2.20 OSVALDO PERUZZI

(MILANO 1907-LIVORNO 2004) Aeropittura 1934 olio su cartone; cm 64,5 x 80,5 Roma, Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale, firmato in basso a destra «PRAMPOLINI» AM 1291

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svaldo Peruzzi realizza Aeropittura nel 1934, due anni dopo l’adesione ufficiale alla compagine futurista e il trasferimento da Milano a Livorno. È per lui un momento L’opera, da datare al 1930, come confermato dalla sua partecipazione alla I Quadriennale di Roma del 1931 di pieno sviluppo dell’attività artistica - nello stesso (iniziata a gennaio) e dallo stesso Prampolini, che nella anno dipinge Aeroarmonie e Autoritratto - e di pubblico Mostra futurista di Aeropittura del 1931 la assegna a riconoscimento, grazie alla partecipazione alla XIX Biennale quell’anno (Prampolini 1931, p. 11), è molto simile, per di Venezia. soggetto e impaginazione, a Immagine futurista illustrata sul Presentato alla III Quadriennale romana del 1939 (insieme catalogo dell’esposizione romana. Rispetto a quest’ultimo ad altri suoi lavori come Simultaneità di battaglia aerea e dipinto, però, la figura femminile di Analogie cosmiche Ritratto cosmico) nelle sale allestite da Marinetti con il titolo si presenta molto più stilizzata, non lasciando nemmeno Mostra futurista di Aeropittori e Aeroscultori, il dipinto entra intuire il volto che, insieme agli arti, come atrofizzati, immediatamente a far parte delle collezioni civiche romane come acquisto del Governatorato, per mille lire, insieme viene eliminato dalla composizione, per lasciar spazio unicamente agli elementi caratterizzanti della donna: i 139 a due altre opere futuriste, esposte nella stessa occasione: seni e il ventre, che genera una sfera simile a un pianeta Vite orizzontale di Tullio Crali e Sogno di motore di Sante come in Maternità cosmica (1930), presentato alla seconda Monachesi. edizione della Quadriennale romana nel 1935. L’opera Aeropittura, in precedenza proposto alla VI Mostra può essere considerata un’aeropittura, ma basata su sindacale livornese del 1934-1935 e alla XXI Biennale una personale rielaborazione immaginativa, lontana da di Venezia del 1938, evidenzia l’originale impronta qualsiasi intento illustrativo. Quanto viene rappresentato dell’adesione di Peruzzi alla tendenza aeropittorica che, è infatti lo spazio-tempo metafisico, del quale la forma sviluppatasi in ambito futurista già alla fine degli anni diviene un’immagine assoluta e stabile. Linee e colore Venti, vede la sua ufficializzazione con la pubblicazione sono impiegati in maniera simbolica: curve e sinuosità del Manifesto, da parte di Marinetti, in “La Gazzetta del alludono liricamente all’elemento organico che si trasfi gura Popolo” del 22 settembre 1929 e nel catalogo della I metamorficamente in pura energia, mentre i contrasti Mostra di Aeropittura alla Camerata degli Artisti di Roma coloristici sottolineano il movimento, ormai completamente all’inizio del 1931 (Crispolti 2008). Nel quadro emerge la spirituale. Per Prampolini, l’aeropittura diviene pura formazione macchinista di Peruzzi, retaggio degli anni di «sensibilità aerea», volta a creare un nuovo «organismo studio milanesi, che in combinazione con un sintetico senso plastico» che deve orientarsi verso «l’analogia plastica, di tensione lirica, costante nel suo linguaggio pittorico e ossia verso la metamorfosi nel mistero fra la realtà concreta vera e propria cifra stilistica, lo distingue dal versante più e quella astratta» (Prampolini 1931, p. 12); si tratta di un illustrativo dell’aeropittura. tipo di sperimentazione che lo porta a breve a ricercare Silvia Vacca nuovi mezzi espressivi con i polimaterici. 
Silvia Vacca 

Bibliografia
Biennale 1934, n. 50; Sindacale livornese 1934, n. 7; Bibliografia Biennale 1938, n. 49; Quadriennale 1939, p. 196, n. Quadriennale 1931, p. 85, n. 29; Prampolini 1932, n. 5; 80; Peruzzi 1998, p. 70; Bonasegale 2008, p. 81; NAF. Biennale 1932, p. 172, n. 46; Menna 1967, p. 237, n. Cataloghi, 2010 107, fig. 179; Prampolini 1992, p. 318; Crispolti 2008, p. 23; NAF. Cataloghi 2010. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.