la scritta «Milano», presente sul retro del quadro, ha indotto a pensare che l’opera sia stata esposta nella personale del dicembre 1933 alla Galleria Tre Arti, dove erano presenti sedici dipinti dal titolo Paese, a dimostrazione dell’interesse di Rosai per il tema all’inizio del nuovo decennio. E il giudizio positivo espresso da Carrà sulla volontà dell’artista «di imprimere alle sue fi gurazioni un valore che lo trascende» servendosi dell’«accentuazione geometrica», a creare una pittura che «non è giuoco dei sensi, ma luce di sentimento umano» (Carrà 1933), sembra attagliarsi perfettamente al paesaggio in questione. Dove il rarefatto geometrismo suscitato dal rapporto fra le facciate delle case e le nere finestre-feritoie che le bucano - quasi un’eco lontana di Via Toscanella del 1922 - si stempera nel calore di una materia vibrante di luce e perfino di gestualità - come indica l’impronta del pollice dell’artista notata da Cavallo - che investe tutta la composizione, per culminare, condotta dal placido solco della strada, nella massa fremente di alberi sullo sfondo con le punte toccate dal sole. Insieme alla Via di Santa Margherita a Montici, al Cancello bianco,a Via Lupo, a Bellariva, questo Paese appare dunque fra i capisaldi di una delle stagioni più ricche e intense della piena maturità dell’artista - quella del «Rosai 1933» (Santini 1960, p. 189, n. 40) -, la cui atmosfera, feriale e sospesa, sarebbe stata restituita, in pagine di grande intensità, dallo scrittore Romano Bilenchi, amico di Maccari e poi di Rosai: «Ottone viveva in solitudine e in miseria in un casotto del dazio abbandonato, lungo una strada allora quasi campestre», nella zona di Villamagna. Era il tempo in cui Dino Caponi, ragazzo del luogo, aveva preso a disegnare con lui, eleggendolo a proprio maestro, mentre Rosai si sceglieva i modelli fra i contadini che lavoravano ai poderi della zona, come l’orfano Eliseo, conducendo una vita a suo modo serena, separata, e tutta dedita alla pittura (Bilenchi 1971, pp. 23-35).
Susanna Ragionieri
Bibliografia
Ottone Rosai 1995, pp. 298-299, n. 65.