1.13 OTTONE ROSAI

(FIRENZE 1895-IVREA 1957) I muratori (Operai) 1933 olio su cartone; cm 65 x 75 firmato e datato in basso a destra «O. ROSAI 1933» Udine, Galleria d’arte moderna, n. 132 Collezione Astaldi

udine, Galleria d’arte moderna, n. 132 Collezione Astaldi Dopo anni di insoddisfazione e difficoltà economiche e la rottura con Soffici - amico di lunga data e tramite fondamentale per il suo aggiornamento artistico durante e dopo il periodo futurista - nel 1932 Rosai abbandona finalmente la bottega di mobiliere in via Toscanella, ereditata dal padre, trasferendosi in un casotto del dazio fuori città. Nello stesso anno, la partecipazione alla Biennale di Venezia e la grande personale allestita a Firenze nella Galleria di Palazzo Ferroni dall’antiquario Luigi Bellini sono i segnali di un riconoscimento atteso da tutta la vita. Le opere dipinte a partire da quell’anno, dopo la pressoché totale interruzione dell’attività pittorica nel 1931, inaugurano una feconda fase artistica, più ariosa, con tonalità schiarite e accenti cromatici più brillanti. La realtà su cui si concentra è sempre quella del paesaggio fiorentino, dei borghi popolari e dei suoi abitanti, studiata attraverso un’enorme quantità di disegni dal vero e letta attraverso una personale rivisitazione del Quattrocento toscano, con la sua essenzialità costruttiva, e un primitivismo aspro «come la vita degli “omini” che rappresenta» (Sironi 1930b). Già nella collezione di Maria Luisa Astaldi - che la conservava, insieme ad altri Rosai, alle pareti del suo studio romano - e di lì pervenuta per donazione nel 1983 alla Galleria d’Arte Moderna di Udine, l’opera in mostra era indicata come inedita nel catalogo della retrospettiva fiorentina del 1960, dov’era esposta col titolo Operai, mentre il titolo I muratori qui adottato è desunto dalla scritta su carta di giornale incollata sul retro del cartone (Bergamini-Reale 1998). Entro una tavolozza neutra di grigi, ocra e marroni, accentuata dall’austera sintesi geometrica della struttura compositiva triangolare, spiccano le accensioni cromatiche del secchio rosso e delle persiane verdi. La figura a sinistra, che raccoglie la calce, è riproposta nei Muratori dipinti per Giuseppe Verzocchi nel 1949 (Cavallo 1995).

Mariella Milan

Bibliografia
Rosai 1960, p. 55, n. 132; Santini 1960, p. 186, n. 258 (Operai); Bentivoglio 1971, pp. 40-41, n. 124; Bergamini-Reale 1998, p. 125, n. 121 (I muratori).

ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.