1.08 FRANCESCO DE ROCCHI

(SARONNO 1902-MILANO 1978)
Figura del concerto 1931 olio su tavola; cm 99 x 72
firmato e datato in basso a destra «F. De Rocchi 31 IX»
Milano, collezione privata

Pur partecipando regolarmente alle mostre del Novecento italiano, dopo il 1930 De Rocchi assottiglia le proprie figure, optando per un primitivismo lontano dalla salda plasticità che è comun denominatore della compagine sarfattiana. Esposta per la prima volta nel 1932 alla Biennale di Venezia, dove passa sostanzialmente inosservata, Figura del concerto è la prima opera in cui De Rocchi svolge il tema dell’angelo, in seguito uno dei suoi soggetti religiosi più frequentati. In linea con l’«arte moderna riconciliata con Dio» propugnata da Persico negli anni Trenta, che popola la pittura e la scultura di tanti giovani artisti milanesi di allora - da Birolli a Broggini - di «santi visionari e straniti» e di «episodi di storia sacra ritradotti nel linguaggio delle favole» (Pontiggia 2002, p. 21), l’angelo musicante è inteso come soave metafora di armonia e ordine cosmico. Qui la postura rigida e la costruzione tubolare delle braccia riecheggiano la lezione di un Modigliani conosciuto prima attraverso la monografia di Scheiwiller del 1927 e visto poi dal vivo alla Biennale del 1930, mentre la tavolozza schiarita di rosa, ocra e grigi pallidi e la stesura lenta e stratificata rimandano all’eredità divisionista della pittura lombarda a cavallo tra Otto e Novecento e all’Emilio Gola della maniera “chiara”. La suggestione dei maestri senesi del Trecento si fonde con il ricordo del coro angelico dipinto da Gaudenzio Ferrari nella cupola del santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno, città natale dell’artista, che conosceva gli affreschi fin dall’infanzia. La figura affusolata e senza peso dell’angelo musicante, eterea e goticamente allungata e deformata come anche il violino e l’archetto, fa intravedere a Lamberto Vitali «il pericolo di un facile stilismo» (Vitali 1932) e scrivere a Piero Torriano, collaboratore di Persico e tra i primi cronisti d’arte a seguire con costanza il lavoro di De Rocchi, di un che di «troppo schematico e vanescente» (Torriano 1932).
Mariella Milan

Bibliografia Biennale 1932; Vitali 1932, p. 346; Italienische Kunstausstellung 1933; Mascherpa-Modesti 1987, n. 40; I chiaristi 1996, n. 38, copertina, p. 94; Pontiggia 2002, p. 51, n. 6. 


ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.