1.21 FRANCESCO MENZIO

(TEMPIO PAUSANIA 1899-TORINO 1979) Corridore podista 1930 olio su tela; cm 85 x 58 firmato in basso a destra «Menzio» Roma, GNAM - Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, inv. 3028

dopo gli esordi nell’orbita di Casorati nella Torino dei primi anni Venti, la visione di Menzio si precisa nel 1928, al rientro dal primo soggiorno parigino, incentrandosi sempre più sul colore. La lezione di Modigliani, degli impressionisti e dei fauves - nel 1928 Matisse ha una sala personale alla Biennale, dove lo stesso Menzio espone sei dipinti - insieme a un temperamento sperimentale e a un “pariginismo” visto come sinonimo di modernità artistica, diventa un aspetto fondamentale del suo linguaggio pittorico maturo. Avviato nel 1929, l’anno successivo il gruppo dei Sei di Torino fa molto discutere alla XVII Biennale, ma il Corridore podista, esposto alla rassegna veneziana, viene acquistato dal Ministero dell’Educazione Nazionale per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Se i ritratti dell’artista torinese sono «larve» per Ugo Nebbia e figure «piatte e svanite, ingenue, sì, e molto fini di tono, ma ridotte alla brevità di un singulto» per Piero Torriano (Torriano 1930), il dettaglio del vaso verde dal profilo ondulato, un evidente debito matissiano cui Menzio ricorre come lemma decorativo in diversi altri ritratti - tra cui Figure maschili o Conversazione, anch’esso esposto a Venezia - si fa notare dalla critica ufficiale, ostile alle «francioserie» di quei «piemontesi impariginiti». Di Menzio, che interpreta il ruolo di capofila e che alla fine del 1930 torna nella capitale francese, Ojetti rimpiange la forza costruttiva precedentemente dimostrata, quando ancora non si dedicava all’evocazione di «spettri accanto ai vasi verdi» (Ojetti 1930). Emilio Zanzi scrive di «un’arte tutta disfacimenti, toni bassi, schizzi e abbozzi di un morboso impressionismo dernier cri», citando le «sinfonie di grigi, sinfonie di rosa, tenerezze perlacee di azzurri e di verdi [che] si trovano nelle figure fantomatiche presso le strane decorazioni di anfore verdi nelle tele di Francesco Menzio» (Zanzi 1930).

Mariella Milan

Bibliografia
Biennale 1930, p. 70, n. 31; Bovero 1965, p. 269, fig. 46; I Sei di Torino 1965; Menzio 1979; Fossati 1982, fig. 140; Rosci 1987, p. 29; I Sei di Torino 1993, p. 141, n. 66; Maiocchi 2000, pp. 185, 213.




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.