7.15 THAYAHT

(ERNESTO MICHAHELLES; FIRENZE 1893-MARINA DI PIETRASANTA 1959) Tuffo 1932 gesso patinato, base in metallo (ricostruita sulla base di disegni dell’artista), h cm 289, base cm 142 x 142 x 13 Rovereto, MART - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Deposito CLM Collezione Seeber, MART 1842

«Sintesi del corpo umano in movimento verticale discendente»; così il giovane Fortunato Bellonzi descrive Tuffo nella prima monografia dedicata all’artista da Maraini e Marinetti nel 1932, quando la scultura appena realizzata era in mostra alla Biennale veneziana. «Nel Tuffatore - avrebbe aggiunto il futurista Tullio Crali in un ricordo più tardo - l’idea è messa a nudo, valutabile in ogni linea, in ogni cavità, senza sotterfugi, così come ha da essere tutto ciò che esprime bellezza». La consapevolezza che un’opera nasce soltanto quando «idea, materia, forma e realizzazione hanno un’unica anima e vogliono esprimere lo stesso sentimento» (Thayaht 1933, in Scappini 2005a, p. 439) era molto viva in Thayaht nei primi anni Trenta. Una simile convinzione, applicabile indistintamente alla sua versatile attività, lo aveva portato a riflettere sia sul valore determinante della linea e del disegno, sia - specialmente dopo l’adesione al futurismo avvenuta nel 1929 - sulla possibilità di «sviluppo dei principi boccioniani» in una direzione plastica e sintetica, da applicarsi a soggetti moderni. Così, l’idea contenuta nel “Manifesto della scultura futurista” di una linea retta vista come «il solo mezzo che potesse condurre alla verginità primitiva di una nuova costruzione architettonica delle masse», Thayaht la considerava all’origine dell’«odierno primitivismo nel quale la linea retta è infatti l’elemento essenziale e con la quale soggetti modernissimi sono rappresentati con semplificazioni vigorose e comprensibili a tutti» (Thayaht 1933, in Scappini 2005, pp. 416-417). L’opera in gesso, per la quale era stata prevista una fusione in alluminio che poi non ebbe luogo, fu presentata nel 1936 alla Prima Mostra Nazionale d’Arte Sportiva a Roma per partecipare alle selezioni delle opere da esporre a Berlino in occasione delle Olimpiadi. Dopo il rifiuto dovuto alle dimensioni eccessive, l’artista si offrì di eseguirne una versione ridotta, che fu accettata. La misura monumentale faceva tuttavia parte integrante della scultura e del suo fascino, come dimostra una fotografia del 1933 in cui Tuffo è attorniata dalla squadra della Nazionale Italiana Tuffi (Futurismo e Bon Ton 2005, fig. 8).

Susanna Ragionieri

Bibliografia
Biennale 1932, p. 176, n. 98; Bellonzi 1932, p. 37; Bonani 2005, p. 146; Crali 1982, in Thayaht futurista irregolare 2005, p. 187. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.