà dell’artista -, una fusione in bronzo, attualmente conservata nelle Civiche Raccolte milanesi. Per la scultura ha posato Gianni Clerici, amico di Jole Bonifacini Fontana, cognata dell’artista: «Un uomo nudo al vero, eretto, stringe con la destra una fiocina. Ai suoi piedi sono alcuni pesci» (Nicodemi-Bezzola 1938). Il tentativo di astrazione della forma è ottenuto attraverso l’uso del colore oro e con un modellato “vibrante”, nei capelli e nella base, che si ritrova più insistito nella Vittoria dell’Aria - esposta nel giugno dello stesso anno a Milano alla Mostra dell’Aeronautica italiana - che ne riprende la posizione dei piedi e lo sbilanciamento in avanti. Edoardo Persico descrive il Pescatore come «ben piantato e tornito», eseguito per strappare l’ammirazione della giuria (Persico 1936a), mentre Giulio Carlo Argan lo colloca nelle ricerche fontaniane di equilibrio e di assoluta uguaglianza di volume e colore: «Nella fluidità di quel corpo liscio, levigato dall’acqua nell’esercizio del nuoto, nel movimento che prolunga e affusola la figura, nella continuità della superficie sentita, al modo greco, come fascio di linee avvolgenti ed elastiche è presente la stessa idea di spazio che c’era negli Amanti» (Argan 1939). Prima della sua morte nel 1988, l’architetto Renzo Zavanella, amico e collaboratore di Fontana, regala la scultura al suo portinaio, Luciano D’Alessandro, per ricompensarlo dell’assistenza: quest’ultimo la donerà nel 1992 allo CSAC di Parma, d’accordo con la vedova di Fontana, Teresita Rasini.
Silvia Bignami
Bibliografia
Sindacale Lombarda 1934, p. 102, n. 8; Persico 1936a; Nicodemi-Bezzola 1938, pp. 101-103; Argan 1939, pp. 293-295; Crispolti 2006, p. 150, nn. 33-34 SC1; Fontana 2007, pp. 55-58; Fontana 2010; Nove100 2010, p. 57, n. I.6.