7.07 FELICE CARENA

(CUMIANA 1879-VENEZIA 1966) Il terrazzo 1929 olio su compensato; cm 100 x 70 Udine, Galleria d’arte moderna, inv. 299 GAMUD

nel 1924 Felice Carena è nominato titolare della cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze di cui diverrà in seguito direttore. Artista dal percorso complesso, passato per le tappe di aperture successive a linguaggi anche contrastanti, - dallo sfumato «leonardesco» di Carrière al sintetismo di Gauguin, matericamente arricchito dalla riflessione sulla pennellata di Cézanne - Carena era approdato all’inizio degli anni Venti, a partire dalle due versioni di Quiete, a una meditata, solenne orchestrazione compositiva, nella quale gli schemi della grande tradizione italiana - soprattutto tizianesca e caravaggesca - già filtrata nell’Ottocento francese attraverso Courbet, Manet e Renoir, si saldavano armonicamente alle esigenze di espressione sintetica e d’impulso mentale, rese chiare dalla ricerca cézanniana. Opere come Apostoli (1924) o Serenità (1925), in cui questo connubio, o «continuità pittorica» (Pontiggia 1996, p. 39), appare con chiarezza, troveranno immediata rispondenza nell’ambiente toscano, dove soprattutto la riflessione su Cézanne appariva particolarmente viva per la presenza delle grandi collezioni Fabbri e Loeser, e per l’interesse dimostrato da tutta una generazione di artisti coetanei di Carena - da Oscar Ghiglia a Giovanni Costetti, da Antonio Maraini a Libero Andreotti a Raffaele De Grada -, che proseguiva nei più giovani, legati al gruppo del Novecento Toscano e frequentatori di “Solaria”, come Giovanni Colacicchi ed Ennio Pozzi. Sarà proprio l’adesione, dal 1926, a questa fucina di idee e di suggestioni poetiche da parte dell’ormai maturo artista, a provocare un ulteriore svolgimento che ne caratterizza la pittura degli anni Trenta: dove la materia ricca, ma disciplinata, delle opere precedenti, si sfalda improvvisamente come premuta da una urgenza lirica nuova, mentre le maglie della composizione si allentano aprendo, come appare nel Terrazzo, alla circolazione di un più affabile respiro.
Susanna Ragionieri

Bibliografia Quadriennale 1931, n. 27; Felice Carena 1996, p. 165, n. 54; Felice Carena 2010, p. 123, n. 33.




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.