1.07 TULLIO GARBARI

PERGINE VALSUGANA 1892-PARIGI 1931)
Il trionfo di san Tommaso 1931 olio su tela; cm 147 x 89 Rovereto,
MART - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Provincia Autonoma di Trento, PAT 360586, MPA 327O

nel 1931 alla morte di Garbari, sopraggiunta a Parigi nella casa dell’amico Dino Garrone, dove l’artista era ospite, gli amici compongono il corpo disponendo come un trittico dietro di lui i dipinti Il miracolo della mula, Il trionfo di san Tommaso e Il giudizio universale. La presenza di Garbari a Parigi era in parte motivata dalla speranza di incontrare il filosofo Jacques Maritain, i cui testi - in particolare Art et Scolastique - aveva letto e meditato, come si evince dalla corrispondenza con Gino Severini. Il trionfo di san Tommaso si configura come un’opera di omaggio e piena condivisione del tomismo alla base della filosofia di Maritain. Incompiuto nella parte alta della composizione, il dipinto ben si adatta nello stile (attento al primitivismo europeo e alle espressioni di gusto popolare degli ex voto) al concetto, espresso dal filosofo francese, di maladresse, non limitante ma arricchente nel processo di creazione artistica. Sua fonte è un testo teatrale di Henri Ghéon del 1924, uscito nella collana Le Roseau d’or, diretta dallo stesso Maritain; del Triomphe de saint Thomas d’Aquin di Ghéon, l’opera di Garbari riprende anche la struttura tripartita relativa alla vocazione, alla creazione filosofica e all’estasi e glorificazione del santo, traducendola in una composizione dallo sviluppo verticale e narrativo che guarda altresì all’identica soluzione messa in atto da Benozzo Gozzoli nella sua pala di san Tommaso. Nella parte inferiore della sua affollata tela Garbari dispone le figure di filosofi dell’antichità e gli uomini di fede (compreso Dante), fra la cattedrale di Colonia, dove Tommaso aveva studiato, e Nôtre Dame di Parigi, dove aveva insegnato; fa quindi seguire nella parte centrale del dipinto la figura del santo circondato dagli Evangelisti e colloca nella parte alta la Trinità con Maria, circondate dai cori angelici. Il dipinto è entrato nelle collezioni del MART nel 1977 come donazione da parte di Sira Garbari, sorella dell’artista.

Silvia Vacca

Bibliografia Emanuelli 1931, p. 4; Persico 1931a; Biennale 1932, p. 105, n. 47; Sandonà 1932; Giolli 1933b; Costantini 1934b, p. 286; Carrà 1936, p. 3; Garbari 1936; Garbari 1949; Pica 1952; Garbari 1971, p. 81, n. 108; Branzi 1975, p. 77; Garbari sacro 1980, n. 39; Viotto 2008, p. 382. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.