1.01 MARIO SIRONI

(SASSARI 1885-MILANO 1961) La famiglia 1932 (?) olio su tela;
cm 167 x 210 x 6,5 FAI - Fondo Ambiente Italiano, GF035

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no dei dipinti su tela di maggiori dimensioni nell’intera vicenda creativa di Sironi, questa Famiglia campeggiava al centro della parete a lui dedicata alla Biennale veneziana del 1932. La difficoltà di individuare le datazioni delle opere sironiane si fa particolarmente sensibile nei tardi anni Venti e nei primi Trenta, quando opere dalla pennellata più sfatta e “espressionista” sembrano essere contemporanee di altre, spesso di più grandi dimensioni, incentrate sui temi del lavoro e, appunto, della famiglia, dove l’artista recupera una maggiore compattezza nelle forme, una cromia smaltata che rimanda al Quattrocento, e un carattere grandioso, epico e monumentale, comune alle prime prove di pittura pubblica su vasta scala, contemporanee o di poco successive. Se la figura di madre con bambino è immessa, nella Periferia con mendicante (Berlino, Neue Nationalgalerie), nel contesto drammatico e “attuale” dei sobborghi industriali, i quattro dipinti che hanno a soggetto la famiglia (oltre a quello esposto vi sono i due conservati, rispettivamente, alle Gallerie Comunale e Nazionale d’Arte Moderna di Roma, nonché uno in collezione privata) si situano in un paesaggio rupestre e atemporale. Allo stesso modo le archetipiche figure sfuggono a ogni connotazione che le possa contestualizzare spazialmente o storicamente, ma appaiono piuttosto come monumentali epifanie di se stesse. Anche in questo, Sironi si rifà alla pittura del Trecento e del Quattrocento. Più che l’iconografi a della Sacra Famiglia, tuttavia, sembra essergli stata presente quella del Lavoro dei Progenitori: le figure corpose e massicce non alludono al trascendente e al divino, ma trasfigurano l’umano in chiave di eroica celebrazione. Appartenuta a Marcello Piacentini, questa Famiglia pervenne, dopo diversi passaggi di proprietà, a Claudia Gian Ferrari, che, prima della sua scomparsa, la donò, assieme al nucleo più importante della sua collezione, al Fondo per l’Ambiente Italiano, affinché fosse collocata nella milanese Villa Necchi, dove essa attualmente si trova. Il dialogo, che questa e le altre opere della donazione Gian Ferrari sono venute a creare con lo spazio architettonico della Villa, ha generato una soluzione museografica particolarmente felice e di forte impatto evocativo. Andrea Sironi-Straußwald 

Bibliografia
Biennale 1932, pp. 35, 107, n. 34; L’Art italien 1935; Castelfranco-Valsecchi 1956; Biennale 1962, pp. 22-28, n. 40; Sironi 1973, pp. 64 e 165, n. 57; Valsecchi 1974, n. 6; Bellonzi-Gian Ferrari 1985, p. 81, n. 71; Malvano 1988, p. 77, n. 1; Sironi 1988, n. 107; Italian Art 1989, tav. f.t., p. 418, n. 109; Arte Italiana 1989, pp. 541 e 748; Sironi 1993, p. 212; Venezia e la Biennale 1995, p. 246, n. 98; Messina 1996, p. 46; The Age of Modernism 1997, tav. f.t., n. 41; Braun 2000, n. XII; Italia Nova 2006, pp. 280-281, n. 98; Capolavori del Novecento 2006, pp. 64-65; Margozzi 2006, p. 17. 1.02 ADOLFO WILDT (MILANO 1868-1931) Arturo Ferrarin 


1.01 MARIO SIRONI (SASSARI 1885-MILANO 1961) La famiglia 1932 (?) olio su tela; cm 167 x 210 x 6,5 FAI - Fondo Ambiente Italiano, GF035

ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.