7.05 ALBERTO MAGNELLI

(FIRENZE 1888-MEUDON 1971) Le Grand voilier (Le Voilier noir) 1928 olio su tela; cm 57 x 75fi rmato in basso a destra  Magnelli Firenze, Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti,inv. Giornale 2486

«Dopo la guerra si è potuto finalmente viaggiare [...]. Poiché avevo dei mezzi, ho viaggiato molto. Al ritorno, per non so quale necessità, mi è venuta una visione. Ho dipinto dei personaggi inventati, delle forme architettoniche, per riempire la tela secondo certi ritmi. Non fu un principio di fare delle figure. C’era soprattutto una concezione architettonica da mantenere. Con i Velieri fu la fine di questa sorta di figurazione. Ma anche i Velieri sono inventati, dipinti secondo immaginazione. Anche lì, resto molto legato alla forma. Tutto il resto è aneddoto». Così Magnelli, in una intervista del 1968 (Alberto Magnelli 2006, p. 297), ricorda gli anni seguiti a quelle Esplosioni liriche, in cui tutti i fuochi delle avanguardie accesi a Parigi accanto ad Apollinaire e a Picasso, ai futuristi e a de Chirico, sembrarono ardere vorticosamente, lasciando il terreno sgombro per una geometria silenziosa e rarefatta, rintracciata nell’assetto naturale del paesaggio toscano, fra la piana di Rosia e la Versilia. Da allora, e fino all’aprirsi della stagione delle pierres, i due poli della «memoria di un tempo perduto da ritrovare», e della tensione progettuale verso «una rinnovata scienza della coscienza», intrisa di nostalgia del futuro (Magnelli in Toscana 1983, p. 9), cercheranno una via per saldarsi nell’essenzialità dei paesaggi, dove i colori splendono puri, come rifratti dagli spigoli vivi di una gemma, o nella presenza a un tempo perentoria e immota dei velieri, protagonisti della lunga serie che attraversa il 1928 e il 1929. Ne scrive Murilo Mendes: «Lo spazio interiore che impressionò tanto un aviatore come Saint-Exupéry forse si trova all’origine di questo linguaggio austero per mezzo del quale un uomo che non si inserisce nel mondo vuole tradurlo e comunicare plasticamente con esso» (Alberto Magnelli 1963, p. 3). Anche Magnelli, frequentatore della rivista “Solaria”, illustrerà con un disegno - una figura statuaria di donna in contemplazione - La casa dei doganieri e altri versi premiata all’Antico Fattore nel 1931.
Susanna Ragionieri

Bibliografia Maisonnier 1975, p. 99, n. 349; Ragionieri 2001, pp. 164, 171, 174; Alberto Magnelli 2006, p. 297.




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.