7.19 OTTONE ROSAI

(FIRENZE 1895-IVREA 1957) Paesaggio 1933 olio su tela; cm 95,7 x 71 firmato e datato in basso a destra «O. Rosai 33» Collezione privata

la scritta «Milano», presente sul retro del quadro, ha indotto a pensare che l’opera sia stata esposta nella personale del dicembre 1933 alla Galleria Tre Arti, dove erano presenti sedici dipinti dal titolo Paese, a dimostrazione dell’interesse di Rosai per il tema all’inizio del nuovo decennio. E il giudizio positivo espresso da Carrà sulla volontà dell’artista «di imprimere alle sue fi gurazioni un valore che lo trascende» servendosi dell’«accentuazione geometrica», a creare una pittura che «non è giuoco dei sensi, ma luce di sentimento umano» (Carrà 1933), sembra attagliarsi perfettamente al paesaggio in questione. Dove il rarefatto geometrismo suscitato dal rapporto fra le facciate delle case e le nere finestre-feritoie che le bucano - quasi un’eco lontana di Via Toscanella del 1922 - si stempera nel calore di una materia vibrante di luce e perfino di gestualità - come indica l’impronta del pollice dell’artista notata da Cavallo - che investe tutta la composizione, per culminare, condotta dal placido solco della strada, nella massa fremente di alberi sullo sfondo con le punte toccate dal sole. Insieme alla Via di Santa Margherita a Montici, al Cancello bianco,a Via Lupo, a Bellariva, questo Paese appare dunque fra i capisaldi di una delle stagioni più ricche e intense della piena maturità dell’artista - quella del «Rosai 1933» (Santini 1960, p. 189, n. 40) -, la cui atmosfera, feriale e sospesa, sarebbe stata restituita, in pagine di grande intensità, dallo scrittore Romano Bilenchi, amico di Maccari e poi di Rosai: «Ottone viveva in solitudine e in miseria in un casotto del dazio abbandonato, lungo una strada allora quasi campestre», nella zona di Villamagna. Era il tempo in cui Dino Caponi, ragazzo del luogo, aveva preso a disegnare con lui, eleggendolo a proprio maestro, mentre Rosai si sceglieva i modelli fra i contadini che lavoravano ai poderi della zona, come l’orfano Eliseo, conducendo una vita a suo modo serena, separata, e tutta dedita alla pittura (Bilenchi 1971, pp. 23-35).
Susanna Ragionieri

Bibliografia
Ottone Rosai 1995, pp. 298-299, n. 65. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.