1.16 FELICE CARENA

(CUMIANA 1879-VENEZIA 1966) Estate (L’amaca) 1933 olio su tela; cm 156 x 200 firmato e datato in basso a sinistra «CARENA 1933» Torino, GAM - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, P/1078

All’inizio degli anni Trenta Carena è un pittore di gran fama, celebrato da un’ampia personale alla I Quadriennale romana del 1931 e nominato nel 1933 Accademico d’Italia. Estate, esposto alla Biennale di Venezia del 1934 insieme a un cospicuo numero di opere e acquistato in quell’occasione dalla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino, ben rappresenta le nuove e più ariose meditazioni di Carena sulla natura dopo la monumentalità giorgionesca dei “grandi idilli” dipinti nel corso dei primi anni Venti. La campagna ciociara di Anticoli Corrado, con la sua tranquillità fuori dal tempo, è, a partire dagli anni Dieci, luogo privilegiato dell’immaginario poetico di Carena; il pittore vi trascorre parecchi mesi all’anno e in estate vi tiene i corsi della scuola d’arte aperta a Roma nel 1922 insieme ad Attilio Selva, fondamentali per molti futuri artisti della cosiddetta Scuola romana, da Pirandello a Capogrossi. La nuova sensibilità di Carena emerge dall’autopresentazione nel catalogo della I Quadriennale, nella quale l’artista dichiara di lottare «per liberarmi da schemi usati e cercare la più diretta ispirazione del vivo». La rilettura degli impressionisti e di Courbet s’innesta su un costante recupero della tradizione pittorica - vista, sulla scia di Bontempelli, come un «gran fiume» dove attingere senza preconcetti di secolo - e su un ricco tessuto cromatico, che la critica considera un tassello fondamentale del suo stile. Per Margherita Sarfatti, il pittore insegue con insistente nostalgia le «seduzioni della pasta cromatica» e il «colore grasso sugoso» (Sarfatti 1930), mentre secondo Antonio Maraini - regolare presenza critica a fianco dell’artista: è suo il testo per la monografia Hoepli del 1930 - in «quel modo succoso e generoso di nutrire gli impasti ricchi della pennellata» sta tutta l’italianità di Carena, rivendicata malgrado l’attenzione per i francesi.
Mariella Milan

Bibliografia
Biennale 1934, p. 131, n. 8; Nebbia 1934, p. 365; L’Art italien 1935, n. 17; Callari 1935, pp. 18, 28, 49; George 1935; Ragghianti 1936, tav. 105, ill. 9; Franchi 1936, p. 77; Maraini 1936, p. 297; Ausstellung italienischer Kunst 1937, n. 91; Carena 1938; Italian Contemporary Art 1939, n. 42; Rizzo 1941; Nebbia 1941, p. 162; Peinture moderne italienne 1949, n. 60; Arte moderna in Italia 1967, p. 171, fig. 830; Benzi 1996, pp. 182-183, n. 63.


ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.