7.09 ONOFRIO MARTINELLI

(MOLA DI BARI 1900-FIRENZE 1966) Ulalume 1936 olio su tela; cm 84 x 60 Collezione Nicola Martinelli

la splendida, inquietante Ulalume, ispirata, come suggerisce il titolo, alla poesia di Edgar Allan Poe sull’amore perduto, la cui atmosfera allucinata ricrea con quel disporsi solenne sul piano ribaltato come una tomba degli oggetti morti e disseccati, illuminati da una luce fredda, restituisce con esattezza la temperatura spirituale di Martinelli alla metà degli anni Trenta, insieme al tono delle sue frequentazioni fiorentine dei poeti ermetici, fra i quali spicca la figura di Tommaso Landolfi. Metafora di quel «letteratura come vita», che connota la stagione postsolariana, da “Letteratura” a “Campo di Marte”, lo spunto letterario, còlto e peregrino, indica la tensione sempre più forte «a puntare tutto sulla carta più alta dello stile» (Gatto 1968, p. 28), giocando a spingersi su un limite di ambiguità che, come nelle favole metafisiche di Landolfi , appare costantemente «in bilico fra il pezzo ad esecuzione e la confessione più spinta» (Zicari 1980, p. 91). Allo stesso modo, in Ulalume, ogni elemento contiene in sé anche il proprio rovescio: eseguita nello studio fi orentino dell’amico Giovanni Colacicchi mentre quest’ultimo si trovava in Sud Africa, e dipinta fianco a fianco con Flavia Arlotta, la giovane pittrice amata da Colacicchi (della quale rimane una versione della stessa natura morta), l’opera è composta di fiori, alghe, radici disseccate, piccole cose che Colacicchi spediva loro da Città del Capo, e che i due amici accoglievano come segni tangibili e insieme pensieri di una cara persona assente. Così, gli oggetti inconsueti o esotici - le conchiglie oceaniche e i fiori strani, visibili nella contemporanea natura morta Protee -, se possono apparire ed essere letti come raffinato capriccio, si scoprono al tempo stesso familiari, recanti ancora l’impronta, quasi la flagranza dell’amico. E la pittura, a un primo sguardo sorvegliatissima, e aliena da ogni emozione, svela poi, nell’accostamento spregiudicato ai modi di Colacicchi, i tratti di una commossa appropriazione.
Susanna Ragionieri

Bibliografia
Zicari 1980, pp. 86-92; Ragionieri 1986, p. 45; Rivosecchi 1998, p. 88. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.