1.12 LORENZO VIANI

(VIAREGGIO 1882-OSTIA 1936) Georgica 1929 olio su tavola; cm 125 x 203 firmato e datato in basso a destra «L. Viani X» Venezia, Fondazione Musei Civici di Venezia, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, inv. 895

orientato fin dagli esordi a una fusione di accenti espressionisti - il primo dei suoi soggiorni parigini risale al 1908 -, tematiche sociali ed echi del Duecento e Trecento toscani, Viani mette a punto negli anni una pittura scarna e ruvida su supporti poveri, funzionale alla massima resa espressiva nella narrazione di un mondo di diseredati ed emarginati. Riprodotta nel 1936 in “Frontespizio” col titolo Le opere del mare del cielo e della terra, Georgica riporta una data fascista corrispondente al 1932, apposta probabilmente in un secondo tempo per una svista dell’autore, ma viene esposta per la prima volta nel 1930 alla XVII Biennale, dove è acquistata per la Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro. L’opera documenta efficacemente la poetica di Viani allo scadere del terzo decennio se, autopresentandosi alla personale viareggina del 1930, l’artista scrive: «Il mio mare è quello che sa di pece, d’aringhe, di musciame, di tonnina, il mare che frange tra ripe lutulenti, mare torbato dagli spurghi delle fiumare e delle chiaviche», mentre i suoi uomini sono «gente che giura nella tempesta e spergiura alla Taverna» (ripubblicato in Cardellini Signorini 1978, p. 356). La darsena della natìa Viareggio, il quartiere popolare dove aveva trascorso l’infanzia e buona parte degli anni anarchici, già in passato suo soggetto frequente, diventa un luogo mitico, il fondale su cui muovere una serie di figure ricorrenti. Le donne in attesa, il pescatore, la coppia di buoi e gli uomini su una varietà di imbarcazioni compongono un collage mentale di elementi in buona parte già desueti a quella data. Adottando ritmi compositivi e soluzioni spaziali di fattoriana memoria, Viani rievoca nostalgicamente una Versilia ormai folcloristica e in via d’estinzione, protagonista allora anche del romanzo Angiò uomo d’acqua, del «libro scartafaccio» Il Bava, a soggetto marinaresco, e di numerosi articoli scritti per il «Corriere della Sera», cui collabora regolarmente. 

Mariella Milan

Bibliografia
Biennale di Venezia 1930, p. 123, n. 20; Francia-Cortopassi 1955, tav. 55; Lorenzo Viani 1955, n. 33; Arte moderna in Italia 1967, pp. 146-147, figg. 173; Lorenzo Viani 1986, n. 63, p. 111; Cardellini Signorini 1978, n. 171, tav. 210. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.