7.13 ONOFRIO MARTINELLI

(MOLA DI BARI 1900-FIRENZE 1966)
Composizione di nudi 1938 olio su tela; cm 140 x 190
Puglia Promozione Agenzia Regionale del Turismo

l'opera, dipinta a Firenze nel 1938, segna il momento più alto e conclusivo della comunione di idee fra Martinelli e Colacicchi, siglata dal lavoro comune sul tema della composizione di figure. È Colacicchi stesso a ricordare l’importanza dell’amicizia con l’irrequieto artista pugliese, nata a Roma nei primi anni Venti, e divenuta a Firenze, al rientro di Martinelli dal lungo soggiorno parigino conclusosi nel 1931, vero e proprio sodalizio, cementato dalle frequentazioni di casa Hildebrand a San Francesco di Paola, e arricchito dalle aperture, favorite dallo stesso Martinelli, verso gli artisti della nascente Scuola romana, in particolare verso Emanuele Cavalli e il suo assorto tonalismo. Esperienze che avrebbero favorito le «individuali tendenze a un’arte in cui si pensava che potessero fondersi l’intellettuale spontaneità dell’impressionismo, la naturale chiarezza dei macchiaioli, così frequente di affioramenti rinascimentali, e la ritrovata cultura figurativa del Rinascimento» (Colacicchi 1980, p.n.n.). Su questi temi Martinelli si era misurato con i Giganti dell’anno precedente, ispirati al canto dantesco e al disegno botticelliano; e un Parronchi giovanissimo avrebbe ricordato quanto essi avevano fatto scalpore. «Si era in tempi di retorica, e il quadro non era retorico, anzi l’epica del soggetto vi era risolta liricamente [...]. Ricordo che Corrado Cagli, a cui era stata allora distrutta, per ragioni razziali, la decorazione del vestibolo del padiglione italiano alla esposizione Universale di Parigi, passò da Firenze per vedere questi Giganti» (Parronchi 1968, p. 37). Con identica ispirazione, anche se con opposta resa pittorica, al sulfureo notturno dei Giganti succede l’intarsio luminoso e rarefatto della pierfrancescana Composizione di nudi, ambientata nel podere di casa Hildebrand. Dove ricordi dalla scultura antica, o da Michelangelo, da Piero, e da Signorelli, o ancora dal Domenico di Bartolo di Siena, affiorano con naturalezza, osservati un tempo, ed ora riconosciuti nei gesti svagati e lenti dei giovani modelli, composti in un silenzio colmo di echi.

Susanna Ragionieri

Bibliografia
Zicari 1980, pp. 102-103; Rivosecchi 1991, p. 152, fig. p. 153; Ragionieri 2007, p. 41, fig. p. 40. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.