2.06 CORRADO CAGLI

(ANCONA 1910-ROMA 1976) I neofi ti 1934 tempera encaustica su tavola; cm 61 x 61 firmato in basso a destra «Cagli» Roma, collezione privata

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rande sperimentatore, che sin dagli esordi unisce alla pittura da cavalletto ceramica, arti applicate e pittura murale, nel 1935 Cagli ottiene una sala personale alla II Quadriennale romana, cui partecipa con quattro pannelli murali e un cospicuo numero di opere, tra cui I neofiti, esposto per la prima volta. Nella tavola, una delle più note e rappresentative del periodo “romano”, le anatomie sono antinaturalistiche ed espressionisticamente allungate sullo sfondo di un paesaggio sommario e atemporale. L’antica tecnica della tempera encaustica, veloce e compendiaria - la pittura pompeiana era allora al centro dell’acceso dibattito sulla riscoperta del mestiere - offre qui un saggio delle tonalità calcinate e della dominante «citrina» (Melli 1936) che l’artista aveva applicato, l’anno precedente, ai Preludi della guerra, la grande pittura murale realizzata per il vestibolo del nuovo Palazzo dell’Arte in occasione della V Triennale milanese. Se all’epoca aveva scritto su “Quadrante” delle «aspirazioni all’arte murale, all’affresco» della pittura contemporanea, nell’autopresentazione nel catalogo della Quadriennale Cagli indica come obiettivo la «creazione di nuovi miti», esprimendo una cultura del primordio legata alla vicinanza ai due direttori di “Quadrante”, Bontempelli e Bardi, il quale ultimo aveva allestito nel 1932 la sua prima personale alla Galleria di Roma e nel 1933 la mostra Cagli, Capogrossi, Cavalli al Milione di Milano. La ripresa dell’antico si traduce, oltre che in composizioni di misura rinascimentale, nella riproposizione di figure e posture ripescate dal Quattrocento italiano, come il personaggio a sinistra nei Neofiti, citazione testuale del Battesimo di Piero della Francesca (Fagiolo dell’Arco 1991), la cui opera, dopo la celebre monografia di Longhi del 1927, era diventata per molti artisti un gran serbatoio d’immagini. Il titolo di sapore esoterico e rituale, allusivo a un’umanità primigenia, era già stato usato l’anno prima, nel più scopertamente erotico Il neofita.

Mariella Milan
Bibliografia Quadriennale 1935, sala VI, n. 18, tav. XCI; Crispolti-Marchiori 1964, p. 99; Omaggio a Cagli 1977; Cagli 1982, p. 84, n. 11; Fagiolo dell’Arco 1986, p. 59; Fagiolo dell’Arco 1991, p. 48; Piero della Francesca e il Novecento 1991, pp. 180-181; Cagli 2006, p. 97, n. 11. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.