2.10 MARIO MAFAI

(ROMA 1902-1965) Demolizione dei Borghi 1939 olio su tela; cm 49x 62 firmato in basso a sinistra «Mafai 39» Roma, GNAM - Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, inv. 3867

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el gennaio 1937 Mafai espone, in una personale alla Galleria della Cometa di Roma, le serie dei Fiori secchi e delle Demolizioni. Consistente in una decina di opere, il gruppo delle Demolizioni, cui Mafai lavora dal 1936, è ispirato dagli sventramenti urbanistici avviati in quel periodo dal regime fascista nella zona dell’Augusteo, nella “spina” dei Borghi - l’isolato compreso tra il Tevere e piazza San Pietro, abbattuto per aprire via della Conciliazione - e intorno al Colosseo, durante i lavori per la creazione di via dei Fori Imperiali, quando anche la vecchia casa dell’artista, nell’attuale largo Corrado Ricci, viene distrutta. Emilio Cecchi, che lo presenta alla Cometa, introduce i nuovi quadri come l’apice del suo percorso espressionista. Dopo una fase più intimista, concentrata sui meccanismi interni alla pittura, Mafai punta nuovamente lo sguardo su Roma e recupera una tavolozza più accesa, piegata, nelle Demolizioni - «dove i muri pendenti come stracci sono a condanna d’un mondo che andrà a fuoco e rovina» (De Libero 1949, p. 19) - a esprimere allarme e denuncia, come avverrà con i corpi straziati delle Fantasie dipinte nei primi anni Quaranta. Per Brandi «erano le rovine di Mafai, non i nobili acquedotti o i gruppi di sulfuree colonne, ma povere stanzucce borghesi sviscerate nella carta di Francia a brandelli, nelle fumate a cono dei camini; erano cellule infrante, ma ancora calde d’abitato, così da parere una delicatezza sbirciarle, così sventrate, dal di fuori» (Brandi 1939b). Esposta insieme ad altre due versioni omonime alla personale veneziana dell’agosto 1939, allestita alla Galleria dell’Arcobaleno, nel 1940 la tela viene inviata alla prima personale milanese dell’artista, alla Galleria Barbaroux (Appella 1986, p. 196) e, in base al cartellino sul retro, anche alla XXII Biennale di Venezia, nel cui catalogo non è però elencata. Anche per il suo significato documentario viene poi acquistata nello stesso anno dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna.
Mariella Milan

Bibliografia
Mafai 1939; Mafai 1940; Biennale 1940; Mostra del rinnovamento dell’arte 1960; Martinelli 1967, p. 118, n. 58; Fagiolo dell’Arco-Rivosecchi 1986, p. 60; Mafai 1986; La pittura in Italia. Il Novecento/1 1991, tomo I, p. 538, fig. 743; Mafai 2004, p. 77, n. 27.




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.